Dalla parte delle sozze – sudice – fancazziste, che dir si voglia

Il post di Anya sulle pulizie ha fatto molto discutere e visto che sono stata citata come metro di paragone (alla fine, diciamocelo, Anya mi ha dato della sudicia anche se nega ;-P), a grande richiesta non posso esimermi dal darvi il punto di vista di chi, diciamo, dedica il minor tempo possibile alle pulizie di casa.
Premessa: io odio le faccende. Sempre odiate e, per carità, credo le odino quasi tutte.
Ma io di più.
Seconda e fondamentale premessa.A me un certo limite di casino non dà assolutamente fastidio, anzi.

Un po’ come quegli uccelli che si fanno il nido tra cotone e sterco pagliuzze, io sto bene nella “materia” (a te lettrice frettolosa: ho detto materia, non merda) : devo essere avvolta dagli
oggetti, dalle mie cose, dai vestiti, dai colori.
Per me la classica casa “Pinterest”, tutta bianco e lucido, non è una casa, è un ospedale psichiatrico.
Per non parlare di quelle case che vedo a volte su instagram dove non c’è NIENTE.Nessun oggetto, nulla sui mobili, niente.

Ma ci vivi o l’hai fotografata in uno showroom?
Ce l’avrai un paio di chiavi, degli occhiali, un fottuto strofinaccio? Delle cacchio di presine?
No no, io ho bisogno di colore: non a caso ho pareti colorate (azzurre e blu), pavimenti colorati, tappeti colorati, divano colorato (ruggine), cuscini (incasinati) ovunque.
Sto leggendo un libro sull’antica Roma: i romani avevano case coloratissime, e per loro il bianco era da pezzenti.
Anvedi, alla fine sono una snob, ecco cosa.

Ogni volta che lo dico una Anya muore, ma sì, io ho solo lenzuola e asciugamenti colorati: rossi (con le fragole),  viola (con l’uva), con i cuori, verde acido, argento.

Il bianco mi angoscia, mi gela il sangue e l’anima.
Io faccio una lavatrice di bianchi ogni 3 settimane, e no, non perché sono sudicia, ma perché non ho quasi nulla, giusto poche mutande (perché le altre son colorate, eh) canotte e qualche maglia. 
Ecco, io vivo bene in un po’ di sano caos.
Certo, il problema è che tra “un po’” di caos e “delirio più totale” il passo è pericolosamente breve.
Poco male, quando l’ho superato, sistemo. O alla peggio infilo tutto in qualche cassetto, poi chi vivrà, troverà.
Ogni tanto saltano fuori vestiti e scarpe che non trovavo da anni (anche soldi a volte): è una gioia eh!
Qualcuna mi ha chiesto “quindi lasci i letti sfatti?!”
La risposta è sì: spesso lascio i letti sfatti e vivo bene, semplicemente perché non me ne frega.
E non me ne frega soprattutto perché il mio letto lo saluto alle 7 di mattina e non lo vedo fino a quando non mi ci corico la sera, verso mezzanotte.
Se fossi a casa, ovviamente sarebbe diverso.
Se finissi di lavorare alle 14, sarebbe diverso.
Se dalla sala si vedesse la camera, sarebbe diverso.
Infatti i letti dei bimbi in genere li sistemo, perché la loro camera è vicina all’ingresso e ammetto che i letti sfatti non sono un bel vedere. Ora poi, che mi ritrovo bimbi semi sconosciuti in casa senza
sapere da dove siano arrivati, a maggior ragione.
Alcune restano basite “in fondo ci vogliono solo due minuti a fare un letto”: sì, ma se non me ne frega perchè devo spendere quei due minuti?
Io, ad esempio, resto basita di fronte a chi dice di non fare colazione e di dare ai figli una barretta in macchina.
Noi facciamo colazione tutti assieme, tutte le mattine, minimo 20 minuti.Ognuno si “basisca” per quel che crede, no?

 Per il resto, il tempo che dedico alla casa è pochissimo.
Non lasciamo piatti nel lavello, dopo colazione e cena (a pranzo non ci siamo) vanno in lavastoviglie (di solito ci pensa l’Uomo).
Io do una passata a piano cucina e una passata di aspirapolvere sotto il tavolo. Ma lo faccio al massimo una volta al giorno, di più nun gliela fo. E sì, ci sono sempre briciole sotto il tavolo, perché se passo la mattina prima di uscire faranno briciole a merenda e a cena. Se passo dopo cena le faranno a colazione.
Io mi rifiuto di vivere con l’aspirapolvere in mano, quindi fanculo alle briciole.
Ora è arrivato in casa il cane, e le briciole sono miracolosamente sparite ;-P.
Il bagno è il mio cruccio: ho il pavimento chiaro e con i bimbi che schizzano acqua in ogni momento non è mai “pulito”.
Pazienza: entro, mi girano le palle, esco e me ne scordo.
Son fatta così.
Ho una signora bravissima che viene 3 ore a settimana: non so come faccia, ma in così poco tempo tira a lucido la casa. Arrivo il giovedì sera e mi pare di essere Lovely Sara, ricordate?, con la catapecchia che si trasforma per poche ore in un castello. Ecco, casa mia uguale, la mattina dopo tutto  è già come prima.
Insomma, la saggezza dei miei 40 anni mi porta dire che, come tutte le cose, è solo questione di priorità: “si arriva dove si arriva“.
Per qualcuna è inconcepibile un letto sfatto, o la casa disordinata, per altre lo è lasciare il bordo della pizza o saltare il pranzo: siamo diverse, e grazie a Dio!
Sai che noia altrimenti?
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