Vita a Panama, episodio 4: quello che non mi piace

Vi ho raccontato com’è vivere a Panama, quello che mi stupisce di più, come sono le donne… Oggi vi voglio raccontare come sia difficile, a volte, vivere in un posto così.

Su Instagram vedete le foto della vista da casa mia, o delle domeniche in piscina, o dei weekend sulle isole: per carità, tutto vero, ma… C’è un ma.
Panama era parte della Colombia fino a poco più di cento anni fa, e un paese occupato dagli Stati Uniti fino al 1999. Questo fa sì che non ci sia grande cultura popolare, né tradizioni, se non nell’interno del paese e nella parte caraibica (come per esempio San Blas), dove tutto è rimasto più “puro”. A Panama City, però, non c’è niente da fare.

Partiamo per esempio da una passeggiata.

L’unica passeggiata che si può fare è quella sulla Cinta Costera, che è il lungomare di fronte a casa mia. Che si trova accanto ad una via trafficatissima (vedi smog). Immaginatevi quindi 40 gradi, i clacson e la nube tossica. Vi passa la voglia, no? Altro posto è il Casco Viejo, la parte coloniale della città, davvero delizioso, ma ecco, un gelato la domenica pomeriggio. Il resto, è tutto un cantiere, buche, marciapiedi crollati, strade allagate se piove. Dimenticatevi le stradine italiane, i viali francesi, le grandi avenue americane. Molti passeggiano nei mall, ma io potrei morire (di freddo e di noia). E comunque, in ogni caso, il caldo ti uccide, oltre i 10 minuti all’aperto.

Passiamo quindi alla cultura.

Tempo fa ho raccontato sul mio profilo personale FB che il direttore della scuola di spagnolo in cui andavo non sapeva dove fosse l’Italia, non pensava che ci fosse il mare e strabuzzava gli occhi a sentir parlare di Roma e Firenze. Il livello culturale del paese e della capitale in generale è basso (anche se, ammettiamolo, siamo un po’ Europacentrici), inutile quindi sperare di andare a visitare musei, partecipare a gruppi di lettura o cose simili. Che poi per carità ci saranno anche, eh, ma diciamo che non sono proprio accessibili (se qualche panamense o expat mi legge e mi vuole smentire ne sarei felicissima!).

Passiamo poi al lavoro.

Posti di lavoro ce ne sarebbero anche, per chi viene da lontano e ha un livello d’istruzione alto, il problema è che serve un visto (oltre a parlare spagnolo). Quindi se volete lavorare, dovete prima pagare un bel po’ di soldi (circa 4000 euro) e poi trovare qualcuno che vi assuma. Facile, eh? (se ve lo state chiedendo, mio marito è stato inviato da casa madre, come tutti i suoi colleghi praticamente).

Passiamo pure allo shopping.

Non passerei mai il tempo a fare shopping perché io compro in genere solo quello che mi serve o di cui sono perdutamente innamorata. Andare nei negozi mi affatica e mi annoia, nei centri commerciali più che mai. Qui ci sono solo mall, le boutique sono cosa rarissima e bisogna conoscerle perché non ci sono “vie commerciali”, ma vie molto trafficate e incomprensibili per noi europei. Ad ogni modo, non è tanto lo shopping frivolo, quanto gli acquisti necessari. Qualsiasi cosa vogliate, prima dovete verificare che si venda a Panama, poi sperare che ce l’abbiano, poi sperare che non costi tre volte tanto che in Europa. E in genere è impossibile che tutte e tre le caratteristiche siano soddisfatte. Devo fare il richiamo del vaccino a P., è esaurito. Cerco un paio di scarpe da ginnastica, devo sperare che abbiano il numero (se c’è la marca). Mi serve un pezzo di ricambio… mmm.
E niente shopping online e Amazon, a meno di passare da delle società che si prendono ovviamente una percentuale (tipo Mail Boxes o altre simili).

Passiamo addirittura alle infrastrutture.

Da quando vivo qui, cioè sei mesi, nell’ordine: ci è crollata mezza parete del bagno delle bambine, per fortuna nella notte; ci è piovuto a scrosci dal soffitto, in cucina, mentre eravamo lì; una porta è completamente uscita dai gangheri; uno sciacquone si è rotto; hanno dovuto cambiare la caldaia. Questo solo per quanto riguarda l’appartamento in cui vivo, costruito se non sbaglio nel 2003. Se poi si parla delle infrastrutture in città… Tra buche, marciapiedi completamente sconnessi, lavori in corso, tombini aperti, allagamenti, quartieri completamente in pezzi… Bon, avete capito.

Passiamo infine al tempo libero.

In questo periodo, cioè da aprile a dicembre circa, siamo nella stagione umida. Spesso il tempo è brutto e a volte vengono degli acquazzoni che vi giuro, io non avevo mai visto in vita mia. Quindi sì, abbiamo la piscina nell’edificio, ma mica la usiamo tutti i giorni. Viaggiare nell’interno del paese può risultare complicatissimo, sia per il traffico che per le distanze, dato che le strade non sono come quelle a cui siamo abituati e quindi 100km si fanno anche in 3 ore. Il mare di Panama City non è balneabile e in alcuni punti puzza di tombino marcio, o di fogne di Calcutta, come preferite. Perciò bellissimo da vedere dalla finestra, ma inutile per qualsiasi attività.

 

Quando mi chiedono come mi trovo, dico sempre bene, ed è vero. Faccio una vita rilassata, lavoro da casa, passo del tempo con le bambine e soprattutto mi trovo in un punto del mondo da cui posso raggiungere tantissime località altrimenti molto più lontane, care e impraticabili. Ma quello che mi manca è poter decidere della mia vita. Vivere in un paese in cui se ho voglia di fare qualcosa posso farlo. In cui ho scelta per potermi occupare. Che mi offra qualcosa di più di una vita rilassata. Insomma, mi manca la mia Europa. Un po’ mi manca anche la mia vita stressante e sempre di fretta, in cui tutto era un incastro ma poi quando tornavo a casa la sera vedevo la Tour Eiffel dalla Senna… Ma non si può avere tutto, giusto? In ogni caso, a me Panama piace anche per tutte queste sue contraddizioni. Mi aiuta ad allontanarmi dalla visione europea, dal pensiero che tutto il mondo ruoti intorno a noi. Per non parlare di come gli Stati Uniti – la cui cultura mi è assai distante – abbiano influenzato, per motivi prettamente economici, il paese. Che fino al loro arrivo era un luogo indigeno, incontaminato.
Insomma, descrivere Panama è davvero complesso e non vi annoierò con questioni politiche ed economiche. Ma a me questa complessità piace, nonostante i miei capricci da europea che pretende i mobili Ikea dietro l’angolo.
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16 Comments

  • Ma che bello questo racconto, è davvero interessante capire come si vive in un posto tanto diverso.
    Dovresti fare anche un post stile "la mia giornata tipo", ora per ora (e no, non ti piglio per il culo).

  • Interessante… molto diverso da come uno se lo immagina! A me peserebbe, soprattutto, la sveglia all'alba di cui spesso parli (l'unico momento sacro per noi è proprio la colazione con calma tutti insieme ; il rovescio della medaglia è che il mio compagno torna spesso alle 22 e mai prima delle 21). Lui dice che vorrebbe trasferirsi a Tenerife, il suo lavoro è versatile in quel senso, io potrei trovare un lavoro anche part time. Tu cosa ne pensi? A me l'idea dell'isola proprio non mi convince… certo la vita è più "rilassata" e in un clima mite… però l'idea di trovarmi in un posto circoscritto dove per fare un weekend in una città diversa, al lago o in montagna è necessario prendere l'aereo boh… mi rende dubbiosa (tralasciando poi tutte le altre valutazioni).
    Buona giornata!
    Vivy

    • Credo che sull'isola sia ancora peggio, per di più a 4 ore dall'Italia. Ma a quanto pare è un posto in voga, molte persone vogliono trasferirsi lì. Io credo che se ci si sposta come nel nostro caso, mandati dall'azienda che si occupa di tutto, un posto valga l'altro, tanto è temporaneo. Quando invece si deve scegliere dove vivere stabilmente sì, bisogna pensare a tutto, possibilità comprese. Io non potrei vivere in eterno qui, veramente. E probabilmente nemmeno a Tenerife 🙂 Pensa che quello che mi pesava di Parigi era che per vedere il mare dovessi fare ore di viaggio… Fosse quello il problema 😀

    • Beh, la vita c'è! Ma bisogna conoscerla 🙂 Quando arrivi in un paese e non conosci nessuno ne hai una visione superficiale. Non ho trovato onestamente il calore che mi aspettavo, tipico dei latini, e parlando con altri sudamericani anche loro dicono che sono proprio diversi. Poi però per esempio ho conosciuto una blogger panamense che vive in Italia ed è tutto il contrario di quello che penso dei panamensi, solare, allegra, disponibile, colta… Chissà! Magari tra un altro po' di tempo cambierò visione!

  • Capisco benissimo come sia difficile integrarsi con questo tipo di cultura, forse il fatto che la tua permanenza a Panamá sia provvisoria rende tutto piu' facile..e poi, tutto fa esperienza, anche il lato della medaglia al quale non e' facile abituarcisi. Sei molto brava!! Mio marito per lavoro ha viaggiato tanto in América Latina, e la verita' non e' facile nemmeno avere rapporti lavorativi. E' brutta come espressione, ma tante persone sono le classiche povere arricchite, quindi molto superficiali e con una ignoranza di fondo molto sólida. Io qui a Barcelona ho tanti amici latinos, una cara amica Colombiana e una famiglia di Argentini sopratutto. L'amica Colombiana purtroppo ha perso il marito pochi anni fa, io pensavo tornasse a Bogota', invece, non ha rinunciato all'Europa, proprio per il modo di vivere. Eppure lei appartiene alla Bogota' bene, quindi non ha mai vissuto l'esclusione sociale. Difficile tornare in un paese dove le disuguaglianze siciali sono proprio marcate. Qui in Spagna ci sono tanti latinos, perché e' la loro seconda casa, parlando la stessa língua, anche se non e' perfectamente uguale. Io ad esempio parlo el castellano che si differenzia dall'español latino, e devi vedere come gli spagnoli ci tengono a sottolineare la differenza!
    Comunque Anya, bella esperienza tutta da vivere, con i due risvolti della medaglia!
    Martina

    • Anche qui le disuguaglianze sociali sono molto marcate, sia rispetto agli stranieri (europei e americani in primis), che sono considerati "ricchi" (rispetto ai loro standard), sia tra gli stessi panamensi, di cui esistono distinte classi sociali. Dietro casa mia c'è un quartiere molto popolare, poi vai nelle zone residenziali o finanziare e sembra di essere in un altro mondo. A me fa un po' pena, ma come si intende in spagnolo, me da pena, non so spiegarmi… Detto questo, io mi accorgo più dell'assenza di opportunità perché non ho un lavoro fuori casa. Mio marito si accorge di tante cose perché gliele faccio notare io, prima del mio arrivo non ci aveva nemmeno riflettuto… E ad ogni modo, c'è molto, molto di peggio! Qui tutto sommato si vive assai bene! Solo… siamo abituati ad un mondo diverso 🙂

  • Anya ho vissuto anche io in molti posti diversi, paesi che credevo in un modo e mi hanno riservato molte sorprese non sempre positive, di certo porto tutto dentro di me e nel mio cuore ricordo ogni lembo di terra come prezioso. Così sarà per te e le tue bambine. Guardare le tue foto mi mette positività e il tuo sorriso e quello delle bambine è la prova che sei sulla strada giusta, qualunque essa sia.Un abbraccio
    Cristina

    • Che belle parole Cristina, grazie!
      Questa parte di mondo mi affascina e mi delude al tempo stesso. Ho sempre detto a mio marito che non avrei mai voluto vivere in America Latina, e che prima di viaggiare da queste parti avrei voluto visitare altri mille posti. La vita però è strana e a me piace essere smentita, un po' come quando ti accorgi che una persona non è come ti immaginavi. Sono venuta qui con l'intenzione di prendere il meglio e di stare bene, e così sto facendo. Mi manca l'Europa? Sì. Mi mancano le nostre abitudini? Sì. Ma passerà!

  • E' davvero interessante, evidentemente c'è del positivo ma anche del negativo, come in tante esperienze…chissà se esiste un posto dove i lati negativi sono ridotti a quasi zero? Me lo domando seriamente…
    Di quello che dici i 40 gradi i clacson e la nube tossica..mi farebbero star male anche a me. Il mare non balneabile è anche un vero peccato 🙁 passare il tempo nei mall…mi deprimerebbe …non comprare su internet?? Ho capito male?? Io compro solo on line!! è vero che invece quando vedo le tue foto su Ig quella bella casa con quella bella vista, mi viene voglia di svegliarmi all'alba (io che piuttosto la morte) . E' vero che c'è sempre un ma nelle cose. Riesco a percepire bene cosa ti manca, dalle tue parole. La cosa assolutamente positiva però, e questa pure si vede dalle foto…è che vi siete riuniti 😀 che splendida famiglia siete, siete veramente belli, sembrate super simpatici, gioiosi insomma, no persone cupe e tristi…persone piene di vita. E si vede che siete uniti e felici. Un giorno chissà dove sarete..la vita è piena di sorprese.
    V.

    • Grazie!
      Hai capito bene, non si può comprare online! Puoi farlo, ma devi essere sicura che sia un corriere a consegnare (la posta non c'è) e quasi sicuramente devi pagare per ritirarlo. Altrimenti ti affidi a delle società. Ovviamente compri all'estero 🙂 Ogni volta che sento dire "io non potrei mai" riguardo alla sveglia all'alba mi viene da ridere, perché l'avrei detto anch'io 😀 In fondo io sono quella che, per sopravvivere ai weekend da sola, aveva insegnato alle figlie a non alzarsi a. se non c'era luce fuori b. se non ero in piedi io. E voleva dire le 9 o anche più eh! Ma qui il sole alle 6 è alto e io non riesco mai a dormire oltre le 7 (spesso mi sveglio anche alle 6 nel weekend). Non esistono le persiane… Le bimbe dormono beate, per me è impossibile. E infatti la sera sono sempre uno zombie.
      Detto questo, quando mi alzo e vedo il mare e quella luce rosa che entra in sala… Beh, mi carica per tutta la giornata. E anche quando arrivano gli acquazzoni mi fanno ridere. Insomma, dovrei trovare un lavoro mi sa 🙂

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