Vita a Panama, episodio 5: la sola e unica, Rocio

Me la chiedevate a gran voce: una puntata sulla mia vita a Panama con protagonista lei, la mitica e unica, la grande e incredibile Rocio. Una donna un perché.
Rocio ormai è più famosa di Belen. Forse perché è colombiana, e si sa che le colombiane sono femmine vere.
Ma vediamo come inizia tutto. Quando sono venuta in estate a trovare mio marito l’ho aiutato a scegliere la casa. L’ho scelta in una prospettiva di “magari vengo, chissà”, e infatti eccomi qui. Abbiamo visitato case di 300mq (peccato non ci sia la faccina scioccata), e tutte avevano la stanza per la muchacha. Perché qui i “ricchi” (i bianchi, detti gringos) hanno la domestica.
Ok avere un aiuto, ma io non volevo nessuno in casa giorno e notte, quindi ho scelto una casa che non aveva nemmeno questa possibilità: niente stanza per la muchacha, ma solo una lavanderia. Mi comodava però che ci fosse qualcuno sempre disponibile nel pomeriggio se, per caso, avessi trovato lavoro, perché le bambine tornano tra le 14.30 e le 15.30 (in scuolabus).
Prima che arrivassi, mio marito aveva una ragazza nicaraguense che lo aiutava una volta la settimana. Io sono arrivata il 19 dicembre e lei era tornata a casa in vacanza, e aveva mandato la sostituta.
ROCIO.
Io e Rocio ci siamo conosciute il 21 dicembre e da lì non ci siamo più lasciate.
In un attimo, per me, è come se mi avessero catapultato a vivere con la mamma, ripagandomi del tanto tempo passato da sola. Perché Rocio non fa le pulizie. Rocio non mi prepara la cena.
Rocio mi fa da mamma.
Mi racconta tutti i cazzi suoi. So quando è mestruata, quanto ha pagato il vestito, mi fa leggere i messaggi dei tassisti che la baccagliano, mi parla della sua infanzia.
Soprattutto: PARLA. Parla per ore e ore e ore senza interruzione, proprio come mia mamma, che quando la chiamo boh, passano 20 minuti e mi accorgo di non aver ancora proferito parola.
Io sono lì seminuda pronta a fare la doccia e lei mi parla, mentre io ho le chiappe al vento. E mi racconta che è stata nel tal super, che il tassista le ha preso tot, che alla vicina hanno rubato le mutande, che le si è allagato il materasso, ecc ecc.
Come se mi conoscesse da sempre. E mi chiama señora.
Rocio arriva da Cali, Colombia. Ha 51 anni e 6 figli. La prima avuta da un brutto episodio a 19 anni, la seconda e il terzo avuti dal primo marito, le ultime tre avute dal secondo marito.
Il primo marito l’ha lasciata per un motivo veramente idiota, che non racconterò.
Il secondo l’ha lasciata per un’altra. Poi l’altra ha lasciato lui e lui è tornato, e Rosy che ha fatto?
Gli ha detto “bene, ecco le bambine, io vado a cercare fortuna a Panama”.
Ed è qui da quattro anni. La figlia minore ne ha circa 15 (capire i conti di Rocio è spesso un problema). È nonna, e una delle figlie si è operata alla pancia, da cui ha tolto del grasso per metterlo nelle chiappe.
E dice a me “certo che anche lei ha dovuto passarne”. IO.
È piena di toy boy, sua mamma è morta che lei aveva 13 anni, maggiore di 6 fratelli, due sorelline sono finite con lei, tra cui la neonata, dai nonni, il fratello e le altre due sorelle col papà. È cresciuta a raccogliere verdure e a pregare.
Viveva in casa con una panamense, la figlia di lei, la nipotina di un anno e il genero che andava e veniva, lontanissimo dalla città (quelli che sono venuti a casa mia vestiti a festa e si facevano i selfie con le foto delle mie figlie appese in camera). Dormiva nel letto con l’amica di 150kg (ho visto loro e la casa). Quando ha iniziato a lavorare con noi e con un’altra coppia expat, lui collega italiano di mio marito, ha deciso di andare a vivere da sola. La sua casa è tipo 10mq. Un sabato che ero sola l’ho aiutata accompagnandola a comprare il materasso, dormiva in terra. Un tizio con un pickup ci è venuto dietro e ci ha scaricato il materasso, poi l’abbiamo buttato in terra, dove occupava tutta la “camera da letto”. Ancora lì sta. Tempo fa le si è allagato.
Giorni fa si è comprata il frigo grazie ad un prestito. Era senza frigo.
Rocio per me è come una mamma. Non sono le lenzuola stirate, non sono i vetri splendenti, ma è la sua presenza.
È come posso lasciare una cosa in un posto e lei sa esattamente cosa farci. Come posso chiederle di ricucire uno zaino rotto. Di sgrassare una pentola incrostata con i suoi prodotti magici. È come quando ho bisogno di silenzio per lavorare si prende le bambine e le porta giù, o si chiude in camera con loro a farsi cucinare torte immaginarie.
È come ascolta le mie confidenze, come apre il frigo e mi dice “le preparo la cena?”, come mi consiglia i suoi rimedi per un malanno, come mi spiega tutto sui panamensi “tanto diversi dai colombiani”, mi raccomando.
È la serenità di avere un punto fisso, un appoggio, qualcuno che qualunque cosa succeda ti aiuterà.
È le risate che mi faccio ad ascoltare le sue teorie sulle doti fisiche degli uomini locali (chiquitiiiiiiiiico) e quelli colombiani (presente un braccio? Eh.). Señora, me mandò una foto, tenia una montagna“. Una montagna Rocio? De che? “De pelo señooora!!!“.
È come mi racconta i gossip proprio come fa mia mamma, di gente che manco conosco e di cui non mi importa nulla. E mi tocca ascoltare.
È allegria, musica latina, “ma veramente Milano esiste davvero?”, “nooo, señora, le lasci stare, poverine, sono bambine”.
Sarà che ormai sono 10 anni che vivo lontano da mia mamma, sarà che negli ultimi anni, quando ero sola, avrei avuto bisogno soltanto di lei, di poter tornare a casa una volta e dire “ah, la cena è pronta, la casa è in ordine”. Sarà che boh, ci siamo capite subito.
Ma io cercavo una mamma, Rocio cercava una delle sue figlie lontane.
Ed eccoci qui. In questo mix improbabile in cui io so le sue cose più intime e lei le mie.
Dovrei farle un video mentre mi racconta.
Ci penso, eh.
Mi mancherà, Rocio.
PS Ovviamente per Rocio sono sempre troppo magra, e vorrebbe rimpinzarmi. Ora che ho messo massa muscolare mi dice “mire que piernonas bonitas señora”.
Non ha capito che potrei non parlarle più.
PS2 Rocio non è il suo vero nome e va senza accento. Si chiama tipo Carmen Rosybeth.
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