Cos’è per voi la creatività?

Quando ero bambina, un giorno mia mamma venne a parlare con le maestre dell’asilo. Probabilmente lanciata da chissà quale approfondimento pedagogico, la mia maestra le disse che in me c’era qualcosa che non andava, perché disegnavo persone con una mano gigante e l’altra minuscola.
In effetti sono diventata un serial killer.
La maestra in prima elementare, invece, disse a mia mamma che sarei venuta anoressica e complessata, perché giocavo con le Barbie.
In effetti sono denutrita e insicura.
La realtà è che quando incontri qualcuno che frena le tue passioni, poi la situazione si mette male. Ho smesso di disegnare, per esempio. E l’ora di educazione artistica, alle medie, era per me una specie di supplizio.
Anche perché io non avevo il materiale Stabilo®, e mia mamma mi comprava pennarelli a basso costo e facevo dei lavori urendi, ma questa è un’altra storia.
Mi ci sono voluti vent’anni e la nascita di due figlie per capire che nessuno, tanto meno chi dovrebbe educarti, può mettere i freni alla tua fantasia e alla tua creatività, anzi. E per questo sto crescendo due bambine libere di esprimersi, di comunicare chi sono, nel rispetto degli altri ma senza che nessuno possa dire loro che c’è qualcosa che non va.
Perché la creatività si sviluppa in mille modi, non solo riuscendo a disegnare due mani perfettamente uguali. Perché essere creativi – non come diceva una certa campagna che girava ultimamente, eh! bocca mia taci – non significa saper fare qualcosa alla perfezione, essere i migliori, inventare qualcosa.
Significa essere liberi.
Ed esiste sensazione più bella?
Per anni ho frenato la fantasia perché avevo paura del giudizio altrui, di non essere abbastanza brava, di passare per “matta”. E invece, poi, vedendo le mie bambine, ho capito che esprimersi come si vuole ci rende unici, diversi, e pure più felici.
Stabilo® ha lanciato #SpazioAllaFantasia, chiedendo a noi genitori cosa significa esprimere la creatività, e non potevo non raccogliere l’invito. Potrei farci un trattato, ma mi limiterò a raccontarvi cosa facciamo (nel caso voleste copiare qualche idea, si sa mai!).
Per esempio, lascio che le mie figlie scelgano i vestiti da sole. Possono mischiare i colori come vogliono, mettersi una cosa pesante se fa caldo, indossare le paillettes. Chi ha detto che c’è un solo modo di vestirsi? Io stessa ho imparato a fare come mi pare, perché loro dovrebbero fare diversamente? Magari diventeranno stylist, chissà!
Ok, qualche consiglio glielo do. Ma qualcuno, eh!
Disegnare.
Questa è la vera chiave di tutto. Come sapete io non gioco tanto con le mie figlie, non ne sono molto capace. Anzi, so’ na chiavica, diciamoci la verità.
Ma, come dicevo, adoro colorare (non disegnare, per quello penso che ormai ci vorrebbero delle sedute dallo psicologo 😀 ). La nostra nuova mania?
L’art therapy. In casa abbiamo due poster giganti, uno di Parigi che ho attaccato in camera mia, uno sul mondo degli animali attaccato in camera loro. E quando arriva lo stress, o la stanchezza, che si fa? Si prendono i colori e si va avanti. E abbiamo mille libretti da colorare, che spesso facciamo insieme.
Quando invece devo lavorare e loro si annoiano, il modo migliore per intrattenerle senza fare niente (sono un genio del male) è il concorso.
Non sapete cos’è il concorso?
Il concorso prevede una gara di disegno tra le due, con le dovute proporzioni considerati i due anni di differenza.
I mezzi a disposizione sono gli stessi: pennarelli, matite o pastelli a cera.
L’obiettivo? Rappresentare la cosa più fantasiosa: che non vuol dire per forza fare un disegno bellissimo, ma colpirmi al cuore. Chi vince vede il disegno appeso da qualche parte, chi “perde” può comunque chiedere la rivincita! Vi giuro che il metodo le tiene impegnate a lungo, e la cosa più bella è vedere come entrambe tirino fuori le cose più assurde, facendo lavorare quella testolina: mescolano ricordi di viaggi, mandano messaggi d’amore alla mamma sotto forma di animali, mi spezzano il cuoricino con stelline che rappresentano i nonni.
Almeno una volta la settimana facciamo i pasticci.
Rabbrividite. Perché io lo faccio ogni volta, ma poi mi passa quando ho pulito tutto e soprattutto quando le vedo così contente di sporcarsi (e sporcare, brrr).
I pasticci prevedono:
libertà in cucina mentre io preparo qualcosa, tipo impastare, montare uova, tagliare verdure, comporre piatti dai gusti improbabili (che poi mangiano, eh. Io vomiterei all’istante)
– lavorare la plastilina e simili. Sì, proprio quella che poi vi ritrovate anche, ehm… nelle mutande. Le opzioni sono due: con quella riutilizzabile chiedo loro di prepararmi dei piatti succulenti, con quella che si secca si fanno i ciondoli per le collane (ne abbiamo fatti un sacco come regalo alle maestre, per esempio, e hanno fatto tutto loro, colorandoli pure!), posacenere per non fumatori, porta chissà che, rappresentazioni artistiche che solo loro capiscono
– i colori ad acqua. E ho detto tutto, amen.
Ho lasciato che le mie figlie mangiassero con le mani fin da subito (e ora usano le posate, tranquilli!).
Ho lasciato che andassero in giro in estate con gli stivali anti-pioggia.
Ho regalato loro dei gessi per disegnare sull’asfalto.
Ho portato loro in viaggio un quaderno su cui rappresentare, coi loro disegni, ciò che avevano visto.
Ho lasciato che scegliessero il rosa sempre e comunque, ma ho lasciato anche che trasformassero il rosa in blu, che preferissero il karate alla danza, che indossassero lo smalto nero o uscissero con la corona in testa.
Per alcuni, sono sicura, sembreranno troppo “libere”. Selvagge. Viziate.
Ma per me potersi esprimere significa questo: essere liberi da giudizi e pregiudizi, poter essere se stessi.
E non c’è niente che auguri di più alle mie figlie, nella vita!
#SpazioAllaFantasia è un progetto di Stabilo® che invita i bambini, piccoli e grandi, ad esprimersi con libertà e creatività attraverso i colori. Noi partecipiamo al progetto sulla piattaforma www.stabilo.com/it/spazioallafantasia, perché non lo fate anche voi?
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