I 3 errori educativi più comuni

Tutte cerchiamo di educare al meglio, ma spesso commettiamo errori educativi che sono talmente diffusi da non sembrare nemmeno tali.

Quali?

Ecco a voi gli errori educativi più frequenti e comuni:

1. Avere uno stile educativo.

E’ tra gli errori educativi, il più diffuso.

E’ normale e anche giusto “ispirarsi”  ad alcune letture, ma scegliere un metodo educativo, un guru della puericultura, che sia Gonzales, Montessori o Estivill , seguirne i dogmi come fossero leggi divine (come poi se seguissimo le leggi divine…), e pretendere di applicarle senza alcun aggiustamento alla propria famiglia  è il primo e più clamoroso errore educativo  che mi capita di vedere.
Preciso, non sono educatrice, puericultrice, neuropsichiatra, ma ho occhi e orecchie ed alcune cose le trovo un pochino aberranti.
E poi ho 40 anni quindi sono saggia, tiè.

Ho alcune amiche che sono ai ferri corti con i mariti perchè “non condividono il mio stile educativo”.
Che fanno litigate furibonde perchè il marito ha messo in castigo il figlio che aveva scritto sul muro con l’indelebile, perchè “non ha verbalizzato“o perchè inizia a mostrare segni di insofferenza per la convivenza a 3 (o 4) nel letto.
Mi è capitato di sentire “ho ripreso mio marito perchè non accetto che dica a mio figlio “si fa perchè lo dico io“”.
E resto basita.
Primo, è il padre: non uno che passa per sbaglio davanti a tuo figlio, ma IL PADRE. Avrà diritto anche lui di dire la sua, no?
Secondo, è tuo marito, te lo sei scelto e sposato, in teoria quindi non dovrebbe essere un buzzurro.
Terzo e soprattutto: ma come si può anche solo pensare che una frase o  un castigo possa avere conseguenze devastanti sul povero figliuolo, e non pensare minimamente che un padre sputtanato e sminuito e magari mollato, non sia un tantino peggio?

 

Altre mamme invece hanno detto con nonchalance di non far vedere i nipoti ai nonni, o aver comunque ridotto al minimo le visite.

Perchè sono alcolizzati? Picchiano? Umiliano?

No, perchè “usano il meccanismo premiale” o perchè ” pretendono baci” o ancora pretendono che il nipotino “saluti degli estranei, anche se non ne ha voglia”. Inconcepibile.

Ora, io capisco che ci siano dei comportamenti dei nonni che possono dare fastidio, giuro, lo capisco.
Ma Sant’Iddio, dovete proprio essere convinte che i vostri figli siano totalmente decerebrati.

Se in casa hanno serenità, comprensione,”alto contatto” e quel che vi pare, non sarà la nonna e il suo “dai amore, bacia zio” a rovinare tutto e a fare di vostro figlio un disadattato, su.
I bimbi sono svegli, specie se educati da genitori altrettanto svegli e “sufficientemente buoni”.

Scommetto che se lasciate fare, alla quarta volta sarà il bimbo a mandare il nonno a quel paese dicendo che lui saluta chi gli pare.

2. Essere troppo insicuri

Vedo mamme che hanno mille dubbi (come tutti) e cercano sempre una risposta altrove.

Anche questo, tra gli errori educativi, è molto frequente.

Ad esempio, sono iscritta ad un gruppo su libri per l’infanzia, e confesso che le domande mi lasciano spesso incredula: “avete un libro che spieghi al bimbo che non si morde? Che non si sputa? Che non ci si scaccola in pubblico? Un libro sullo spannolinamento? Un libro per insegnare a non lanciare giochi per terra?  Un libro sulla malattia per l’amichetto di mio figlio che ha la mamma malata? Un libro sulla dislessia per il figlio dislessico della mia amica? Un libro che spieghi che le persone invecchiano e muoiono?

Su mamme, le sapete da voi queste cose, nessuno meglio di voi può aiutare vostro figlio. E un libro è prima di tutto uno svago, non deve necessariamente insegnare qualcosa. Specie se di quella cosa non si ha alcuna voglia di sentir parlare.

Ieri invece parlavo con una mamma, atea e anticlericale, che porta tutte le domeniche il figlio a messa (con evidente sacrificio), perchè “anche io ci andavo sempre e ho paura che non portandolo poi possa mancargli qualcosa”.
Emh, perchè,  a te piaceva andare a messa, credi ti sia servito?
No! Lo odiavo!
Embè, ma allora?! Perchè sacrificarsi a fare una cosa che si detesta e che difficilmente un bambino di 5 anni apprezza?
Se si crede bene, è giusto, ci mancherebbe, se non si crede e lo si ritiene utile si può andare ogni tanto, o alternarsi con i nonni.

La stessa mamma mi diceva che iscrive il marito a tutti gli incontri-riunioni-corsi organizzati dall’asilo: “io non vado perchè sono sociofobica, ma mando lui, perchè altrimenti se non ci vedono mai chissà cosa pensano le maestre”.
Ma chissenfrega?
Questo povero papà, che starebbe volentieri a giocare 2 ore con il figlio, dopo tutta la giornata al lavoro, deve invece andare a 2 ore di riunione su “come parlare della morte ai bambini, quando fortunatamente sono tutti vivi e in ottima salute.

Dovremmo essere tutti più rilassati e sereni, e soprattutto pensare meno a cosa dicono gli altri e più “cosa fa stare bene noi, come famiglia?”.
I miei figli, ad esempio, adorano stare a casa. Durante la settimana sono fuori per tutto il giorno, se una domenica di pioggia vogliono stare a casa tutto il giorno in pigiama, ma bene! Certo non mi faccio problemi perchè “non hanno fatto esperienze”. Le hanno fatte eccome: tutto il giorno a casa trovando sempre cose nuove da fare, non è forse un’esperienza?

3. Essere troppo sicuri

Se essere troppo insicuri ci rovina la vita, esserlo troppo rovina quella dei figli: “io sono la mamma e so cosa è meglio per mio figlio”.
Insomma, non è necessariamente vero, eh.
Se vostro figlio vi chiede disperatamente di iscriverlo a calcio e voi “no è da buzzurri, devi fare scherma”.
Se lui vuole andare al parco e “no, c’è gentaccia”
O lui vuole a andare a scuola e “no, la scuola rovina le giovani menti, facciamo homeschooling”.
Un po’ di umiltà non guasta.
E ok, questi sono casi estremi, ma quante mamme si licenziano per non mandare il bimbo al nido o dai nonni (“non l’ho fatto per parcheggiarlo”…), o non escono perchè “non l’ho fatto per lasciarlo ad altri”?
Mi auguro, davvero mi auguro di essere la migliore mamma possibile per i miei figli.
Ma, nel dubbio, diversifico il rischio. Tra me, il padre, i nonni, la scuola, il doposcuola e lo sport, qualche insegnamento buono arriverà pure, no?

Insomma, il concetto è sempre lo stesso: dovremmo ascoltarci di più, ascoltare i nostri figli e fidarci delle nostre sensazioni.
Ma anche ricordare che non siamo insostituibili: facciamo del nostro meglio, ma  dobbiamo anche fidarci degli altri, non pretendere che tutti, dai nonni alle maestre al papà, si comportino esattamente come noi.
E soprattutto, fidiamoci dei nostri figli: sanno distinguere tra noi e gli altri e, ne sono certa, sanno reagire efficacemente a “sistemi educativi” diversi da quelli che vivono a casa.

 

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