Mio padre aveva un gatto nero

I miei bambini non hanno avuto la fortuna di avere dei nonni, ad eccezione di mia madre.

La sorte ha voluto, infatti, che appartenessero ad una famiglia privata dei nonni molto presto.

Non siamo quindi noi la fortunata famiglia italiana su 3 che, secondo un sondaggio, affida i bambini ai nonni quotidianamente, ma facciamo parte sicuramente di quella fetta di intervistati che esclama con estrema invidia:

beato chi è nonnassistito!

Perché, diciamocelo, i nonni sono un bene prezioso: accudiscono i nipoti e, con loro, anche noi genitori.

Sollevano da incombenze pratiche, piccole o grandi che siano, dagli inconvenienti e dalle necessità, dagli imprevisti, dai ritardi, dai malanni e chi più ne ha più ne metta: santi nonni!

Esiste una presenza più importante e preziosa per noi e per i nostri bambini?

No e non esiste un rapporto più speciale di quello che i nostri piccoli hanno con i nonni, soprattutto se in questo rapporto entrano in gioco dei cuccioli che vanno ad arricchire la relazione nonno-nipote e a migliorare la vita sia dei piccoli che degli anziani.

La presenza di un animale da compagnia, infatti, non solo migliora nettamente la qualità di vita del nonno, mantenendolo attivo e in movimento, agevolandone la socializzazione e curando l’anima con l’amore incondizionato e la positività che regala, ma insegna al bambino attraverso il nonno cosa significhi prendersi cura di qualcuno che si ama assumendosene la responsabilità.
Aiuta il bambino a crescere, ad essere a sua volta più socievole, stimola il suo sistema immunitario, lo responsabilizza, ne stimola l’empatia e la sensibilità.

Un animale da compagnia va oltre quello che rilevano i sondaggi.

Mio padre aveva un gatto, nero come la pece, selvatico e difficile.
Le mie sorelle ed io lo prendemmo in un gattile tanti anni fa e poi, ognuna di noi andò per la sua strada, ma il gatto no, restò con lui, lui che non se ne separava mai.
Non si allontanava da casa per più di qualche ora se nessuno poteva badare a lui.
Non lo lasciava solo la sera.
Non lo abbandonava mai.

Un giorno di aprile di due anni fa quel legame si ruppe e del nonno restò questo gatto nero.

Nero come la pece, selvatico e difficile, come allora, incarna il legame con chi non c’è più.

E’ così per noi adulti e lo è per mio figlio.

E’ il gatto del nonno.

E’ lui che ha aiutato un bambino a superare la sua prima vera perdita e gli ha insegnato che la vita continua, nonostante il dolore, e che le persone che ami non ti abbandonano mai, ma restano con te.

E’ lui che ha aiutato chi è rimasto a sentirsi meno solo.

Post in collaborazione con Purina, nella XXII edizione di “A Scuola di PetCare”, Campagna Educativa PetCare che l’azienda promuove da anni con l’obiettivo di promuovere, nelle scuole e in famiglia, la diffusione di una relazione corretta e responsabile con gli animali da compagnia
Per maggiori informazioni sul progetto “A Scuola di PetCare” visitare il sito www.purina.it o chiamare il numero verde Purina per Voi 800.525.505.

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