Vita a Panama, episodio 6: i punti di riferimento

Quando ti trasferisci in un posto nuovo, che sia nella stessa regione o in un altro continente, non perdi solo la tua famiglia, i tuoi amici, il tuo lavoro, ma anche i tuoi punti di riferimento. Pensate che sia poco? Pensate che so, alle vostre botteghe di fiducia. Dove trovare la carta velina. Dove organizzare le feste di compleanno. Chi fa le torte più buone? Dov’è il migliore parrucchiere? E potremmo andare avanti all’infinito, pensando a tutte le nostre giornate. Ci sono momenti della vita in cui i punti di riferimento contano poco, non ti mancano, magari ti sconsolano giusto un po’ quando hai bisogno di qualcosa e non lo trovi, ma ce ne sono altri in cui diventano un tutt’uno con te, con la tua esperienza, col tuo essere stesso. E non è per forza un lavoro, o una scuola, o una casa, ma sono le piccole cose che, finalmente, ti fanno sentire a CASA. E quando le trovi, ecco, in quel momento lì forse forse ti dispiace anche andartene via. Forse.

I miei punti di riferimento a Panama

Dopo quasi un anno, finalmente sento di aver trovato qualcosa di mio, qualcosa che scandisce le mie giornate, qualcosa che mi fa dire “vieni, questa è casa mia, te la presento”. Qualcosa che mi permette anche di dare consigli.
Il parco: io sono nata per stare nella natura. Forse perché Prato è circondata da colline e montagne, forse perché sono cresciuta così, non lo so, ma il verde mi dà pace. E a Panama c’è solo cemento, in città. Per dire, il pomeriggio raramente usciamo perché odio andare ai giochi sotto casa, sul lungomare, proprio a causa del traffico e del cemento. Poi ho scoperto il parque Omar, un polmone verde disseminato di giochi per bambini in cui si possono passare giornate intere. Il paradiso!
La palestra: odio la palestra, amo lo sport. E ho trovato lei, Irina. È la mia insegnante di tessuti aerei e ora l’ho seguita anche a yoga. Ho trovato la mia dimensione, vado la mattina presto, mi sento a casa, spesso sono sola con lei e lei ormai mi conosce, è dolce e bravissima e il giorno in cui me ne andrò mi mancherà tanto, e so che faticherò a trovare un’insegnante come lei.
Il quartiere: il quartiere in cui vivo è privo di qualsiasi cosa, a parte la vista meravigliosa. Grazie a Instagram ho scoperto che tutte le cose più carine sono nel quartiere San Francisco, dai corsi di yoga ai café per il brunch. Spariscono i grattacieli e appaiono le palazzine basse, le stradine piccole e anche tante villette (e villone!) con giardino. Certo, frequentare solo al mattino, se no poi per tornare a casa ciao.
L’appuntamento: c’è un posto che adoro, mi sembra di stare nel Marais ogni volta che ci vado, a parte l’aria condizionata a 12 gradi. Si chiama Nina Concept Store e a parte quello che vendono – io comprerei tutto – spesso il sabato organizzano delle degustazioni per cui arrivano ristoratori da tutta la città (c’è pure El Porquettaro), i migliori chef, i migliori locali, tutti col loro stand in strada o nel negozio con piatti a pochi dollari e buonissimi. Ogni volta non me lo perdo.
Il weekend: abbiamo finalmente scoperto una spiaggia a due passi da casa, un po’ vicina al canale ma va beh, se ci vanno i panamensi possiamo andarci anche noi. È ricoperta di conchiglie meravigliose, danno lezioni di paddle e con la bassa marea escono delle isolette che sono la gioia dei bambini.
Stiamo sperimentando non pochi ristoranti, tutti onestamente buonissimi. Abbiamo scoperto anche una pizzeria italiana al 100%, Ciao Ragazzi, proprietari bravissimi, con lo spazio dedicato ai bambini: giochi, tavoli, colori… Un sogno!
Le serate childfree: esistono anche quelle! Spesso è il Casco Viejo, la parte antica della città, di cui adoro il Tantalo, altre volte sono ristoranti semplici e carini all’interno di grosse torri o dei centri commerciali (non gli avrei dato una lira!). Abbiamo scoperto anche i corsi di cucina di uno chef spagnolo e ci siamo fatti un paio di bellissime serate.
La spesa: per me la spesa è proprio parte integrante del sentire un posto “mio”. Andavo a farla nel super vicino casa (per modo di dire, comunque in auto), e spendevo UN’ERESIA. Per comprare sostanzialmente frutta verdura e le cose per la merenda delle bambine. Adesso, come ogni buona sciura che si rispetti, ho i miei posti. Cioè in un posto una cosa, in uno un’altra, e così via. Le cose per la pulizia o per la casa, biscotti e altre cose in grandi quantità le compro all’ingrosso. Una volta ogni due mesi e ciao. Vado al super di San Francisco subito dopo yoga, alle 9 di mattina, non c’è nessuno, è enorme, panamense 100% e più economico. Frutta e verdura le compriamo al mercato: devo ammettere che non ho ancora avuto il coraggio di andarci da sola – perché bisogna entrare dentro con l’auto, tra le bancarelle, e boh, mi fa un che – ma mio marito ci va ogni sabato.
I corsi kids: fino all’anno scorso P. faceva danza e karate a scuola, la sorella nulla. Quest’anno la grande ha abbandonato la danza, di nuovo (c’è poco da fare, le piace altro!), a favore della ginnastica, ha mantenuto il karate e ha aggiunto un’altra attività, il nuoto sincronizzato. Il fato ha voluto che il corso sia il sabato mattina dalle 9 alle 11 sotto casa, ci andiamo a piedi! Per me una specie di sogno. Il gruppo carino e le insegnanti dolcissime. Così il sabato mattina io e lei andiamo in piscina (really panama style) e la sorella e il babbo a fare compere.
E la piccola? Ma con Irina, ovviamente! A novembre inizieranno i nuovi corsi di danza per le piccole e la porterò da lei, dato che l’orario e il posto sono perfetti per noi. E che volere di più?
Le amiche: che casa è, senza amiche? Qualche settimana fa, Rocio ha portato un’oretta le bambine nella stanza dei giochi al terzo piano del palazzo. Tornano su e mi dicono che hanno conosciuto un’italiana che si è appena trasferita, ha una bambina di otto anni. La cerco, hanno sbagliato a memorizzare il numero di appartamento, chiedo informazioni su di lei, sono decisa a trovarla ma lei trova prima me. Lei è quella con cui “dai, vieni che ci beviamo un bicchiere di vino”. Lei è quella che in un mese probabilmente sa molte più cose di me di tante persone che sono nella mia vita da anni. Lei è quella che ha la mia stessa laurea, legge le mie stesse riviste, faceva il mio stesso lavoro. Lei è quella persona su cui so di poter contare se la notte ho un problema, se ho bisogno di appoggio, se ho un’urgenza, semplicemente lei c’è, e io per lei.
E una volta che hai trovato un’amica così, allora sì, sei a casa.
E quasi ti piange il cuore all’idea che un giorno dovrai dirle ciao.
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