La scuola oggi: è davvero così disastrosa?

In questi giorni mi è capitato di vedere un video molto condiviso, dove un attore in un’aula di tribunale accusa la scuola di oggi (nel video si parla della scuola americana) con frasi, immagini e retorica molto ad effetto.
Populista e ad effetto.
Mostra i progressi degli ultimi 150 anni, confrontando mezzi di trasporto o tecnologia di allora e di oggi.
E poi una foto di un’aula scolastica allora ed oggi, con differenze davvero minime.

Accusa quindi la scuola di non essersi mossa, di non essersi adeguata al progresso, di essere statica.
Usa poi la famosa frase di Einstein:

Ognuno è un genio, ma se si giudica un pesce dalla sua capacità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà l’intera vita a credersi stupido

E insomma, la morale è che la scuola va svecchiata, che così uccide creatività ed inventiva e ammazza gli studenti, creando solo dei gran pecoroni, che deve adattarsi alle diverse peculiarità degli studenti.

Questo video ha una marea di commenti, molti critici, che evidenziano come sia irrealistico pensare di avere una scuola su misura per ogni studente, e molti a favore, con tante preoccupanti esperienze di persone che parlano di anni di angoscia a scuola, per il fatto di essere stati considerati stupidi e incapaci solo per non essere riusciti ad adeguarsi a questo sistema scolastico.

Io credo che, come in tutte le cose che creano molta discussione, ci sia verità da ambo le parti.
E’ vero che la scuola è vecchia.
Basta vedere i programmi, che sono ancora fermi alla seconda Guerra Mondiale.
E’ anche vero che omologa e che ha insegnanti sottopagati e spesso non all’altezza.
Credo anche che cambiare, qui, in Italia, oggi, sia pressoché impossibile.
Siamo capaci di scannarci per un albero di Natale, figurarsi se si farà mai una riforma totale del metodo scolastico.

Forse però, anche così, le cose possono andare benone: dipende solo da che insegnanti si trovano.

Io, come vi ho già raccontato, sono in una piccola scuola di paese, 100 alunni in tutto, sezione unica.
Le mie maestre non hanno certo guizzi geniali, il programma mi pare vada a rilento, ma ho deciso che mi piacciono.
Da quella che è l’esperienza in questi 3 anni, non etichettano e non giudicano.
E, in questi primi anni di formazione, credo sia la cosa più importante, più della grammatica, dei voti o di quanto corrano per essere migliori delle altri classi.

Mio figlio ha faticato due anni. In italiano e matematica prendeva voti mediocri, ma non è mai stato etichettato come asino.

Mi han detto sin da subito che non lo capivano, perchè sembrava un bambino molto intelligente per le sue osservazioni e le sue domande, e non si spiegavano i risultati così modesti.
Poi il motivo è emerso, era un DSA.

Loro hanno accolto con sollievo questa notizia, senza trincerarsi dietro burocrazia e carte. Non ho ancora la certificazione ufficiale, perchè con il servizio sanitario pubblico ci vorranno mesi o anni, ma hanno subito accolto la certificazione della logopedista pediatra.
Il rendimento di mio figlio è sbocciato: è bastata un po’ di fiducia in più e il loro incoraggiamento.

Non segnavano più sul quaderno quanto fosse distratto, ma si complimentavano quando non lo era, quando faceva un po’ meno errori.

Con la terza, si è verificato quello che speravamo tutte, maestre e io: con le nuove materie, scienze, geografia, storia, geometria, e con le prime vere prove di studio, Mirtillo ha avuto un cambiamento mostruoso.
Se lo avessero etichettato come quello lento e mediocre, questo non sarebbe stato possibile.

In classe c’è un bimbo che prende una nota al giorno: non sa proprio stare alle regole, ma si vede che è un bambino sveglio.
Non ho confidenza con la mamma, e non so esattamente come gestiscano la cosa, ma da quello che vedo, anche con lui, nessuna etichetta.
Si va avanti sperando che il comportamento migliori.

Ecco, lui è forse uno di quei bimbi maggiormente a rischio nel nostro sistema: io sono certa, certissima che sia estremamente intelligente, lo vedo dallo sguardo, ma probabilmente non trova alcuno sbocco nelle materie che si insegnano: il pesce a cui non puoi chiedere di scalare la montagna, insomma.

Come Mirtillo è emerso nello studio, lui magari emergerà nell’arte, nel disegno, nella musica.
Il problema è che sono materie pressoché assenti alla primaria: le menti artistiche, creative, se non trovano insegnanti in grado di cogliere le loro doti, rischiano davvero di essere stroncate.
Ecco, credo che il problema sia sostanzialmente qui: poche materie alternative alle elementari e medie che consentano ai bambini più creativi o “manuali” di rendersi conto che hanno un talento enorme, che magari sono scarsi in italiano e matematica, ma sono imbattibili in arte o musica o a costruire o ad inventare.

Sicuramente riconoscere  questo talento li porterebbe ad acquisire una fiducia che i voti mediocri nelle materie classiche stroncano.
Lo pensavo prima, e lo so ora, i voti servono solo ai bambini che li prendono alti.

Certo, ci sarà un bambino su 100 che di fronte a un brutto voto si rimbocca le maniche, ma gli altri 99 si sentiranno solo profondamente stupidi.
Fosse per me li abolirei (sì, anche ora che mi danno soddisfazione), ma quello che conta è almeno bilanciare: se non si è bravi in italiano, si sarà sicuramente bravi in altro, sta alla maestra o al professore (oltre a noi genitori ovviamente) trovare dove. Anche se si tratta di materie non insegnate ufficialmente, credo ci sia comunque il modo di far capire che tutti abbiamo un talento.

Senza trovare il punto di forza, ha ragione l'”avvocato” del video: a parte gli alunni bravi nelle materie classiche, tutti gli altri saranno un branco di infelici e frustrati.

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3 Comments

  • Neanche io me la sento di bocciare in toto la scuola ma ritengo che spesso sia autoreferenziale e soprattutto che i voti lo siano e non aiutino davvero il bambino a comprendere in quale direzione lavorare. Vero poi che è difficile chiedere alla scuola di scoprire e coltivare i talenti dei nostri figli. Altrettanto vero che la qualità dell'insegnamento spesso emerge più dal buon senso del singolo insegnante che non da un sistema ben oliato. Purtroppo la soluzione non ce l'ho, ma chissà che parlandone…

  • Ciao, mio figlio ha iniziato la prima elementare a settembre e per ora sto a guardare. È vero che la scuola purtroppo non insegna materie alternative e quindi chi ha la passione per l'arte o la musica ed è particolarmente portato in questo viene penalizzato. Qualche tempo fa parlavo di scuola con una psicologa che ha lavorato per anni coi bambini e questa mi ha detto che ha visto bambini intalligenti che a scuola non erano granché o addirittura andavano male e bambini non particolarmente intelligenti essere i primi della classe. Mi ha fatto inoltre notare che esistono bravi matematici ma anche bravi musicisti. È un po' l'esempio che hai fatto tu nel post e che condivido. Trovo che l'insegnante sia molto importante ma ancora di più lo è la famiglia che deve prendere atto e accettare il figlio/a com'è e aiutarlo a sviluppare sicurezza in se stesso. Purtroppo alle recenti udienze ho sentito madri scagliarsi contro gli insegnanti perché hanno fatto notare una carenza o dato un consiglio su come aiutare i bambini nello svolgere i compiti. Genitori che non si mettono mai minimamente in discussione ma che cercano di affibbiare una responsabilità a chiunque, prole compresa.Sui voti non sono del tutto d'accordo col post, forse perché ho il ricordo di me alle medie che recuperavo forsennatamente i brutti voti verso la fine dell'anno, per non farmi bocciare. Le cose le capivo e mi piacevano ma purtroppo cadevo sempre nel vizio di farmi fare i compiti da mio padre. Per questo credo molto nella parte che devono fare i genitori. Quando ho iniziato ad avere più sicurezza in me stessa ho iniziato anche ad impegnarmi. Barbara

  • Io penso che non ci si possa aspettare molto da una scuola dove chiedono soldi ai genitori per cose basilari come la carta igienica. L'istruzione non dovrebbe essere lasciata solo alla buona volontà delle singole insegnanti.

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