Sii la migliore versione di te stessa

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Lo so, è una frase che ultimamente si sente spesso. Io l’ho sentita la prima volta traducendo un articolo per il magazine per cui scrivevo, che parlava di benessere: sii la migliore versione di te stessa. E ci ho creduto. Ci ho creduto così tanto da farne un mantra, perché se tante cose mi erano chiare da sempre, su altre dovevo lavorare.
Perché è facile essere una bella versione, la migliore, quando per esempio si è alte, magre e toniche. Inutile prendersi in giro. Ma essere soddisfatte di sé non significa rispondere ad un canone, non significa equivalere ad una pubblicità.

Essere soddisfatte di se stesse non è semplice, oggigiorno

Essere soddisfatte di se stesse significa essere consapevoli della base di partenza – sia essa fisica, economica, intellettuale, quello che volete, perché accettarsi comprende tutte le sfere, anche il nostro essere mamme – e da lì lavorare per sentirsi meglio, per stare bene, per essere in pace e non avere niente da recriminarsi.
Perché non c’è un modo giusto o sbagliato di essere, e nessuno può imporcelo. Certo, ci sono delle regole di vivere civile, l’educazione, il rispetto per gli altri, l’igiene personale, ma il resto lo decidiamo noi, siamo noi che decidiamo cos’è bello, cos’è piacevole, qual è il livello culturale accettabile, che educazione seguire o come mangiare. Nessuno e nessuna moda possono imporci niente, né di essere magre, né di avere 10 figli e crescerli tutti in un certo modo, né di fare un determinato lavoro (o farlo proprio).

Stare bene significa accettarsi senza curarsi degli altri

Il primo punto per stare bene, secondo me, è proprio questo. Capire che le nostre decisioni, il nostro modo di essere e la nostra personalità non devono essere influenzati dagli altri, da quello che gli altri pensano o scelgono, da quello che ci viene richiesto. Possiamo cercare di cambiare per andare più d’accordo col nostro compagno o per essere madri più attente, ma il confine tra il compiacimento altrui e la disponibilità a cambiare è molto labile.
Poco tempo fa ho scritto un post in cui parlavo dell’accettazione della mia situazione: prima mi sentivo inadeguata perché non lavoravo, poi perché lavoravo troppo, poi perché ero expat e nulla facente o quasi. Ora ho capito che sono io e soltanto io che posso decidere cosa va bene per me, che non importa se agli occhi di qualcuno non faccio abbastanza (abbastanza in casa, abbastanza fuori casa, abbastanza col marito o abbastanza coi figli), perché io e solo io so cosa è abbastanza per me e per la mia famiglia.

Una delle principali insoddisfazioni femminili riguarda il fisico

So che una delle principali insoddisfazioni femminili è attinente al fisico. Molte donne, già prima di diventare mamme ma soprattutto dopo, non sopportano il proprio fisico, l’altezza, il peso, il seno grosso o piccolo, il naso, le mani, le gambe, la pancia, qualsiasi parte del corpo è analizzata fino allo sfinimento perché giudicata non conforme ai canoni.
Quante di voi sono insoddisfatte del proprio corpo? Sì, tante, lo so. E lo so perché ci passiamo tutte, alte e basse, grasse e magre, perché la società ci impone dei modelli irraggiungibili, dei modelli a volte photoshoppati e a volte semplicemente così per natura, per carità, ma comunque, come abbiamo già detto, dei modelli che non siamo per niente obbligate a seguire.
Quello che dovremmo seguire, invece, è un modello di benessere generico, un qualcosa che ci faccia sentire bene, che ci faccia amare noi stesse per quel che siamo e per quella versione migliore che abbiamo voluto raggiungere. Perché non c’è niente di male nel volersi migliorare, se questo migliorare ci porta a vivere meglio, ad avere più forze e ad essere soddisfatte.

Volersi migliorare è sempre positivo

E questo vale per il fisico, anche se di base non siamo Gisele, non significa che non possiamo piacerci (perché, vi dico una grande verità: la maggior parte delle donne si discosta decisamente da Gisele!), che non possiamo essere femminili, vestite bene, che non possiamo valorizzarci e piacerci accettando le gambe corte o la pancetta (su cui si può lavorare, se proprio ci disturba…. SE PROPRIO!).
Vale per il lavoro, che se non ci fa stare bene possiamo cambiare, o possiamo trovarne uno se fare le casalinghe non fa per noi (o almeno provarci, so che molte hanno difficoltà a trovare lavoro ma esistono altre soluzioni, se proprio stare in casa non fa per noi), o accettare il fatto che lavorare ci serve per vivere, e trarre soddisfazione da molte altre cose.
Il cambiamento parte da noi, da nessun altro. Siamo solo noi che possiamo decidere cosa ci fa stare bene e perdere tempo a preoccuparsi del giudizio altrui ci allontana dall’obiettivo.
Se volete dimagrire non deve essere perché gli altri pensano che siate grasse, ma perché VOI lo pensate e non state bene così. Se lavorate troppo e vedete poco i vostri figli dovete provare a trovare un nuovo equilibrio perché VOI lo volete, non perché per la società (o la vicina, o la suocera, o la tale su FB) pensa che siate una madre di merda.

Il cambiamento passa solo da voi

Quindi basta: è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche, di scacciare via i brutti pensieri, di eliminare dalla vostra vita le persone negative, di farvi valere, di non permettere a NESSUNO di dirvi come e chi dovete essere.
Da oggi siete voi a scegliere la migliore versione di voi stesse, ok? E se questa versione prevede la pancetta, la pinza in testa e la casa in disordine sono solo affari vostri, nessuno ha il diritto di metterci bocca.
Se invece quella pancetta volete buttarla giù, o volete trovare il vestito giusto per non metterla in mostra, o avete bisogno di supporto per affrontare la collega stronza… Beh, noi siamo qui. Siamo qui per farlo insieme, sempre.
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