Un invito a Parigi che mi ha fatto capire tante cose

Qualche mese fa si è prospettata la possibilità che una di noi tre dovesse andare a Parigi ad un evento internazionale, Efluent5, a cui erano invitati i principali blogger europei (e qualcuno anche oltreoceano) che si occupano di genitorialità.
Essendo Anya a Panama e Kla con una neonatina, l’incaricata non poteva che essere la sottoscritta.
Inizialmente mi sembrava troppo bello e troppo assurdo per essere vero. In Italia non siamo abituati a eventi così, con viaggio ed hotel pagato per così tante persone.
E invece era vero, e mi sono trovata con un biglietto aereo in mano e una stanza fichissima prenotata in un Hotel di fronte al Louvre.
Sfiga vuole che la stessa settimana era prevista la leggendaria réunion delle sfumature.
Sostanzialmente sarei partita la domenica per rientrare a casa mia solo la domenica dopo, con una parentesi per il giovedì sera.
Mi sono sentita una vecchietta: dormire fuori casa e stare lontana da marito e figli per una settimana mi sembrava una tragedia.
Non per sensi di colpa nei confronti dei figli, assolutamente: siamo sempre assieme e sono profondamente convinta che stare un po’ lontani sia un toccasana per tutti.
Era proprio una questione fisica, la mancanza del mio letto, delle mie cose, dei miei vestiti, delle serate con mio marito.
Anche organizzare il lavoro in studio per tre giorni di assenza in giornate lavorative mi preoccupava.
Ma quando do la mia parola, la mantengo, e quindi, no, niente ripensamenti!
E’ stata una sfida con me stessa.
Io, che ho la fobia del volo, sono partita da sola, 3 ore di autostrada, per la prima volta in vita mia sono arrivata da sola in aeroporto, ho parcheggiato, ho cercato il gate.
A molte sembrerà una sciocchezza, ma per me non lo era.
Poi, mentre ero in fila al check in, vedo questa gnocca arrivare: era elena, di The yummy mom. Poco dopo ci siamo trovate con Silvia di Cosedamamme, e non ci siamo più lasciate.
E qui inizia il bello.
Vi parlerò prossimamente della mia fobia del volo, ma ero esaltatissima: è davvero pazzesco avere la possibilità di cambiare totalmente mondo in così poco tempo.
Era una vita che non tornavo a Parigi.

Arrivare, trovare l’autista, avere una camera enorme di fronte al Louvre al Saint James Albany Hotel e l’appuntamento per il trucco e parrucco per la cena di gala… mi sono sentita una principessa, sì.

 

 

Per poco, perchè voi non avete idea della quantità di gnocche che son sbarcate da tutta Europa per questo evento.
Elena, Lucrezia e Silvia
Io ero lì, tonda nanetta e … nonnetta, visto che credo di essere stata la più vecchia dell’adunata… e mi vedo circondata da questo stuolo di madri superfighe in abito da sera.
Non invidio le mogli dei papà blogger presenti, secondo me sono ancora lì che si asciugano la bava.
Il giorno seguente era dedicato all’evento  #Efluent5, che è una sorta di fiera riservata ai blogger, dove vi sono diversi stand di prodotti per l’infanzia.
Mi sono rimaste impresse delle scarpe fichissime (non distribuite in Italia), i cofanetti in abbonamento per appassionate di cucito, con il kit completo e la spiegazione passo passo e a prova di tonti (anche questo non ancora distribuito in Italia), gli smalti lavabili ad acqua, stoffe particolari.

 

Finito l’evento io e Lucrezia di Ceraunavodka siamo andate a sbevazzare insieme, mica potevamo smentirci?

 

Il giorno dopo è stato dedicato ad un assaggio della meraviglia di Parigi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La verità?
Parigi è stupenda, ho  lungo sognato di viverci, dopo l’Università.
Ma non la ricordavo così grande: spostarsi richiede davvero tanto tempo, anche per il solo cambio tra una metro e l’altra bisogna macinare chilometri.
Insomma, resterà il mio sogno perduto, perchè credo sia davvero fichissimo viverci a 20 anni, ma con famiglia e figli, in tutta sincerità, non sarebbe adatta a noi (ora ho un’amica in meno, ti ho voluto bene Anya 😉 ).
Questo evento mi ha consentito di conoscere finalmente blogger italiani che conoscevo solo virtualmente, mi ha consentito di vedere com’è considerato il blogging all’estero, mi ha regalato tre giorni incredibili.
Ma il regalo più grande è stato farmi capire che la mia eterna insoddisfazione non è “reale”, che non vorrei una vita diversa da quella che ho, non vorrei vivere in una metropoli (ora), che non vorrei e non potrei vivere con la valigia in mano.
Mi ha insegnato che non c’è posto migliore di dove già sono.
Grazie a Selctour Afat per il meraviglioso e perfetto viaggio, a Pierre Fabre per  il Kit di accoglienza.
A Sophie di Paroledemamans per l’entusiasmo, la passione e per aver creduto in noi.
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