I nostri figli nella campana di vetro: difenderli a tutti i costi

Siamo genitori più attenti, più preoccupati, più impegnati a rispettare il nostro ruolo e a crescere figli responsabili e sicuri nel mondo.

E per farlo, facciamo un sacco di cazzate.
Ieri ho ricevuto un messaggio nella chat di classe. La stessa mamma che proponeva – ne avevo parlato su Facebook – di tenere a casa i bambini sani fino a che non lo fossero tutti e quindi il virus debellato, insomma lei ha scritto che non è bello invitare tutta la classe ad un compleanno tranne due bambini, e che se proprio vogliamo farlo dobbiamo avere la delicatezza di farlo in segreto, senza che gli esclusi se ne accorgano. (ho chiesto a mia figlia: secondo lei sono invitati 12 su 25, tanto per dire)
Che per carità, io la delusione la capisco. Ma le delusioni esistono, e i nostri figli devono imparare a conviverci.
Come esistono i brutti voti, i no in amore, i colloqui andati male, le cadute.
Esistono, e non sarà tenendo i nostri figli sotto una campana di vetro che sapranno affrontarli meglio. Non sarà difendendoli sempre, spianando loro la strada, facendo per loro, che cresceranno sicuri e pronti per questo mondo in cui nessuno ti regala niente, tantomeno l’empatia.
Invece di confrontarsi su un brutto voto si dà la colpa all’insegnante.
Invece di interrogarsi su un comportamento scorretto si giustifica cercando la colpa negli amici, nell’ambiente, sempre in qualcun/qualcos’altro.
Invece di chiedersi perché per lui siano troppi quei compiti, mentre gli altri li fanno senza problemi, si scrivono lettere ai giornali per diminuirli.
Viene lodata la mediocrità, perché l’idea che ognuno debba fare il proprio dovere non è più condivisa. L’idea che un bambino debba fare il suo dovere a scuola, comportarsi bene, maturare e crescere non è affatto scontata: si premia il minimo sforzo, guai a non dire bravo.
Già, ci siete cascati anche voi? Dover incoraggiare sempre e comunque un figlio per non ledere la sua autostima, perché possa crescere sicuro di sé. Sicuro di sé per il fatto che – che so – ha scritto una frase piena di errori ma che importa, si è sforzato.
Perché se gli fai notare che ha sbagliato mica lo fai crescere, no, lo deludi, lo fai sentire una nullità.
Questa campana di vetro riguarda ogni sfera, da quella pratica della quotidianità – vestirsi, nutrirsi, auto-gestirsi – a quella scolastica fino a, e soprattutto, quella relazionale.
Le relazioni dei nostri figli sono attentamente seguite da noi genitori che non lasciamo spazio alla minima sbavatura. Non inviti mio figlio al tuo compleanno? Ti rimprovero nella chat di classe, perché tu sappia che sei una persona orribile. E magari pretendo anche che lo inviti.
Ai giardinetti, quanti ne avete visti che intervengono se il figlio viene escluso, spintonato, se gli viene rubato il posto? Ammetto che anch’io, a volte, sono stata tentata di farlo. Di difendere mia figlia, quella che corre felice incontro a tutti chiedendo di giocare e poi si prende dei bei no secchi.
Una volta mi è successo, eravamo in una grande piazza piena di bambini e P. seguiva delle bimbe nella speranza di poter giocare con loro. Ma le bimbe si sa, sanno essere crudeli, e non gliel’hanno concesso, in quella maniera sgradevole che se hai 7 anni ci resti molto male. È venuta da me con le lacrime, le ho detto che nessuno è obbligato a giocare con nessuno, ma che non è nemmeno educato essere sgradevoli e che lei dovrà sempre permettere a tutti di giocare con lei. Voleva che intervenissi, ma mi sono rifiutata. Le ho detto una cosa che mi ripetevo sempre da bambina, quando venivo esclusa (e mi capitava, eh):
non escludere nessuno, ma non aver nemmeno bisogno di nessuno (ma abbi gioia nell’accogliere, questo sì)
Non credo di essere particolarmente brava, ma non ho mai pensato che evitare le delusioni ai nostri figli sia un bene. Non lo è, non lo è perché nelle relazioni penseranno di avere sempre ragione, che dovranno piacere a tutti perché semplicemente… piacciono alla mamma e al papà.
Ma lo sappiano, vero, che non è così?
Non è un bene perché a scuola e nel lavoro non si accorgeranno dei propri limiti e non sapranno mai come superarli. Perché un brutto voto significa qualcosa, non è un capriccio dell’insegnante.
Perché i nostri figli non sono perfetti e ammettere che non lo sono non rende noi genitori meno capaci, anzi. Ammettere che i nostri figli hanno punti deboli e punti di forza fa di noi genitori consapevoli, quelli che vorremmo essere mentre evitiamo loro le delusioni, i no e le cadute.
Lasciamoli liberi di sbagliare, liberi di capire che il mondo non li accoglierà come il ventre materno, e soprattutto che noi non saremo sempre lì per difenderli e aiutarli.
Per sorreggerli quando cadranno, sì.
Per consolarli quando piangeranno, sì.
Per incoraggiarli quando sbaglieranno, sì.
Il resto, però, devono farlo da soli. Già adesso.
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11 Comments

  • Grazie Anya …. mi sento un po' meno extra terrestre … è quello che cerco di farle capire che il mondo non gira intorno a lei ma lei in qualche modo deve imparare a stare al mondo … ci sto provando anche con la piccolina

    • Io per quello ho una figlia molto menefreghista, nel senso, sembra che sappia proprio stare al mondo, se ne frega di quello che pensano gli altri, non le interessa piacere a tutti, sembra già capire certe dinamiche pur amando molto giocare con tutti e stare con tutti. La piccolina secondo me sarà più bulletta ahimè, si preoccupa delle apparenze e nota tutto quello che le viene fatto. Ma ci sto lavorando 🙂

  • credo che siano ottime e ispirate parole da tenere sempre a mente.
    Detto questo trovo che ognuno fa del proprio meglio e tante volte può loro servire vedere che i propri genitori fanno di tutto per loro, anche ad esempio affrontare l'arroganza del professore che vessa i ragazzi. Non sempre insomma non difenderli è pari ad aiutarli. A volte può essere un esempio anche per loro vedere che i propri genitori lottano per un ideale, credono a loro invece che ad un altro adulto. Un po' come lottare contro i mulini a vento. non spirito polemico ma poetico.
    ecco mi è solo venuto da pensare questo. E' sempre questione di misura e punti di vista.
    ah e poi sulla questione invito a festa di alcuni e non di altri direi che non sono i bambini a non accettare la sconfitta ma piuttosto i grandi. E stavolta avrei pensato anche io che è una cafonata invitare su chat comune solo alcuni, anche se non lo avrei denunciato "ad alta voce".
    comunque sempre bello leggervi
    barbara

    • Sì Barbara, in realtà sono d'accordo con te.
      Quando ero in quarta superiore,presi il mio primo 4.5 in matematica: era la prima insufficienza della mia vita, per di più in una materia in cui andavo particolarmente bene. La prof mi aveva veramente in antipatia, mettici anche il fatto che non spiegava, era andata così. Mia mamma prese le mie parti, ma come? Dicendomi che mi credeva, che poteva succedere e non avevo colpe, ma che avrei dovuto giocare di intelligenza: prendere lezioni private. Al compito dopo fu costretta a mettermi 9 perché non c'era il minimo errore, mia mamma non parlò mai con lei della sua antipatia per me ma prese comunque le mie parti e mi guidò. Ecco, io penso che farò come lei, che sosterrò le mie figlie quando penserò che abbiano ragione, ma non sguainerò mai la spada per difenderle a spada tratta.

      PS L'invito al compleanno è stato fatto privatamente, tramite inviti consegnati a mano (i bambini prendono tutti lo scuolabus e tra noi mamme non ci conosciamo), è solo la mamma in questione che ha pensato bene di accusarle l'altra in chat. Infatti nessuno le ha risposto 🙂

    • Allora nel caso di inviti privati è proprio matta…che pretese sono che invitino i suoi figli…Io, per mia figlia, ho dovuto fare una cernita, non ne vado fiera ma era indispensabile: più di dieci adolescenti urlanti a fare il pigiama party e uscivamo noi di casa, e anche dal condominio.
      grazie per la risposta
      barbara

    • Infatti domani Penny va ad un compleanno, invitate solo tre bimbe, resteranno 24h. Anch'io quando ho festeggiato quello di Prisci ho invitato chi mi ha chiesto (né più, né meno, ma erano pochi bimbi), e poi ne ho tenute due a dormire, la sua migliore amica e la sorella maggiore, così erano in 4 e non in tre. Io credo che siano selezioni normali, e concordo che escludere uno o due invece sia sgradevole (se lo fa il bimbo, bisogna intervenire e cercare anche di capirne il perché).

  • Per la prima volta in assoluto solo in parte d'accordo…. condivido Barbara al 100% siete comunque grandiose però! Ed è veramente sempre un piacere leggervi!

  • beh, 12 su 25 ci sta, anche a me pero' non piace se ne scludono solo 2 su 25, a quell'eta' vedono gli inviti, ne sentono parlare, insomma, puuo' essere proprio brutto per gli esclusi (e' successo a mio figlio, di essere uno dei 2 ed e' stato tosto, perche' poi a scuola tutti parlano della festa, comunque non ho detto nulla all'altra mamma, ovvio). io anche ai miei dico che possono scegliere se farla con i pochi, piu' cari, amici, o invitate tutti, escluderne uno, due o tre non mi piace.

    • Sì, escluderne uno o due non è bello. Resta il fatto che se fosse successo a mia figlia (e ripeto: pare non sia nemmeno successo al bambino di cui sopra, perché per mia figlia gli invitati sono solo 12), non mi sarei permessa di dare della maleducata alla mamma del festeggiato nella chat di classe, dove c'è anche la maestra. Se proprio fossi voluta intervenire, avrei preferito un confronto personale e privato, per cercare di capire come mai mio figlio è stato escluso (anche se resta il fatto che può non piacere a qualcuno: ne prendo atto, prendo atto della scarsa sensibilità della mamma che ne esclude uno e vado avanti, no?).

    • Essere, ogni tanto, dalla parte degli esclusi è normale, anche dover andare a parlare con la mamma mi sembrerebbe strano: io mi meraviglierei se alcuni bimbi non invitassero mio figlio, ci rimarrei anche male, ma di altri mi sembra normale, d'altronde non si diventa "superamici" con tutti i compagni di classe.
      Certo però che se hanno escluso solo 2 bambini è davvero antipatico, perchè 2 bambini in più non ti cambiano nulla…
      Per tutto il resto hai perfettamente ragione: parte del nostro compito è anche insegnare ai nostri figli a reagire nel modo giusto alle delusioni, sia personali che professionali (nel loro caso scuola o sport)

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