Viaggi coi bambini: Santiago del Cile

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Viaggiare coi bambini vuol dire mille cose insieme: visitare la fattoria poco distante da casa, andare dall’altra parte del mondo o in qualche città d’arte in Europa. Poco importa, l’importante è scoprire quello che abbiamo intorno, sia vicino o lontano, e soprattutto farlo scoprire ai nostri figli. Per esempio, non avrei mai pensato di andare in Cile con dei bambini, anche se tra i miei sogni restano l’Isola di Pasqua e la Patagonia cilena. Ma è successo: abbiamo visitato Santiago del Cile con le nostre figlie di 5 e 7 anni!

Santiago del Cile, la città che non ti aspetti

Innanzitutto, devo ammetterlo: abbiamo scelto Santiago per un motivo poco nobile, la spesa. Il nostro obiettivo era la Patagonia argentina e, parlando dei prezzi assurdi dei voli, un’amica di Buenos Aires mi ha consigliato di provare a fare un percorso multi-destinazioni. Come sapete parto da Panama, quindi Panama-Santiago-Buenos Aires-Panama, e in effetti abbiamo risparmiato un centinaio di dollari a testa!
Dopo aver girellato un po’ tra centro e sud America, ne conosco abbastanza bene le capitali, e Santiago mi ha confermato l’idea che me ne ero fatta tramite i racconti. Siamo arrivati nella capitale cilena a notte fonda, dopo sei ore di volo e quasi due di ritardo. Col taxi arriviamo al bellissimo hotel boutique che avevo prenotato, il Castillo Rojo, nel quartiere più movimentato e attrattivo della città: Bellavista, nel comune di Providencia. L’unica cosa di cui ci accorgiamo, però, non è la torretta che sovrasta l’hotel, non è l’edera che cresce rigogliosa sulle pareti, non è il giardinetto adornato, no: sono i tre piani di scale che ci separano dalla nostra “suite”, ovvero una camera un po’ più grande con un bellissimo bagno e un comodissimo letto king size. Appena il tempo di toccarlo che siamo già nel mondo dei sogni.
santiago del cile bambini
Al mattino, il risveglio è dolce (seppur sofferto: abbiamo solo una giornata per visitare la città, perciò ci tocca levarci di buonora). La camera è silenziosa, si sentono solo gli uccellini cantare, appollaiati probabilmente sugli alberi che circondano il “castello”. Alle pareti oggetti antichi, e in bagno rubinetterie che ricordano le principesse. La colazione è semplice e genuina, servita nel giardino che finalmente abbiamo modo di apprezzare. In filodiffusione si sentono i Coldplay e penso che la giornata non poteva iniziare meglio. Mentre finiamo di bere il secondo caffè largo, le bimbe giocano in giardino. Il consierge ci spiega tutto di Santiago e, una volta liberata la camera e ripercorsi i tre piani al contrario, lasciamo le valigie in custodia.

cile con bambini

Decidiamo di iniziare la visita dal Cerro San Cristóbal, una montagna di circa 800mt a due passi dal nostro hotel che si può raggiungere con una funicolare. L’ingresso ha già una coda notevole, che aumenta mentre noi aspettiamo. Le bambine sopportano: la promessa è di fermarsi a metà e visitare lo zoo cittadino. Quando finalmente è il nostro turno, la cabina innalzandosi ci svela l’ampiezza della città, coi suoi palazzi che piano piano diventano dei piccoli puntini e ci ricordano, in qualche modo, la rossa Medellín. Scendiamo alla fermata dello zoo e lo visitiamo, non senza fatica: sono le 11 di mattina ed il sole a picco è terribile, anche per noi che siamo abituati alle temperature di Panama. Il giardino merita una visita, gli animali sono tenuti abbastanza bene e le bambine sono entusiaste. Finiamo il giro e riprendiamo la funicolare che ci porta su in cima al cerro, da dove si gode una vista su tutta Santiago. Un gelato per le bimbe e si riparte, la città ci aspetta!

cile con bambini

Scendendo facciamo una passeggiata per il quartiere, gustandoci i graffiti e le casette, i locali trendy e quelli tipici, che reggono. Passiamo da La Chascona, la casa di Pablo Neruda, che vale la pena vedere anche soltanto da fuori, ma non abbiamo tempo e tiriamo diritto, cercando un posto in cui pranzare. Siamo indecisi se fermarci a due passi, al Patio Bellavista, oppure no: per arrivarci attraversiamo vie dalle casette colorate, semplicemente deliziose. Le bimbe sono incantate.

 

Finiamo per prendere un Uber e dirigerci verso il centro, ci facciamo lasciare alla metro Santa Lucia e percorriamo a piedi calle Ahumada, una via pedonale in cui non riusciamo a trovare un solo posto per mangiare. Le bambine iniziano a lamentarsi, Penelope non vuol più camminare, Priscilla ha fame, e finalmente sbuchiamo in Plaza de Armas. Qui ci infiliamo nel primo ristorante che troviamo, sembra turistico, ma turisti in realtà ce ne sono pochi. Vecchio, vetusto, e con gli scarafaggi in bagno: niente di nuovo all’orizzonte, ormai siamo abituati, e poi abbiamo troppa fame per continuare a vagare. Hanno però un’ottima birra artigianale e ne beviamo quasi due litri. Avevamo sete 😀
Il ristorante si chiama Marco Polo, se trovate altro è meglio 🙂


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Ci spingiamo poi a visitare la plaza de Armas, niente di più simile a qualsiasi altra piazza latino-americana: venditori di maní (noccioline), bambini che fanno il bagno in mutande nella fontana, piccioni ovunque e tanto bivacco. Perdiamo anche mio marito, che ritroviamo poco dopo (per fortuna :P). La cattedrale è carina, ma niente di che. Iniziamo quindi la nostra luuuunga passeggiata verso l’hotel, come ci ha consigliato il consierge, fermandoci un po’ nel Parque Forestal, davanti al Museo delle Belle Arti, per riposarci un po’ sotto il fresco degli alberi e lasciar giocare un po’ le bimbe, che fanno subito amicizia con una neomamma, la sua bimba e il loro cagnolino.

cile in famiglia

La passeggiata è ancora lunga e infine arriviamo di nuovo a Bellavista: ci meritiamo un aperitivo! Il Patio Bellavista è delizioso: pieno di localini di ogni tipo, di negozi di artigianato, di gente di tutto il mondo, ed è circondato da atelier di artisti e negozi davvero particolari. Ci sediamo a bere un aperitivo (mentre Penelope dorme e Priscilla disegna!) e poi finiamo a mangiare una pizza poco più in là, al Pizza Factory, servizio eccellente, pizze buone, approvato.

cile con bambini

È arrivato il momento di tornare all’hotel: da qui prendiamo il taxi che ci porta al terminale dei bus Alameda, dove ci aspetta il nostro bus semi-cama (semi letto) che ci porterà a Temuco, al confine con la regione dei laghi argentina. Un viaggio notturno perfetto, riposante e tranquillo, oltreché economico.
Non credo che consiglierei di visitare esclusivamente Santiago dall’Italia, ma sicuramente la consiglierei in un itinerario più ampio, per esempio prima di andare all’Isola di Pasqua o in Patagonia o il Deserto di Atacama. E per me due giorni bastano!
La prossima tappa è… ARGENTINA!
(e qui un piccolo assaggio della meraviglia al confine tra Cile e Argentina: il vulcano Lanín!)

viaggio in cile in bus

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