Appunti per insegnare ai bambini a rispettare il pianeta con piccoli gesti quotidiani

Uno dei pochi blog che seguivo prima di “far parte del giro”, diciamo così, era quello di Silvana, unamammagreen.com. Anche se all’apparenza possiamo sembrare molto diverse, in realtà condividiamo molti principi e punti comuni, tra cui la logorrea, ma quella è un’altra storia 😛

Mi è stato insegnato fin da piccola a rispettare la natura e l’ambiente, in un mondo che ancora non era preparato a farlo: ricordate quando si fumava nei locali pubblici? Io, che fumavo, odiavo la cosa e la trovavo di un incivile senza eguali.
Poi è scoppiata la moda dell’ecobio, e io ne sono stata conquistata. Ho iniziato a comprare solo prodotti che non contenessero niente da bollino rosso, a pulire casa con l’aceto ed il bicarbonato (per la gioia di mio marito che, però, ha un pregio che ho sempre considerato il mio preferito: si fa contagiare facilmente dalle mie idee), a comprare a km zero e da NaturaSì, spendendo un patrimonio.
Poi sono diventata mamma. La mania dell’ecobio mi è passata (infatti ho dei capelli sempre più secchi, mi mancano Lola e le fate, chi sa mi capirà), ma ho cercato sempre di aiutare come potevo l’ambiente con dei piccoli gesti. Non mi sento una professionista della sostenibilità, ma cerco di fare il mio. A volte non ci riesco, per mancanza di tempo, di mezzi, di voglia, e non importa. Spero comunque di trasmettere qualcosa alle mie figlie. Ecco qualche appunto su cosa facciamo, che magari può essere di ispirazione a chi ha voglia di fare qualcosa in più (da integrare coi vostri consigli!). 

Come vivere una vita più sostenibile

Il riciclo

Sembra stupido, eppure sapete quante persone ancora non riciclano? Soprattutto quelle che hanno ancora cassonetti nella propria città e preferiscono farsi la sbattita di andare a buttare l’immondizia piuttosto che separarla. A Panama la differenziata non si fa, e io separavo comunque le cose da sola e poi le portavo nel centro di smistamento, insieme alle bimbe.

L’acqua calda

Usare l’acqua troppo calda è uno spreco enorme e ha un grosso impatto sull’ambiente: basta fare docce meno bollenti (lo so, in inverno è dura), lavare in lavatrice a freddo, non aprire sempre l’acqua calda per tutto. Allo stesso modo, inutile dire che l’acqua è un bene che non va mai sprecato, quindi non si lascia il rubinetto aperto mentre si fanno altre cose, nemmeno quando ci si lavano i denti!

Il condizionatore / Il riscaldamento

Ok, fa caldo. Ma io ho vissuto a Panama e il caldo che ha fatto qui, dove tutti sembravano morire, non è niente. E dura tutto l’anno. Vivere senza condizionatore fisso è possibile, l’abbiamo sempre fatto e non siamo morti, apparentemente. Anche in auto, l’aria condizionata consuma più benzina. Se resistevamo noi a Panama, potete farcela anche voi, credetemi! E vale lo stesso per il riscaldamento: state più vestiti in casa e tenetelo accesso, massimo massimo a 20 gradi, per poche ore al giorno (io faccio due mattina e due sera)-

Le bottiglie di plastica

Io ho gusti molto difficili in fatto di acqua, ma ormai da tempo ho eliminato le bottiglie, facendomi andare bene quella del rubinetto. Mia mamma, per esempio, la compra ad una fonte, cinque centesimi a bottiglia (di vetro, che si porta da casa), io bevo quella del rubinetto. Lo so che a volte è imbevibile, ma insomma, io ho deciso per il compromesso. La filtro con la caraffa (a Panama col filtro del frigo) e l’alterno a quella del rubinetto fredda (così non ha sapore).

L’auto

Ho preso la patente a 18 anni, due mesi e 14 giorni. La sera stessa ero in autostrada con la mitica Panda rossa. Ma poi ho sempre preferito i mezzi e la bicicletta. Purtroppo capisco che queste alternative non siano possibili ovunque (per esempio a Panama, o auto o niente, in particolare coi bambini), ma a Parigi noi non abbiamo mai avuto l’auto e mai l’avremo, e viviamo bene uguale. Certo, a volte ci tocca noleggiarla, ma la domenica se dobbiamo andare dall’altra parte della città prendiamo i mezzi. Ecologico e meno stressante! Poi va be’, esistono le auto elettriche, oramai. Ma diventa anche una questione di soldi. Io vado sempre in giro in bici, anche col maltempo, senza piste ciclabili, anche con trenta grandi e anche per fare km e km (per andare al lavoro l’estate scorsa facevo 15km al giorno…).

Gli acquisti

Qui è dove pecco di più: ho un debole per le cose di marca e di qualità (non che le due cose vadano di pari passo, anche), ma mi sto convertendo, per molte cose, al made in Europe e cerco di comprare solo materiali naturali, cotone, lino, lana. Non è facile, primo per i costi, poi perché ormai i brand più commerciali producono tutto in paesi in via di sviluppo, in serie, con materiali di scarsa qualità. Ho quasi smesso di andare da Zara, H&M e compagnia, ma badate bene: non boicotto, gli estremismi non fanno per me, e soprattutto per le bambine mi capita una o due volte l’anno di fare i saldi e prendere leggings e magliette. Ma per me, anche per non essere uguale a tutte le altre donne del mondo, cerco di favorire i piccoli negozi. E pensate all’usato: per me non tutto è comprabile usato (le scarpe, l’intimo, i pigiami, le cose sportive), ma qualche capo sì. E comunque: comprate meno, e meno fast fashion. Farete già molto. Sono passati i tempi di I love Shopping, su.

Il km 0 e la frutta di stagione

Quando compro al supermercato, guardo sempre la provenienza delle cose, per non comprarle di importazione (importazione = trasporti = inquinamento, oltre a meno lavoro locale), Al tempo stesso, cerco di preferire frutta e verdura di stagione. Anche se, lo ammetto, rinunciare all’avocado è un problema… Ho provato più volte ad aggregarmi a dei gruppi di acquisto, ma non mi sono mai sentita pronta. Il sabato, invece, abbiamo sempre avuto l’abitudine di andare al mercato.

L’igiene e la pulizia

Una delle svolte della mia vita è rappresentata dalla coppa mestruale, che uso ormai da 9 anni. Giorni fa ho lanciato una discussione sul mio profilo Facebook, stupita per le pubblicità degli assorbenti. A quanto pare la coppetta ha conquistato molte ma io ancora non mi spiego perché non tutte perché è davvero la rivoluzione del ciclo mestruale e della vita di donna, nonché un enorme risparmio economico e zero impatto ambientale (a differenza di quegli schifosi assorbenti, per non parlare di quelli interni gettati nel water). Ci farò un post apposito, magari.
I pannolini lavabili li ho usati, ma alternandoli a quelli normali, perché non mi sono mai trovata veramente bene.
Uso solo creme ecobio per il corpo, perché quelle con paraffina e siliconi vari non idratano.
Non uso l’ammorbidente e limito al minimo il detersivo, carico al massimo la lavatrice e lavo i delicati a mano. Uso le cose più di una volta, finché veramente non vanno lavate.
Uso i tovaglioli di stoffa, anche se ho invitati.
Non uso lacche o altri prodotti per i capelli.
Ho introdotto bicarbonato, aceto, acido citrico e altri prodotti naturali per la pulizia.
Di preferenza non compro oggetti di plastica (anche i tupperware, per esempio, li ho di vetro).
E poi sicuramente qualche altro piccolo gesto che ora non ricordo.
Le bimbe sanno che non si tiene mai l’acqua aperta. Che non si gioca col cibo, né tantomeno si spreca (ma questo punto è davvero difficile da far rispettare). Che si compra l’indispensabile, o almeno ci si prova. Che si mangiano di preferenza frutta, verdura e cereali. Che le luci si spengono sempre. Che la tv si accende solo per poco tempo al giorno. Che la carta si mette nella carta, la plastica nella plastica, e via dicendo. Che i giochi si regalano, non si buttano. I vestiti pure. Che si cammina, non si prende la macchina.
No, non siamo perfette. Avrei tante altre cose su cui lavorare, e magari lo farò. Compro troppe scarpe, ho troppe inutili borse di marca cucite da chissà chi chissà dove, compro fiori tutte le settimane e faccio morire continuamente le piante aromatiche. Preferisco la birra belga a quella francese, mi piacciono gli avocado, compro i finocchi in estate. Prendo centinaia di aerei. Ma cerco di fare quello che mi riesce, e di aggiungere un tassellino in più ogni giorno. Forse è già un punto di partenza, forse può dare qualche spunto a chi cerca di lasciare un mondo più sostenibile ai propri figli.
Io, comunque, accetto tutti i consigli!
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6 Comments

  • Ma dai nello stesso blog dove si derideva l'essere contro l'olio di palma (e di conseguenza le devastazioni ambientali che provoca la sua coltivazione) e si faceva pubblicità a un'acqua in minuscole bottigliette di plastica (praticamente una bottiglietta buttata a ogni bicchiere) perché era "pratica" o si illuminava. Si potrà anche insegnare a non buttare le cartacce per terra, ma se non si è consapevoli di ciò che si compra è inutile. Il grosso dell'inquinamento deriva da come sono prodotte le cose che compriamo ogni giorno, dai tipi ci cibo, sostanze, oggetti, vestiario e imballaggi. Vi consiglio il canale di Camilla Mendini per quanto riguarda l'abbigliamento. Elisabetta

    • Sì, siamo esattamente lo stesso blog. Proprio perché non siamo estremiste in niente. Io personalmente non compro più bottiglie di plastica per la casa, ma non boicotto nessuno. Stanotte mia figlia mi ha svegliato alle 4 perché le aprissi una bottiglietta classica anziché con beccuccio (non ho portato con me la borraccia), l'altro giorno in treno ne ho comprata una perché avevo sete, stamani sono andata alla fonte e ho riempito le sei bottiglie di vetro di mia mamma. La vita è piena di compromessi, non mangio niente di confezionato ma se sono ospite di qualcuno e mi offrono i biscotti a colazione – con o senza olio di palma – li mangio per educazione. Io sono fatta così, i no secchi non li concepisco, e sponsorizzo quello che mi va coerentemente con quello che io faccio e sono. Se a qualcuno non piace cosa faccio o cosa sono… pace!

  • Io e te ci somigliamo sai? Mi rivedo sempre tanto nei tuoi.post. Questo è uno di quelli. Io ho iniziato ad avere un occhio in.più per l'ambiente proprio partendo dalla coppetta. (Che comunque adoro per la sua comodità) e da li ho iniziato una conversione eco ..anche io una fan di lola e capelli di fata, ho mollato un po'con la maternità, anche se continuo.a leggere gli inci.di quello che acquisto. Ho usato i lavabili per i miei bimbi.ma pure io un uso misto, non perché non mi sia trovata bene anzi, ma a volte cedo.alla comodità (specie se vado fuori,o la notte ad esempio)cerco di fare quello che posso, e di insegnare loro lo stesso. Sicuramente dovrò e potrò migliorare ma credo che a piccoli gesti.si possa fare la differenza

    • Eh sì, Lola dipendente anch'io e anch'io come te ho mollato un po' dopo la maternità ma continuo a leggere gli inci, spandendo il verbo tra amiche, mamma e compagnia. Non sono nazista ma comunque ci faccio attenzione, poi magari una crema mi piace per l'odore allora la metto sopra una più buona 🙂 Come dici, perfette in tutto non possiamo essere, ma fare tutti qualcosa, questo sì.

  • Se ognuno nel suo piccolo facesse un po' (e ognuno sa cosa è possibile e cosa no), secondo me la situazione migliorerebbe notevolmente. E non sarebbe una grossa fatica!
    Federica

    • Esatto, non è che si debba essere sempre definitivi in tutto e per tutto. Per esempio io a casa non mangio salumi, formaggi, carne, ma se sono ospite di qualcuno lo faccio. Ci sono molte cose su cui possiamo fare meglio, ma già fare qualcosa è molto 🙂

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