Arredamento: una camera a prova di stress (ovvero dove rifugiarsi)

Ognuno di noi, in casa, ha il suo luogo “magico”. Quando ero bambina, in casa dei miei, era sicuramente il grande bagno in cui mi sedevo in terra, vicino alla vasca: ho passato pomeriggi interi così, leggendo o semplicemente pensando.
Quando abbiamo visitato per la prima volta la casa in cui viviamo adesso, abbiamo deciso di lasciare la camera più grande alle bambine, perché avessero ognuna i propri spazi e soprattutto spazio per giocare, e di prendere noi l’altra, minuscola, in cui sarebbe entrato appena il letto matrimoniale. Ma poi ho cambiato idea.
Volevo che la nostra camera fosse il MIO posto, quello in cui rifugiarmi, quello in cui sentirmi bene. E complice l’esposizione, la dimensione e la struttura della casa ho scelto: la stanza più grande sarebbe stata nostra.
Come sapete io sono piuttosto minimalista. In questo periodo sto leggendo il libro di Marie Kondo, Il magico potere del riordino, e onestamente – senza arrivare alla mania – non ci trovo niente di particolarmente nuovo, anzi. Non ho l’abitudine di conservare, i miei oggetti sono sistemati in base alla categoria e non sparsi per tutta la casa dove capita, ho poche cose (e nonostante questo a me sembrano sempre troppe!). Perciò arredare la camera è stato semplicissimo: un letto, un armadio per i vestiti, uno per le scarpe (ecco, quelle sì, sono tante) e due specchi, che devo ancora appendere. Sicuramente verranno dei quadri, sto pensando di comprare un baule per metterci le valigie che non trovano posto in casa, ma per il resto la stanza rimarrà così, spoglia e semplice.
Ed un angolo sarà dedicato al tappetino: è qui che faccio yoga, da quando mi sono trasferita. Quando c’è il sole, i raggi filtrano nella stanza riscaldandola e confortando. Quando il cielo è grigio, basta tirare la tenda bianca per creare un’atmosfera hygge (eh sì, l’altra scoperta della nuova stagione: la filosofia danese), mettere due candele e chiudere gli occhi.
Questo è il mio angolo e ho voluto espressamente che restasse minimal per potermi rilassare la sera, quando tornerò a casa dal lavoro, o anche semplicemente dopo aver messo le bimbe a letto.
In tante mi avete chiesto, su Facebook e su Instagram, dove ho comprato questo o quel mobile, perciò ve lo dico qui!

Il letto: avevamo tenuto il nostro vecchio letto perché, soffrendo di mal di schiena e trovandomi bene con quello, avevo paura a cambiarlo. Il problema è che due anni in magazzino inutilizzato, più sei anni di uso alle spalle, non l’hanno fatto tornare proprio perfetto. E quindi? E quindi abbiamo deciso di comprare tutto nuovo! La base è di made.com, un sito che in Francia sta vendendo tantissimo e che ha molti oggetti progettati da design emergenti. Come vedete non è niente di particolare, ma è funzionale e semplice, io lo adoro (l’idea è poi di approfittare della testiera bassa per mettere un grosso quadro o una stampa, vedremo).
Il materasso, invece, è il fiore all’occhiello della stanza: si tratta di un materasso Emma, azienda tedesca che fabbrica un solo modello, ma rivoluzionario. Io ero un po’ scettica, ma i cento giorni di prova (a quanto pare ci vogliono cento giorni per capire se un materasso va bene) mi hanno convinta. Ha una struttura che applica tutta la tecnologia possibile, dal controllo della temperatura a quello della forma, dal sostegno all’elasticità. Quando è arrivato e mi ci sono stesa sopra ho capito cosa significa avere un Materasso (in più hanno sempre codici sconti per cui si paga meno!).
materasso comodo

 

materasso emma

 

kartell
Gli armadi: la casa ha un grosso armadio – chiamato in francese placard – in corridoio, che però non basta per tutto (e poi la mia kondonite mi proibisce di mettere i miei vestiti in corridoio!). Siamo quindi andati all’Ikea e abbiamo comprato due semplici pax, uno da due metri per i nostri vestiti e la biancheria di casa e un altro più piccolo per le nostre scarpe. Il primo ha le porte scorrevoli, per guadagnare spazio, il secondo invece normali, tutte in bianco lucido (molto meglio dell’opaco che avevo prima). Li abbiamo montati noi, si può fare.
pax ikea
I comodini: sono quelli che avevo prima, due componibili Kartell bianchi in cui entrano cremine, libri, caricabatterie, ecc. Non amo molto i comodini e questi mi sembravano un buon compromesso. Sopra, abat-jour sempre Kartell che ho da tempo: le adoro perché quando le accendo la stanza si riempie di mille luci tipo arcobaleno (magica magica Emy).
Un oggetto che ci portiamo dietro ormai da sempre è l’appendi-abiti di Maisons du Monde, comprato quando ancora non sapevamo dell’esistenza di Maisons du Monde. Non c’entra nulla con tutto il resto, odio quando si riempie (ndr LO RIEMPIE qualcuno 😀 ) di cose, ma ci sono affezionata.
Così come allo specchio, sempre Maisons du Monde, che era rimasto qui a Parigi. Non so, quando lo vidi la prima volta mi fece scattare qualcosa e non riesco a staccarmene. Credo che lo lascerò così, appoggiato alla parete, per la gioia di mio marito 🙂
stile parigino
Infine, un pezzo portato da Panama: lo specchio/quadro di Kartell. Lo appenderò, ma non so ancora dove, non so neanche se lo terrò in camera nostra. A Panama era così ed era quello che usavo per truccarmi e pettinarmi perché era davanti all’aria condizionata, ci credete?
La stanza è ancora in divenire, voglio metterci dei quadri, forse un tappeto, qualcosa che la renda un po’ più “calda”, ma senza esagerare. Sono fatta così, ho bisogno di pace. E qui, davvero, la mia pace l’ho trovata. 

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