Back to school, back to (our) life: ricominciare da dove avevamo lasciato

È il primo giorno di scuola, dopo due anni in un altro paese. Le bambine si sono svegliate in fretta, alzate in fretta, lavate in fretta. L’emozione di cominciare di nuovo da dove avevano lasciato ha preso il sopravvento sul sonno e sulla solita polemica mattutina, anche se Penny ci ha comunque provato a dire che i vestiti scelti la sera prima le davano fastidio.
È filato liscio, il primo giorno di scuola, tra gli abbracci di amiche ritrovate e mai perse e lacrime di una bambina tanto piccola quanto cresciuta. È filato liscio il primo giorno di nuovi ritmi, di ingressi simultanei ed uscite simultanee, dove io mi sono persa tra aspettare una che non arrivava perché non aveva capito che doveva uscire e un’altra che non vedendomi arrivare era andata a rifugiarsi tra le braccia di qualcuno. Difficile dividersi in due, anche per una mamma.
La giornata è filata liscia ma loro erano provate, provate da un turbinio di sentimenti che sarebbe troppo per noi, figuriamoci per due cuoricini così piccoli e così giovani, così abituati a batter forte e a correre, eppure ancora capaci di emozionarsi per una giornata “normale”.
Siamo tornate a casa che era ancora presto, con la luce che illuminava questo salone pieno di scatoloni e disordine, e per placare questo loro vagare senza riuscire a calmarsi mi sono giocata il jolly: i timbri. I timbrini Multiprint, fabbricati in Italia con materiali totalmente naturali (gomma e legno), che loro hanno ricevuto in versione brandizzata. È da qualche anno che ce li hanno, eh. Però bisogna saper cogliere il momento, per ogni piccolo oggetto bisogna saper aspettare l’attimo giusto in cui tirarlo fuori. Ed eccolo, quell’attimo, quello in cui loro hanno bisogno di calmarsi, io devo mettere a posto, e disegnare è l’unica cosa che le salva, che le tiene incollate alla sedia, che mi permette di trascorrere anche due ore senza sentirle. Troppe, dite? No, non sono troppe.
Prima di iniziare, ho dato le regole: sedute distanti, per non disturbarsi. Ognuna coi suoi timbri. Ognuna coi suoi colori. Ognuna coi suoi fogli. Obiettivo? Realizzare una storia, una specie di fumetto, fotoromanzo, favola, chiamatela come volete, in cui i protagonisti sono i personaggi dei timbri, e il resto lo disegnate voi. E niente, funziona.
Funziona anche grazie ai timbri Multiprint che sono fatti apposta per aiutarci. Ecco i motivi per cui ho scelto di parlarne:
– Sono fabbricati in Italia, ottima qualità e controlli continui (e sapete quanto io ci tenga)
– Sono sempre aggiornati, con tante novità che piacciono ai bambini
– Sono lavabili e atossici, quindi nessun pericolo a lasciarli giocare da soli (se l’ho fatto io coi mobili appena arrivati, tutti bianchi…)
Il punto principale, per me, è che sono articoli sicuri prodotti in Italia con una tradizione che va avanti da 80 anni, e a me piace scegliere oggetti di questo tipo. Se poi mi semplificano anche la vita come hanno fatto in questi primi giorni di scuola (perché ovviamente due ore non bastano per scrivere una storia intera) ancora meglio. Date un’occhiata a www.multiprintitalia.it o cercateli nei supermercati o in cartoleria (si trovano facilmente, anche su Amazon) e capirete di cosa parlo.
Lasciate che i vostri figli esprimano la loro creatività, lasciate che si sporchino, lasciate che siano liberi: non solo cresceranno più felici, ma avrete anche più tempo per voi, ve lo garantisco (e tanti bei disegni con cui riempire gli armadi, ma quello è un altro discorso che, come me, pagherete il giorno che traslocherete dall’altra parte del mondo!).
Post in collaborazione con Multiprint
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