Sono una madre sicuramente imperfetta, secondo i canoni attuali (perché un tempo forse eri una buona madre se davi da mangiare ai tuoi figli e non li abbandonavi, tutto qui).
Ho partorito due volte eppure per due volte ho avuto l’epidurale, quindi in realtà non ho partorito. La seconda volta mi hanno pure sparato un sacco di ossitocina per fare prima, e questo non è bene. Io mi sono fidata dei dottori e del fatto che meno soffrivamo – perché nella mia idea anche restare incastrati nel canale vaginale per ore non deve essere simpatico – più sarebbe stato meglio. A quanto pare ero semplicemente male informata. Non ho partorito naturalmente, non posso dire di averlo fatto.
Sono imperfetta perché al contrario di quanto avevo pensato, il mio allattamento non è stato certo un successo. Ho allattato sei mesi in maniera esclusiva e poi mia figlia non si è più attaccata, ma sicuramente è colpa mia, inutile spiegare che tutti i bambini sono diversi, che l’allattamento a richiesta non fa per tutti (madri e bambini, e padri, volendo, ci avete mai pensato ai padri?) e che nonostante l’informazione a volte le cose vanno diversamente. Semplicemente, ho fallito.
Sono imperfetta perché ho deciso di lavorare, anche troppe ore, poco importa se non avevo alternativa. Cioè sì ce l’avevo, era stare a casa e abbandonare tutto, quello che ero prima, quello che ero anche DOPO aver avuto figli, in pratica me stessa, perché non stando con loro non ero una buona madre. E niente, ho sempre lavorato, e sono imperfetta per questo.
Sono imperfetta perché non le ho mai fatte dormire con me, ma fin da subito nella loro stanza, alzandomi ogni volta che era necessario. Sono imperfetta per ogni volta che ho chiamato la babysitter per uscire con mio marito o andare per negozi da sola o vedere le amiche. Sono imperfetta perché non mi sono mai immolata per loro, perché penso anche a me stessa da quando sono nate, perché non mi sento meno donna, meno moglie, meno amica, meno figlia. Mi sento sempre io con in più il dono della maternità e due belle bambine a cui stare dietro.
In realtà non credevo che sarei stata una mamma imperfetta. Non sapevo nemmeno che esistesse un modello perfetto di maternità finché non ho avuto figli e ho scoperto le altre mamme. Quelle che si sentono perfette, quelle che si immolano per i figli, quelle che hanno sempre la verità in tasca, quelle che bisogna tenerli al seno 24 ore su 24 sempre per anni e anni altrimenti non sei una brava mamma, quelle che metterli in camera loro da piccoli è renderli psicopatici, quelle che se usi il passeggino non avrai mai una vera relazione con tuo figlio, quelli che se lavori – o meglio, se lavori più di 4 ore al giorno, perché quando vanno a scuola fino a 4 è tollerato, ma sia mai non essere all’uscita, non portarli alle attività, non fare i compiti, non preparare la merenda – non ti importa dei tuoi figli ma solo della carriera, quelle che si annullano completamente rispetto a tutto e tutti e guai a fare una battutaccia, guai a dire che siamo stanche, guai a dire che vogliamo dormire, guai a dire che ci manca un po’ la vita di prima: “cosa li hai fatti a fare, i figli?”.
Già, non sapevo che sarei stata una mamma imperfetta. E lo sono eh, ne sono consapevole. Ma sono anche consapevole di non essere peggiore di chi si crede migliore di me. Perché forse io non avrò la verità in tasca, forse io non sarò detentrice della verità, non sarò consulente di niente, non sarò esperta di, non sarò dedicata 24 ore su 24 alle mie figlie. Ma so che faccio del mio meglio per essere un buon genitore, per crescere degli esseri umani che siano buoni, gentili col prossimo, responsabili, educati e empatici. A me preoccupa che rispettino gli altri, che considerino ogni essere umano valido quanto loro, che non giudichino. Non da dove sono uscite, quanto le ho allattate, come le ho trasportate.
Voi, mamme perfette che sapete sempre tutto e che vi sentite migliori, vi siete mai chieste che esseri umani state crescendo?
Quanto è vero ❤️