La mamma di un neonato è generalmente poco sicura, naviga a vista, cerca ricette per crescere il piccolo (che non trova, tutto normale), cerca aiuto e non si sente certo di dare indicazioni alle altre neomamme.
Poi succede.
Succede che il bambino da neonato urlante giorno e notte si trasforma in un esserino gestibile e lei crede che sia tutto, solo ed esclusivamente merito suo.
Pensa che sia finita qui, che tutto si sia risolto e che potrebbe dare lezioni di genitorialità, tanto è stata brava! Ma di che si lamentano tutti se è così facile?
A che servono libri, teorie, esperti?
Io ce l’ho fatta da me: è stato facile.
Difficilmente la sfiora l’idea che forse non sia esattamente così e, sicura di aver capito tutto, comincia a dispensare consigli. Anzi no, regole e dettami. Oh, ha funzionato, eh! Se non funziona è solo perché non lo fai come dico io.
La Mamma di Bimbo Piccolo osserva i bimbi grandi e non capisce come possano essere così diversi dal suo putto ricciolo e paffuto. Sono così intolleranti, ribelli, scontrosi, disubbidienti, insomma, bambini normali, direte voi che ne avete.
Evidentemente, sentenzia, i genitori sbagliano.
E quindi eccola dispensare consigli.
Sì, quelli che la Mamma di Bimbo Grande avrebbe dato anche lei quando il figlio aveva 1 anno, ma ora ne ha 10 e sa che sono improponibili ad un preadolescente o quasi. Prova a farle notare che a 6, 7, 8, 9, 10 anni e oltre un bambino è in una fase leggermente diversa, ma la mamma di Bimbo Piccolo è agguerrita:
– eh no, eh, mio figlio le merendine non le mangia, cosa vuol dire che a 9 anni diventa molto più difficile gestire la merenda perché il bambino ha anche i suoi gusti e li rivendica? E che vuol dire che con gli amici si scambia il cibo?!
Ehm… non so come dirtelo…
– Se al bambino piace il cioccolato è perché glielo hai dato, sarebbe bastato non darglielo e non saprebbe cos’è, no?
Ehm… sai… i bambini vivono… Funziona a 1 anno, 2, 3, se hai fortuna anche 4, poi…
– No, senti, non esiste che mangi le patatine. Basterebbe non comprarle, non farle mai assaggiare, come faccio io.
Tesoro tuo figlio ha 2 anni, lei 8, sarebbe strano le mangiasse a 2 anni, ma a 8 capisci che…
No, non capisco, le regole sono regole.
Certo, ma a 8 le regole sono fondamentalmente su altro, ci sono cose che diventano più importanti della patatina, sai…
– E comunque non capisco perché debba scegliere la copertina del quaderno, il mio mica sceglie il colore del body, no? Dipende solo da come ti poni tu.
Certo, certo.
– E se deve fare i compiti li fa alle 4 quando esce da scuola, perché deve farli alle 7 mentre prepari la cena?
Perché basta che li faccia, tutto sommato, e che li faccia bene.
No, mio figlio li farà alle 4, solo poi andremo al parco.
Certo, alle 8 di sera, sarà pieno di bambini con cui giocare, ne sono certa.
Insomma, presente?
Ecco, io voglio bene a tutte le mamme anche solo perché lo sono, e no, non dico che su molte cose in linea di principio l’integerrima mamma di bimbi piccoli non abbia ragione, ma la vita è un’altra.
I compromessi educativi vanno trovati, le attenzioni si spostano dalla patatina fritta al fatto che tuo figlio non sia bullizzato, ad esempio, o che non bullizzi a sua volta, che recepisca le consegne a scuola e le indicazioni a casa, per dirne unì’altra.
Quando il bambino ha 2 o 3 anni in fondo basta che il figlio stia bene, magni, cachi, non rompa troppo e abbia il sorriso stampato in faccia.
Quando ha 12 anni le cose sono 12 mondi più in là nella Galassia e, per certi versi, infinitamente più complesse.
Aspettate qualche anno e ve ne accorgerete.
Nel mentre, ricordate: il silenzio è oro.
Tutto giusto tranne una cosa su cui mi permetto di correggerti… non 12 mondi più in là nella galassia… proprio 12 GALASSIE più in là.
A volte vengo assalita dalla malinconia per gli anni in cui mio figlio era piccolo, dolce, sorridente, un bambolotto… soprattutto quando devo combattere con il delirio nella sua camera, i calzini sporchi appallottolati sotto il comodino, le magliette puzzolenti in giro per casa, le rispostacce, gli occhi alzati al cielo, i suoi gusti estremi che non condivido più…
ma poi penso a quale magia sia veder crescere un giovane quasi-uomo, un preadolescente, un bimbo-ragazzo meraviglioso, bellissimo, che si fa avanti nella vita con le sue forze, che combatte da solo le sue paure, che mi abbraccia e mi salta ancora addosso rischiando di farmi cadere perché non ce la faccio più a sollevarlo, e allora lo tengo stretto stretto finché me lo permette, fino a che non sbuffa “ah ma’… e molla…”