Viaggi: Budapest con bambini

I viaggi sono la nostra grande passione, ed in particolare amiamo scoprire il mondo con i nostri figli. Se pensate che viaggiare coi bambini sia difficile, vi sbagliate: si può fare! Provate a dare un’occhiata alla nostra sezione viaggi, oppure a leggere come affrontare un volo lungo coi bambini, o ancora quali sono le regole da rispettare per viaggiare sereni in famiglia, e vedrete che vi verrà voglia di partire! Oggi, però, vi racconto il mio ultimo viaggio: Budapest!

Abbiamo scelto di fare una vacanza in Ungheria a inizio settembre. In realtà, è stato mio marito che ha prenotato volo e hotel come regalo per i nostri dieci anni di matrimonio: regalo graditissimo! Per quanto riguarda i voli, noi abbiamo scelto AirFrance, partendo da Parigi, ma la capitale ungherese è collegata da diverse lowcost.

Natale in famiglia a Budapest

Siamo arrivati a Budapest il 23 dicembre, pronti a festeggiare il Natale. Peccato che la città, durante i giorni delle feste di fine anno, si spenga quasi completamente. Per questo, se pensate di visitare Budapest a Natale, vi consiglio di prevedere in anticipo cosa farete per non correre il rischio di trovare tutto chiuso, in particolare il 24 che per loro è il vero giorno di festeggiamenti.

Ecco come ci siamo organizzati noi per i 4 giorni di visita.

Primo giorno: alla scoperta di Budapest e del Parlamento

 

Il Parlamento è uno dei monumenti principali di Budapest: meglio prenotare la visita, in particolare durante le vacanze (il 24, 25 e 26 dicembre era chiuso, per esempio, quindi è diventato la nostra prima meta). Le visite sono guidate, ad orari precisi e anche in italiano, quindi ragione in più per prenotare e non rischiare di farla in un’altra lingua. Basta recarsi all’ingresso col biglietto stampato e attendere il proprio turno, che chiamano direttamente le guide in base all’orario. Vi consigliamo le guide anche per i bambini, sono incluse: le mie figlie hanno ascoltato tutto con meraviglia e una volta uscite erano felicissime (io così così: molto più bello il Palazzo del Popolo di Bucarest, per restare sul genere).

Il primo giorno l’abbiamo dedicato alla scoperta della città, in primo luogo, passeggiando per le stradine del centro, lasciando giocare le bambine nel parchetto di Szabadság tér e poi pranzando al ristorante russo del mercato coperto (Hold Utca). Il freddo è pungente, ma non scoraggia, e ci immaginavamo molto peggio. Niente neve, niente vento, tutto sommato resistiamo. Dopo la visita al Parlamento passiamo al Museo del Terrore, che ci hanno caldamente consigliato. Onestamente, avendo studiato, letto e visitato tanto a riguardo dei campi di lavoro comunisti, posso dire che non è niente di che. Le bambine si sono annoiate a morte, noi quasi. Una volta usciti, dopo aver mangiato un delizioso kurto andiamo a riposarci in camera, all’hotel SasOne, camere molto spaziose, una bellissima vista sulla ruota panoramica e una struttura semplice a due passi da tutto.

La sera, dopo una passeggiata tra i mercatini – alcuni sono davanti alla cattedrale, a due passi dall’hotel – e un tentativo di cenare in un ristorante molto consigliato (pieno) optiamo per un altro di fronte all’hotel, Aszu, più di “alta cucina”, ma in realtà con prezzi abbordabili, un delizioso gruppo con musica zigana e dei piatti davvero buoni.



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Secondo giorno: finalmente i bagni termali

 

È il 24 e, come promesso, tutto chiuderà alle 14. Decidiamo quindi di andare alle Terme di Gellert per approfittare dell’apertura nonostante la data. Arriviamo in metro (adoro la metro di Budapest: spesso non c’è nessuno che controlla i biglietti – anche se li avevo, eh! – oppure sono controllati a mano, tutta in legno, semplice e pulita, così… sovietica!), la giornata è splendida e l’idea di fare il bagno all’aperto ci spaventa un po’ meno. Le terme sono fantastiche, gli ungheresi ancora di più: abbiamo solo 3 Budapest Card (l’ufficio del turismo, che me le ha gentilmente offerte, ha deciso che Priscilla non ne aveva bisogno perché a 5 anni si va gratis quasi ovunque… quasi) e nonostante questo fanno lo sconto anche a Prisci (20%). Noleggiamo gli asciugamani e compriamo cuffie e ciabatte (una cifra irrisoria).

L’architettura lascia a bocca aperta e correre fuori e buttarsi nell’acqua calda è un’esperienza unica. C’è molta gente, ma si sta bene e ci si potrebbe restare anche tutto il giorno… Ma siccome il terrorismo del “tutto chiude” non ci dà pace, alle 13 usciamo decisi ad andare a cercare da mangiare per la sera (quando sarà VERAMENTE TUTTO CHIUSO! Come mi hanno detto all’ufficio del turismo: family first!). Attraversiamo il ponte Szabadság (meraviglioso) e arriviamo a Pest, dove troviamo un forno aperto e compriamo ogni ben di Dio. Appena accanto ci attira una porticina piccola piccola: è il For Sale Pub, la cui coda di persone in attesa ci fa ben sperare. L’accoglienza prevede arachidi per tutti (da sbucciare e buttare in terra, sul pavimento pieno di paglia) e le pareti e il soffitto sono ricoperti di messaggi degli avventori, in tutte le lingue del mondo. Aspettiamo una mezzora ma ne vale la pena: porzioni copiosissime, gulasch delizioso, birra artigianale e conto bassissimo. Usciamo rotolando e decidiamo quindi di attraversare tutta la città per tornare in hotel a piedi.

La sera, come previsto, è tutto chiuso, ma nella piazza del mercatino principale, in Vörösmarty Ter, almeno vendono dei kurtos. Ne mangiamo due giganti e ci fermiamo poi da un pakistano a prendere delle birre. Sulla strada del ritorno, però, troviamo anche un pub aperto, il Café Montmartre, dove ci beviamo altre due birre (buone) prima di andare a dormire.

Terzo giorno: Natale a misura di bambino

Io non sono troppo fan dei festeggiamenti natalizi, ma negli ultimi anni cerchiamo di dedicare questo giorno alle bimbe. Lo scorso anno eravamo all’Atlantis di Nassau, Bahamas, quest’anno abbiamo organizzato tutto in funzione loro. Abbiamo trascorso la giornata all’interno del Városliget, il parco cittadino, dove si trovano diverse attrazioni. Abbiamo iniziato col circo, due ore di spettacolo (circa 40 euro i 4 biglietti per il posto sopra i vip, gli unici disponibili) meraviglioso, con acrobati bravissimi. Molto più simile al circo russo che a quello che immaginiamo noi, anche se avrei preferito non vedere né l’elefante né i cavalli. Due bambini (di cui una che si chiamava Priscilla!) hanno lavorato coi loro genitori facendo cose incredibili. Dopo il circo abbiamo attraversato la strada e siamo andate ai Bagni Széchenyi, meravigliosi. Con le cuffie del giorno prima (ma purtroppo senza le ciabatte, che avevamo buttato e che lì affittavano solo fuori, prima di entrare, quindi pensateci) e il solito noleggio asciugamani abbiamo passato tutto il tempo fuori (sapete che il cassiere, non sapendo cosa fare con Priscilla che non aveva la Budapest card, l’ha fatta entrare gratis? Che popolo…). Ci siamo divertiti da matti negli idromassaggi e nelle correnti d’acqua, ma anche nel bacino caldissimo in cui giocano a scacchi. Io, onestamente, fuori dall’acqua non avevo freddo. Siamo usciti al calar del sole (cioè verso le 16) e abbiamo mangiato un hot dog locale alla bancarella accanto al circo. Accanto ci sarebbe anche lo zoo, ma noi l’abbiamo evitato, preferendo investire il tempo in altro modo. Per finire, abbiamo attraversato tutto il parco a piedi fino ad arrivare a Hosok Tere, da dove si accede alla pista di pattinaggio più grande d’Europa. Abbiamo noleggiato i pattini e ci siamo buttati: sensazione incredibile! La pista è montata su un lago che in inverno è vuoto ed è davanti alla suggestiva galleria d’arte Műcsarnok, che illuminata di sera sembra un castello. Ci siamo divertiti tantissimo. Quando ci siamo stancati abbiamo ripreso la metro, direzione Buda, in cerca di un ristorante. La guida (una Cartoville, ideale per i viaggi brevi e i weekend), indicava diversi localini, tutti chiusi. Alla fine abbiamo cenato per caso in un posto delizioso, il Café Vian, super adatto alle famiglie, cibo delizioso, porzioni generose e conto assolutamente passabile. Consigliato! Prima di tornare in hotel decidiamo di salire sulla ruota panoramica: vista mozzafiato (vi suggerisco di fare come noi e andare col buio), le bambine sono estasiate e noi grande pure!

Quarto giorno: la collina di Buda

Dedichiamo l’ultima mattina alla visita di Buda. Il sole splende, l’aria è frizzante e decidiamo di fare una bella camminata fino al Danubio, attraversare il bellissimo Ponte delle Catene – da cui si gode una vista spettacolare – poi prendere la funicolare per salire fino al castello. Passeggiamo senza meta intorno al castello e poi verso il centro di Buda, con le sue belle stradine, i mercatini, la chiesa di Mattia in Szentháromság tér e la moltitudine di localini sparsi qua e là. Una zona sicuramente da visitare, da cui si domina la città (e nelle giornate di sole ne vale davvero la pena, quindi pensate al meteo prima di salire!) ma molto molto turistica. La lasciamo per tornare verso Pest e l’hotel con la convinzione che, per noi, è molto più autentica la parte “sovietica”, quella fatta di vialoni mescolati a stradine e bei parchi, dove si vedono più ungheresi che italiani (che sono OVUNQUE!).

Così si conclude la nostra vacanza di Natale a Budapest. Avevo un po’ di riserve su questa città che invece mi ha conquistata dal primo momento: a misura d’uomo, organizzata, pulita, piena di attività e attrazioni, ideale per i bambini, sicurissima ed economica. Se state pensando al prossimo ponte (in particolare quello 25/4-1/5 che può essere lunghissimo!) avete la soluzione.

E se ancora non siete convinti, guardatevi questo video che ho girato per voi e sognate!

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2 Comments

  • Noi siamo stati la primavera scorsa e abbiamo fatto più o meno quello che avete visto voi, tranne le terme che il più piccolo aveva 2 anni e non mi ispirava molto andarci con lui. L’ abbiamo adorata e anche la mia grande super entusiasta della visita al parlamento! Insieme a Praga è una città che io straconsiglio con i bambini..

    • Io Praga l’ho fatta a 20 anni, ma mio marito vorrebbe tanto andarci, vedremo se sarà come Budapest, io non è che ne conservi ricordi fenomenali!

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