Vi siete mai chiesti dove finiscono i soldi destinati ai bambini adottati a distanza?

Come molte di voi sanno, per diversi anni ho ospitato dei bambini del Progetto Chernobyl, e ancora oggi sono legata alla Bielorussia per diversi motivi. Per un bel po’, invece, io e mio marito abbiamo adottato un bambino a distanza, Antonio, un bimbo africano con gli occhioni neri come la pece. E mi sono sempre chiesta: dove vanno a finire i 30 euro mensili che mando ad Antonio? Sì, certo, ricevevo le lettere, gli aggiornamenti, le foto… Ma…?

E siccome io sono un po’ testa dura, sono andata a vedere di persona. Non da Antonio, ma in un Villaggio SOS in Repubblica Dominicana, durante un mio viaggio personale. Sapevo che nella capitale, Santo Domingo, c’erano dei un loro villaggio e così ho contattato l’associazione in Italia, che mi ha messo in contatto con quella dominicana, che mi ha aperto le porte per farmi vedere di persona come funziona una Casa SOS.

Il 20 febbraio sono andata quindi a visitare il Villaggio SOS di Santo Domingo (dove sono presenti 12 villaggi che qui si chiamano aldea) che ospita bambini tra i 3 e i 16 anni, circa una novantina in questo momento.
Da dove arrivano, questi bimbi? Spesso sono bambini nati in famiglie estremamente povere e/o in cui subiscono maltrattamenti, prelevati direttamente dal Conani (il consiglio nazionale per l’infanzia, come dire i servizi sociali).
I bimbi vivono in casette completamente equipaggiate, i fratelli non vengono separati, si cerca di mantenere il più possibile il legame e il senso di appartenenza di questi bambini. E chi se ne occupa? Qui viene il bello. Una Mamma SOS. Ovvero una donna, formata professionalmente, che decide di dedicare la sua vita a questi bambini, crescendoli come fossero suoi, occupandosi di loro per anni e anni (alcune restano anche 20 anni!). In genere sono donne che hanno già figli grandi, o che non possono averne, proprio perché si vuole sottolineare l’importanza del legame madre/figlio e quindi non si separerebbe mai una mamma dal suo bimbo naturale perché vada ad occuparsi di altri!
Insieme alle Mamme SOS ci sono anche le zie, delle “sostitute” che stanno coi bimbi quando lei è malata, o deve assentarsi, o va a trovare la propria famiglia. La loro vita si svolge normalmente, come in una qualsiasi famiglia. I bambini vanno ogni giorno a scuola (in scuolabus), hanno attività extra-scolastiche e poi si ritrovano all’aldea per giocare insieme, fare i compiti, godersi il sole, aiutare la madre in casa. Verso i 16 anni vengono formati in modo da poter essere presto autonomi. In questo modo, non c’è rischio che si perdano per strada.

E i soldi?

Veniamo al punto.
Innanzitutto, l’aldea che ho visitato, come tutte quelle della Repubblica Dominicana, si sostiene solo con soldi provenienti da altri paesi, come per esempio l’Italia dove è presente l’associazione SOS Villaggi dei Bambini. Perché? Perché ovviamente la Repubblica Dominicana è un paese povero, e come potrete immaginare non si fanno donazioni e ancor meno adozioni a distanza. Per questo è fondamentale che i paesi “ricchi” contribuiscano.

Dove vanno i soldi che doniamo con l’adozione a distanza?

Quando si adotta un bambino a distanza con SOS Villaggi dei Bambini i soldi vanno direttamente al bambino. Sono suoi, e si usano per il suo sostentamento, non vengono utilizzati in nessun altro modo. Se si riceve più del previsto, si apre addirittura un conto che al compimento della maggiore età sarà consegnato al ragazzo per potersi sostenere nel primo periodo di vita autonoma. Chi sceglie quale bambino sarà adottato? È l’ufficio centrale internazionale, ovviamente, che “pesca” in modo da mantenere un equilibrio tra paesi e varie Case SOS.

Le donazioni, invece, servono a tenere in piedi tutto: il personale delle aldeas (la maggior parte sono mamme e zie, ma non solo) e della sede centrale, ma anche il mantenimento, il cibo, i vestiti, ecc.

L’aldea che ho visitato è un posto bellissimo. Sicuramente il clima di Santo Domingo aiuta (anche se piove tutti i giorni!) ma il verde, i colori sgargianti delle case, i bambini che ridono o che mi seguono incuriosita perché faccio domande (chissà quante volte le hanno sentite), l’atmosfera di FAMIGLIA che si respira all’interno del Villaggio SOS hanno risposto a tutte le mie domande.

Spero di esservi stata utile, qualora voleste fare una donazione o contribuire con l’adozione a distanza.
Spero anche di poter visitare altri Villaggi SOS nei prossimi mesi, nei miei girovagare per il mondo, perché penso che vedere con occhi propri come funzionano certe cose ci aiuti a guadagnare fiducia, non trovate?

Se volete saperne di più su SOS Villaggi dei Bambini potete visitare il loro sito internet, oppure andare direttamente alle pagine sull’adozione a distanza o a quella sulle donazioni. Vi ricordo inoltre che i Villaggi SOS sono presenti e attivi anche in Italia!

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