Fenomenologia della mamma fuori da scuola

Come abbiamo fatto a non pensarci? Come abbiamo fatto a credere che non ci fosse da analizzare lei, la mamma che gravita intorno alla scuola? Al nido, alla materna, dove volete… ma quella che accompagna e va a riprendere, che sia di fretta, che sia tranquilla, che sia in pigiama o in tiro. E voi che mamma all’uscita di scuola siete?

La mamma fuori da scuola

La mamma lanciatrice

La mamma lanciatrice è quella che lancia i figli, in genere dalla macchina, per fare prima. Spera che cadano in piedi, senza niente di rotto, e che qualche anima pia li raccatti e li porti all’entrata. In genere la mamma lanciatrice lavora, oppure deve accompagnare altri 4 figli ai 4 angoli diversi della città ed è perennemente in ritardo.

La mamma in ritardo (o sempre di corsa)

Non importa che lavori o meno, essere in ritardo is a state of mind per lei, una filosofia di vita che ha sposato con rinunce (a non farsi cazziare o a non sentirsi perennemente in colpa). Lei è in ritardo anche se si sveglia 4 ore prima della campanella, è in ritardo che abbia un figlio solo o dieci, è in ritardo che sia truccata o con le caccole agli occhi. Semplicemente, corre. Bestemmia perché la gente non la lascia passare, corre per arrivare prima che la chiami la direttrice, chiede continuamente scusa.

La mamma in pigiama

Strano elemento che si aggira a volte furtivamente – quando prova un minimo di vergogna – a volte intrattenendosi pure allegramente. Indossa lunghi cappotti per nascondere il misfatto, a volte ha il pudore di portare dei leggings (con cui ha dormito, of course) e ha sempre un’aria sognante. E trasandata.

La mamma in tiro

Lei la odiano tutte. Perché sembra l’unica capace di arrivare a scuola perfetta. Capelli in ordine, trucco fatto, tacchi a spillo, smalto fresco. Questa strana aliena è guardata con diffidenza dalle altre mamme, le pigiamate non la considerano nemmeno un essere umano, le altre invece si trattengono a sparlare dicendo che sicuramente ha chi si occupa dei figli al posto suo. Perché si sa, look curato uguale tanto tempo libero e zero interesse per i figli.

La mamma social

È quella che si intrattiene a fare conversazione. In genere le mamme social si riconoscono tra loro e formano nugoli fuori da scuola, in particolare al mattino, quando poi si spostano al caffè vicino per continuare a (s)parlare. Raramente lavorano, altrimenti non avrebbero tempo per prendere caffè alle 9 del mattino e conoscere i cazzi di tutte le mamme della scuola.

La mamma lavoratrice

Spesso di corsa, spesso la prima ad arrivare al mattino e l’ultima ad arrivare la sera. È l’oggetto di pettegolezzo preferito delle mamme in pigiama e delle mamme social, di cui ne sottolineano ogni difetto. Si dimentica i lavoretti, si dimentica il figlio, si dimentica il cambio. Insomma, lavora, ragazze: avete mai provato?!

La mamma perfetta

Lei la conoscete già: è vestita per bene, arriva in orario, dà del tu alla maestra, di cui sembra sapere tutto, suo figlio è in ordine, pulito, vestito bene e ha tutto, cucito a mano, fatto in casa, salcazzo. Porta sempre delle torte che sforna con le sue mani (lavora, ma part time), è lei che si occupa di fare le stampe, partecipa a tutte le gite, alle feste della scuola è sempre la più attiva e raccoglie fondi con lo stesso talento di Madre Teresa di Calcutta.

La babysitter (o nonna)

In alcune località, è avvistata più della mamma. Generalmente la riconosci perché, pur non essendo una social, è all’uscita di scuola circa 40 minuti prima della campanella. Perché non c’ha niente da fare, o perché ha il terrore che la licenzino. A volte alcune mamme vengono scambiate per nonne o babysitter, dipende dall’età.

La sindacalista

È colei che cerca voti (detta anche politica). Oppure cerca fondi. Oppure porta avanti battaglie. Più fastidiosa dei tizi che spacciano le figurine ricoperte di droga, ti ferma per lasciarti volantini, chiederti aiuto, coinvolgerti in iniziative noiosissime il giovedì sera alle 9, e tu che cerchi di evitarla in tutti i modi non puoi farci niente, prima o poi ti inculerà e sarai eletta rappresentante.

L’ape regina

Ve ne abbiamo già parlato. Al suo arrivo, le pigiamate, le social, le sindacaliste, le ritardatarie, le perfette, tutte le mamme presenti all’entrata o all’uscita di scuola svolazzano come api in calore intorno a lei. Lei è una dea: racchiude tutte le caratteristiche migliori della madre. È amica delle maestre. Decide quando si fanno le feste. È a capo di ogni riunione. È informata sulle decisioni prima di tutte. I suoi figli sono solo uno sfondo, un mezzo per giungere al trionfo sociale, quello in cui tutte pendono dalle sue labbra e cercano di imitarla. Con scarsissimi risultati, tra l’altro. A noi ci sta sulle palle, ma non offendetevi.

Il papà

Sì, in alcune scuole si avvista pure il papà. Nella mia in egual misura. Solitamente non si perde in chiacchiere, non arriva in pigiama, non lancia figli, non dà del tu alla maestra (nel caso lo facesse, insospettitevi), a volte dimentica qualcosa ma di solito c’è qualcuno dietro a ricordargli i punti fondamentali.

La logorroica

La logorroica è davanti a voi, proprio quando siete diligenti in coda per lasciare vostro figlio, avete parcheggiato in terza fila perché “tanto un secondo e lo lascio”, e avete quella riunione che dovete cominciare proprio voi. E lei parla, parla, parla. Parla alla maestra dei problemi di suoi figlio, dei problemi di tutti i suoi figli, dei suoi, di sua madre, dei suoi suoceri, chiede consiglio, parla male dell’influenza di altri bambini, e tu sei lì che vorresti tirarle un calcio in culo ma tanto sai che servirebbe a farla parlare ancora di più, quindi rinunci.

Poi c’è lei, quella normale. Normalmente in orario, a volte in anticipo, a volte in ritardo. Insegnanti e bidelli sanno chi è, ma non giurano sul suo nome. È vestita come una persona normale, che lavori o meno, e si è lavata il viso, senza per forza avere il trucco di Kim Kardashian. Suo figlio ha tutto l’occorrente, a volte manca qualcosa, ma recupera. Saluta la maestra gentilmente, lasciandole il figlio come si deve. Saluta gentilmente le altre mamme, sapendo chi sono, ma senza intrattenersi per ore, che lavori o meno. È al corrente delle riunioni, delle lotte, delle feste, ma contribuisce quando può. È rappresentante solo se davvero deve, ma anche no.

Ecco, io vi auguro di far parte di quest’ultima categoria perché sennò… Beh sennò lo sapete no?!

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23 Comments

  • Alla frase “tizi che spacciano le figurine ricoperte di droga” mi son cappottata.
    Adesso è finita la pausa pranzo mi devo ridare un contegno.

  • Io porto i miei figli in tre scuole diverse (fortunatamente vicine). Quando arrivo a scuola sono vestita per andare a lavorare, ma non truccata. A casa non riesco a ritagliarmi quei cinque minuti di pace per truccarmi, c’è sempre qualcosa da fare e inoltre i bimbi nella frenesia mattutina mi farebbero colare il trucco. Mi trucco poi nel parcheggio del lavoro. Quando accompagno i due più piccoli rispettivamente al nido e all’asilo il contrasto tra il mio abbigliamento e la faccia struccata è lampante… Per me il make up non è un vezzo, ma una questione di decenza: se non maschero occhiaie e pallore la gente mi considera da ricovero. Sapete quante mamme mi chiedono la mattina: ma stai bene?!? Uff…

  • Ciao, io mi riconosco nella ritardataria (purtroppo) pur avendo un figlio solo e lavorando part time e quando va bene nella normale 😄! Sono anche rappresentante, me lo hanno chiesto le altre mamme e avendo comunque più tempo di altre mi sono sentita in dovere di accettare. Devo dire che per ora la classe è tranquilla e l’incarico non mi da problemi. Barbara

  • Sempre con passo veloce ma due parole con le mamme riesco a farle, meglio se camminando. Andando poi a lavoro, sono vestita ad hoc: molto casual perché spesso sono a far verifiche in reparto produttivo (maschile), dove i tacchi sono out! So che sono stata/sono oggetto di critiche. E pensate che fino a 6 anni fa ero sempre in tiro perché ero in reception!!! Mi avessero visto allora, mi avrebbero odiato! Mio marito dopo tre volte che portava il grande a scuola mi fa “c’è una mamma che si vede da lontano che ha le tette rifatte” dopo 6 mesi non ho ancora capito chi è!

  • Ma quanto ho riso ! Per un attimo mi sono dimenticata della giornata di merda che ho avuto ! Grazie ! Voi non potete capire… il mio negozio è davanti alla scuola… mi faccio certe risate da sola che penso che chi mi vede da fuori

  • È partito l ‘ok da solo ! Vi dicevo che osservare queste mamme è uno spettacolo! C è una che cammina come Belen, si mette o leggins della figlia che ovviamente su di lei diventano trasparenti… con perizomi a vista ! Che poi non ci vuoi mettere 24 cm di tacco ? I padri presenti non vi dico… quanto rido ! Lei sta male se non si esibisce ! L’ ape regina… come l’ avete descritta bene! Cioè l ‘ho visualizzata in un nano secondo ! È perfetta… gonna lunga senza mutande ! I figli poracci… tristissimi… sempre obbligati ad apparire ovunque. Ci sono 2 che non scendono dalla macchina per evitare l ‘umanità… hanno addirittura insegnato ai figli una scorciatoia per evitare la folla ! Le mie preferite ! La logorroica poi viene in negozio da me e mi intrattiene anche per un ‘ ora e io vorrei tanto che mi suonasse il telefono anche se fosse un operatore della fornitura del gas !

  • Sante parole, sorella! Io credo di essere una mamma normale, anche se ogni tanto mi trasformo in ritardataria, oppure mamma in pigiama. Forse avrei aggiunto la mamma rappresentante e la mamma scazzata, perché penso che meritino una menzione a parte. Proprio vero, comunque, che tutto il mondo é paese!

    • Ahahah la mamma rappresentante in realtà può essere di diverse categorie: ape regina, normale capitata per caso… dipende 😀

      • Hai ragione! In questi giorni ho riflettuto molto su tutte le “mamme taxi” che all’uscita si devono caricare i figli degli altri. Non ci scrivo un articolo perchè temo sarebbe troppo dispersivo. Siete fortissime!

  • Post acuto da vera intenditrice. Ci sono anche donne che hanno partorito e che chiamare mamme ce ne vuole. A volte le incrocio al mattino. Le vedi incedere a testa alta con tacco 12 e trucco da gran galà con un alone di fragranza dolciastra intorno a loro. Il figlio di 7- 8 anni invece con unghie lunghe e sporche, grembiule con qualche bottone che manca all’appello. Il fanciullo guarda in basso tirando su con il naso per mancanza di fazzoletti. Ecco questa è la categoria delle donne a Margherita . Perché? Perché le margherite emanano cattivo odore per non avere altri fiori intorno e qualsiasi altra pianta messa nelle vicinanze muore. Donne così sono sempre sole. Sei d’accordo?

    • Ciao Olimpia, io mamme così non ne ho mai viste, però mi sento di dire che anche se hai partorito puoi metterti il tacco dodici, e a volte i bambini passano fasi in cui non vogliono lavarsi, tagliarsi le unghie, ecc… Sicuramente tu ti riferisci a qualcuno che conosci e quindi parli per esperienza!

    • Infatti io penso proprio lo sia, ma a volte noi ci facciamo un’idea diversa semplicemente perché quella mamma ha un modo di fare diverso dal nostro!

  • Dalla materna alla primaria…le categorie che hai descritto le ho incontrate tutte. A me quelle che spaventano di più sono le mamme che chiacchierano fuori da scuola e poi al bar perchè solitamente diventano pericolose….sparlano di tutto e tutti (mamme, maestre e purtroppo anche dei bimbi) ritenendosi – non so per quale strano motivo – superiori e legittimate a sparare giudizi. Poi c’è sempre un “genio” che riferisce a una certa mamma le chiacchiere sul suo conto o, sul conto della prole, e li partono le discussioni/litigi con il pessimo risultato di nuocere alla serenità dei figli che – se le mamme fossero state al loro posto – non avrebbero avuto motivo di non poter più andare al tal compleanno o a casa del tal bimbo.
    Io lavoro in proprio, sono avvocato e qualche mattina o pomeriggio – impegni del lavoro permettendo – potrei anche andare io a scuola ma ho preferito evitare proprio per non trovarmi coinvolta in nessuna chiacchiera (anche se credo che la mia latitanza sia motivo di chiacchiera al bar).
    Sono una di quelle che fa portare ed andare a prendere i figli dal marito o dalla dada o – una volta a settimana dalla nonna).
    Mi tengo solo il mercoledì pomeriggio per me, per poter andare a prendere il mio bimbo più grande da scuola. Fa la prima elementare e quando incontro le altre mamme – che cordialmente saluto – mi stupisco di come facciano a conoscersi già così bene nonostante la scuola sia iniziata da pochi mesi. Io che ancora non conosco neppure i loro nomi…. mah…

    • Michela, condivido il tuo pensiero. Devo ammettere che qui a Parigi le mamme “pettegole”, almeno nella mia scuola, non sembrano esistere. Tutte o quasi lavorano, e dopo aver accompagnato i bambini si corre. La sera idem, si rientra tardi e non c’è tempo per chiacchierare (alle 16.30 immagino non ci sia nessuno, io ne vedo un po’ alle 18 ma a parte convenevoli non si dice altro). Mi è capitato in passato di andare a prendere il caffè con una mamma perché aveva bisogno di sostegno, si stava separando, e anche dopo la separazione, ma non l’ho mai sentita parlare di altre mamme, bambini, ecc. Allo stesso modo, ho un ottimo rapporto con la mamma della migliore amica di Penny, con cui chiacchiero ogni volta che la vedo, siamo state in vacanza insieme, ecc, ma MAI l’ho sentita parlare di altre mamme o altri bambini. Sono molto contenta di tutto questo 🙂 Non esistono nemmeno le chat whatsapp 😀 È un vero peccato che esista questo tipo di mamme, ne conosco personalmente (italiane, ahimè) e mi sento di dire che sono un male per la comunità.

  • Se penso a questo arcobaleno di mamme fuori dalla scuola… mi tornano in mente le bambine e poi le ragazzine che siamo state… più o meno le conosco tutte e più o meno hanno la mia stessa età… e si poteva intuire già dai tempi della scuola (la nostra!) l’ evoluzione di ognuna di noi ! La stragnocca malata di protagonismo era così anche a 14 anni! Lei non salutava mai, si faceva la tinta ai capelli quando tu avevi solo la decenza di toglierti le coccole dagli occhi la mattina. Tu timidamente ti mettevi un filo di matita e lei già 7 strati di fondotinta. Lei quando saliva sul pullman della scuola che ci portava al liceo aveva sempre cura che qualcuno le guardasse il culo… proprio come adesso. L’ ape regina lo stesso… pigiama party… tuuuuuutte a casa sua, feste di compleanno storiche, cantare nel coro della Chiesa, fare parte anche dell’ associazione delle galline senza penne… e quindi anche adesso è lei che muove i fili di quel microcosmo chiamato classe! È lei che ha creato il gruppo Whatsapp della classe e che lancia dilemmi come : coroncina o cerchietto per la Comunione? Facciamo un incontro su questo argomento! Chissà come sono io dal di fuori… boh… porto le converse adesso come 20 anni fa. Sto nel mio mi sa, adesso come un tempo.

  • Quelle da cui non bisogna abbassare la guardia sono proprio le Mamme dalla lingua biforcuta .e se posso le evito. Mia figlia però un giorno mi ha chiesto” tu sei la sola mamma che non prende il caffè con le altre mamme perché ?” Io le ho risposto che non avevo tempo. Mio marito mi ha fatto notare che il mio atteggiamento non fa altro che stuzzicare la curiosità . Vero. Il fatto è che il lavoro assorbe molto e il tempo residuo lo dedico alla famiglia e a me stessa anche se io vengo per ultima in questo periodo . Il tempo per chiacchierare di tutto e di niente non mi appartiene e quando mi trovo in mezzo ai discorsi all’aria fritta non parlo. Ho imparato a stare lontana dalle persone che appena si alzano la mattina si lamentano e sono perennemente negative. Queste persone ti risucchiano anche l’anima . Quando ti cercano è perché vogliono qualcosa da te, e quando tu magari vorresti ricevere una parola gentile o un gesto di conforto non ti guardano nemmeno. Persone belle ci sono ma non si mettono in mostra. Si rivelano nelle piccole cose quotidiane. Sono persone silenziose di poche parole ma all’occorrenza ci sono e non si tirano indietro. Viva le belle persone

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