“I giochi dei bambini non sono giochi, bisogna considerarli come le loro azioni più serie” diceva qualcuno e noi genitori lo sappiamo bene. Non solo: chiunque abbia dei bambini, o si trovi ad osservarli quando giocano, non potrà che dargli ragione!
Abbiamo partecipato ad un incontro organizzato da Fisher-Price con degli esperti e, in particolar modo, con una pedagogista, con cui abbiamo potuto parlare del gioco dei bambini, con particolare riferimento alla fascia di età dalla nascita ai 3 anni.
Fisher-Price da più di 80 anni sviluppa giochi dedicati a questa fascia di età: abbiamo avuto modo di provarli, e felicemente, come vedete nelle foto.
Sommario dei contenuti
Ecco cosa abbiamo imparato:
1) Se la mamma si annoia, il bambino se ne accorge! Ricordiamoci che i papà giocano volentieri!
Durante i primi anni, il gioco è in grado di soddisfare tutte le competenze e la fantasia del bambino: è vero che nei primi mesi il bambino ha bisogno in gran parte della mamma! Ma già dalla nascita la presenza del papà è molto importante.
Fin dai primi mesi di vita, il bambino è in grado di compiere azioni che sono di gioco, come ad esempio guardare i piedini o battere le mani. Nel compiere queste azioni il bambino memorizza quanto piacere prova e questo è condizionato anche dal fatto che piaccia o meno alla mamma.
E’ importante quindi che cerchiamo di fare con i bambini giochi che ci divertano o almeno non ci annoino troppo: e ricordiamoci che i papà giocano benissimo con i bambini. Lasciamoglielo fare: è importantissimo!
2) Se i bambini litigano giocando, lasciamoli fare.
Sempre detto io!
Da 0 a 3 anni raramente i bambini giocano davvero insieme ad altri bambini: sono troppo egocentrici, non riescono a tollerare che si giochi a un gioco diverso da quello che decidono loro!
E’ facile che i bambini litighino giocando: per il bambino, però, il conflitto stesso è un gioco!
Sarebbe quindi meglio non intervenire immediatamente perché si tratta per loro di un’evoluzione naturale del gioco. Se vengono lasciati fare, l’equilibrio si ritrova, magari anche decidendo di non giocare più insieme: è una naturale dinamica della vita e va interiorizzata.
3) La mamma deve proporre, ma lasciare libertà
Il ruolo delle mamme è quello di proporre diversi giochi, MA i bambini devono essere liberi di scegliere e sì, mamme, rassegniamoci, di giocare sempre con lo stesso gioco.
Giocare con lo stesso gioco ha un senso e uno scopo: i bambini utilizzano lo stesso gioco finché non sentono di averlo fatto proprio.
Spesso usano i giochi a modo loro: lasciamo che lo facciano.
4) Compriamo giochi diversi per bambini diversi
Meglio non comprare giochi uguali ai fratelli: i fratelli sono persone diverse, anche se sono gemelli.
5) Lasciamo che i nonni vizino, piuttosto impariamo a fare i genitori
Il ruolo educativo è del genitore, non del nonno: se il genitore ha un ruolo forte, i nonni possono serenamente divertirsi a viziare i nipoti, magari con qualche accorgimento concordato (ad esempio: possono regalare giochi ai bambini solo una volta ogni tot).
Lasciamo che i nonni giochino coi bambini, che passino del tempo con loro: i nonni sono sintonizzati naturalmente sulla pazienza e sono una risorsa preziosa.
6) Assecondiamo con il gioco le tappe evolutive dei bambini
Ad esempio, a 8 mesi circa i bambini cominciano a riconoscere gli estranei e provano timore, così come iniziano a provare ansia quando la mamma si allontana. Ecco perché in questo momento i giochi utili sono quelli di apparizione/sparizione: aiutano i piccoli a superare l’ansia della separazione e a capire che la mamma torna.
Anche quando giocano a nascondino, in realtà giocano a farsi trovare: se io scompaio, tu, mamma, devi venire a cercarmi, io ho bisogno di essere trovato.
7) Dire no è importante
La relazione tra adulto e bambino ha le sue dinamiche, fatte anche di no: il no è importante, ma non deve essere un no su tutto o provocherà solo angoscia senza essere peraltro percepito nel suo significato.
8) Fare spazio è necessario, ma…
I bambini non si separerebbero mai dai loro giochi.
Per loro è una grande sofferenza separarsi dai giochi, però spesso va fatto, anche per necessità.
Perché diventi anche questo un momento di crescita, che li aiuti a vivere il distacco in modo sempre più adeguato, ricordiamoci di far salutare i giochi di cui dobbiamo disfarci.
Ogni gioco contribuisce alla crescita del bambino!
9) Il gioco rotto va buttato via?
Se diventa pericoloso sicuramente sì.
Se resta sicuro, lasciamoglielo: i bambini aggiustano i giochi a modo loro o comunque li usano in modo diverso da quando erano integri, li riscoprono, danno loro una seconda vita: il gioco si è trasformato in un’altra cosa.
10) Lasciamoli fare, lasciamo a loro disposizione diverse cose
Lasciamo a loro disposizione la carta, che la strappino, che creino cose diverse, anche se noi non capiamo cosa.
Lasciamo loro qualche cassetto che possa essere svuotato, in cui possano guardare dentro: è un primo sguardo all’interno di se stessi.
Nel gioco i bambini prendono le misure dei propri limiti e di quelli che vogliono superare.
Nel gioco i bambini esprimono quello che non riescono a verbalizzare. Agiscono le loro emozioni. Le reazioni, anche aggressive, sono assolutamente normali.
11) Cerchiamo di dedicare tempo per giocare ad ogni figlio singolarmente
È difficile che i genitori riescano a giocare insieme a tutti i figli: i fratelli cercano sempre l’attenzione dei genitori.
Accettiamo senza troppa tensione questa dinamica, dedicando l’attenzione all’uno e all’altro in modo alterno, se ci riusciamo!
12) Giochiamo, giochiamo, giochiamo
Perché “l’uomo non smette di giocare perché invecchia, ma invecchia perché smette di giocare” (George Bernard Shaw)
Post in collaborazione con Fisher-Price
#eccocosapensa #playmore @FisherPriceItalia
I giochi nelle foto: