Asilo nido o nonni?

Asilo nido o nonni?

E’ una domanda che ci facciamo in tantissime.

Meglio lasciare il bambino coi nonni o meglio l’asilo nido?

Bambino a casa con la mamma o asilo nido?

A che età l’asilo nido?

Per me la scelta è stata obbligata, lavorando entrambi e in assenza di nonni, ma col senno di poi posso dire che, anche se avessi avuto a disposizione i nonni, avrei scelto comunque il nido.

Perché il nido?

1) Perché i bambini cercano gli altri bambini, sì, anche da piccolini

Sì, è vero che i bambini imparano ad interagire davvero più avanti, crescendo, in età ormai da materna più che da nido, ma li guardate mai gli occhi di vostro figlio quando vede un bambino?

Sorridono, esplodono di gioia, sono felici.

I bambini cercano i bambini, non importa che non ci sappiano ancora fare una partita a Risiko, basta che siano vicini, basta  giocare uno accanto all’altro, basta toccarsi, basta guardarsi.

Quindi tutta la menata sul fatto che non interagiscono davvero… Per quanto mi riguarda, anche no.

2) perché i bambini al nido si divertono

Le attività che i miei figli svolgono e hanno praticato al nido, io e i nonni no, non in quel modo, non con quella quotidianità.

Diciamocelo: sì, posso tirare fuori gli acquerelli, i colori a dita, la plastilina, le farine per i travasi, ma SEMPRE?

Ogni giorno? Ogni mattina e poi ogni pomeriggio?

No, io no.

No, i nonni nemmeno.

Invece ogni giorno al nido hanno tutto a disposizione per pastrugnare, pastrugnarsi, spalmarsi, rotolarsi, imbrattare, impastare… Insomma, divertirsi.

3) perché fanno cose adatte all’età e hanno stimoli per un corretto sviluppo

Ci sono articoli che sostengono che i bambini che frequentano l’asilo nido siano più intelligenti ed equilibrati e articoli che sostengono esattamente il contrario, non starei a tirarli in ballo. Piuttosto mi baserei su quello che posso offrire io, mamma,  e su quello che possono offrire i nonni:

ho idea di quali siano i giochi adatti ad un bambino di 8 mesi?

Di quali abilità dovrebbero essere stimolate?

Forse sì io, non credo proprio i nonni, sicuramente le educatrici del nido.

A me basta così.

4) perché al nido mangiano da soli e in modo equilibrato

Un bambino che va al nido impara a mangiare da solo e bene, mangia di più perché in compagnia, per emulazione, mangia senza bisogno di ricorrere a trucchetti e ha un’alimentazione studiata sui suoi bisogni.

Bene così.

5) perché imparano ad essere se stessi, una personcina al di fuori della famiglia

I bambini capiscono che hanno una vita di cui noi non facciamo parte del tutto, fanno cose che noi non vediamo, sviluppano relazioni al di fuori del contesto familiare.

Li salutiamo al mattino e loro vanno incontro alla giornata sulle loro gambette instabili.

Ed è una cosa bellissima ascoltare i racconti di chi sia nostro figlio davvero, quando noi non ci siamo; utilissimo sapere attraverso le parole obiettive di chi sta con loro che individuo stia diventando, che rapporto ha col mondo e con gli altri.

6) perché creano relazioni affettive importanti

Mio figlio ha 9 anni e ancora ricorda con affetto la sua educatrice di riferimento del nido.

Siamo andati a trovarla fino quasi alle elementari su sua richiesta e non vi descrivo la bellezza del loro incontro quando si sono rivisti recentemente.

7) perché i nonni non sono i genitori

i nonni non sono giovani molto spesso, non sono sanissimi, non sono pieni di tutte quelle energie che richiede un bambino così piccolo, non possono avere il compito quotidiano di tenere i nipoti dalla mattina alla sera: ditemi quello che volete, per me hanno già dato ed è giusto che oggi intervengano solo se e quando serve.

Nido, mille volte nido.

8) perché i nonni significano molto spesso tv

I nonni hanno le loro attività da svolgere, giustamente, non sono dedicati totalmente al bambino.

Ecco perché molto spesso le attività si riducono a molta tv, molto telefonino, molti video e se, c’è bel tempo, un’oretta al parco di “stai attento!”, “No, così no!”, “fermo!”, “non sudare” e annessi e connessi.

Esistono anche nonni meravigliosi, ma ecco… Tenetelo presente.

7) perché è una delle prime grandi scelte:

non è obbligatorio andare al nido, non sentitevi in dovere di mandarci i vostri bambini, ci mancherebbe! Ma se avete la possibilità di farlo, se vi state chiedendo se sia giusto farlo, se sia la scelta giusta per loro, beh, allora la risposta per me è sì.

Anche se si ammalano (tanto i primi tempi, è normale); anche se piangono (si devono abituare, e comunque lo fanno solo a vostro beneficio: rarissimo lo facciano quando voi non ci siete); anche se vi mancano:

è una scelta di cui difficilmente ci si pente e sono anni che ricorderete con affetto, dolcezza e riconoscenza tutti per sempre.

Qualche consiglio per:

  1. una scelta alternativa: agrinido (io l’ho scelto per il primo anno di nido di Vittoria e abito a Milano: esistono anche in città!), agriasili e asili nel bosco
  2. asili nido e nonni;
  3. per i bambini che andranno e vanno al nido;
  4. libri per bambini 0-2 anni;
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5 Comments

  • Bell’articolo!
    Concordo in pieno!
    All’inizio ero scettica nel mandare la mia bimba al nido ma poi mi sono ricreduta completamente.
    Non la pensa così mia cognata: lascia la figlia di 4 anni ai nonni (miei suoceri) 80enni dalle 7:30 alle 19:30 tutti i giorni lavorativi.
    Mi pare decisamente esagerato.

  • Il primo figlio lasciato alla nonna (giovane) per il primo anno…si sono annoiati tutti e due tremendamente durante i mesi invernali! Le cose sono migliorate in primavera…
    Alla nascita del secondo è andato al nido, è rinato!
    Il secondo figlio c’è andato da subito.
    Io lo consiglio vivamente. Se non c’è necessità di lasciarlo tutto il giorno, almeno la mattina!

  • Ci sono nidi dai programmi interessanti, da quello bilingue a quello con attività musicali, ma il problema è il prezzo! Un nido privato, quando non si trova posto nel nido pubblico, costa al mese spesso più di una rata del mutuo ed ecco perché molte mamme lasciano i bambini ai nonni!

  • Giudizio poco equilibrato e con contenuti nettamente discriminatori contro i nonni, forse frutto di esperienze negative. Alcune fallacie, vedi la risposta 7, completano il quadro. La signora in questione parla come parlerebbe un’educatrice di asilo-nido e forse lo è davvero. I bambini, se ben seguiti dai nonni e in accordo con i genitori, possono sviluppare sensi e abilità che in un ambiente dove sono un numero assieme a tanti altri, non avrebbero modo di far crescere adeguatamente. I bambini non piangono all’asilo-nido? Invece piangono eccome, soprattutto nelle prime settimane, e quando a prenderli arrivano i nonni, sono corse e salti di gioia, con un viso contento e, più di una volta, con gli occhi ancora pieni di lacrime. Chi assicura che vengano ascoltate le esigenze alimentari dei singoli,come a casa, laddove il menù, da 1 anno a 3, è esattamente lo stesso, per evidenti motivi di economia? L’asilo nido uniforma, inquadra e pretende di dare direttive educative comuni, laddove i bambini hanno ancora bisogno di essere seguiti individualmente. La figura materna è infatti unica e le educatrici, per quanto brave, sono solo dei surrogati parziali di tale figura, mentre i nonni possono in buona parte rappresentare le figure parentali. Mangiare assieme non è un’esigenza prioritaria a quell’età e nemmeno andare a dormire tutti alla stessa ora, senza rispettare le esigenze individuali. E’ solo una mera conseguenza dell’organizzazione degli asili, finalizzata all’economia e al risparmio. Punto 8: con i nonni a casa, i bambini vedono solo la televisione. Che sciocchezze enormi. Evidentemente da bambina non la portavano mai a fare passeggiate, a conoscere gli animali dei boschi, il colore e la forma dei fiori, a distinguere un grillo da una cavalletta o da una farfalla, a riconoscere altri tipi di insetti, a visitare qualche fattoria didattica, a giocare con la sabbia? A riconoscere forme geometriche elementari nei libretti didattici. A giocare con loro, a soddisfare le loro curiosità? Certo esistono anche cartoni educativi che, se usati con un minimo di buon senso e per breve tempo, possono svolgere una funzione importante, quali il riconoscimento delle diverse forme, i colori, i tipi di macchine agricole e non, i treni, gli animali domestici e non, e così via. Sviluppare alcune abilità manuali e la fantasia. Nulla quaestio sul fatto che i bambini debbano poi socializzare, riconoscere l’importanza di appartenere a un gruppo, svolgere attività comuni, etc., etc. Se hanno però la possibilità di crescere anche con i nonni, che non siano dei meri custodi, lasciateli con fiducia a loro. Ne trarranno un grande giovamento. Poi, dai tre anni in poi, avranno tanto tempo per socializzare, conoscere altri bambini e resistere con maggior vigore alle malattie infettive contratte alla scuola materna (che nome fasullo, nella sua essenza). Una volta gli asili nido non esistevano. Esisteva solo la scuola materna e, di certo, coloro che non hanno potuto usufruire del nido e sono cresciuti in quel periodo con i nonni, non sono poi cresciuti con deficit formativi o disordini affettivi. Questo, ovviamente, non significa demonizzare l’asilo nido per chi è comunque costratto a portarci il figlio, nè, francamente,ad esaltarlo acriticamente nei confronti di altre possibili scelte. .

  • Assolutamente d’accordo! Ricordo quando abbiamo deciso di mandare il bambino al nido,abbiamo avuto entrambe le famiglie contro perché “chissà che gli fanno all’asilo”. Mio figlio è stato il primo in assoluto ad andare al nido sia dalla mia parte che dalla parte di mio marito. Le nonne erano talmente contrarie che ci dissero che, se serviva, non sarebbero mai andate a prendere il nipote all’asilo. Dopo il primo anno, dopo aver visto i cambiamenti in mio figlio e il diario ricordo che ci hanno dato a fine anno, hanno entrambe cambiato idea e ora ci tengono ad andare a prenderlo per vederlo in mezzo agli altri bimbi. Per quanto riguarda il riposino tutti insieme, l’ho trovato molto importante perché mi ha aiutato a dare dei ritmi precisi,poi quest’anno niente riposino la mattina visto che è tra i più grandini. Il mangiare insieme agli altri bimbi? Sacrosanto! All’asilo mangia cose che a casa nemmeno sotto tortura! Ovvio è che vengo da una esperienza estremamente positiva,trovando delle maestre eccezionali, tanto che mio figlio entra in classe da solo e va diretto a giocare. Quindi asilo tutta la vita!

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