Fare meno per fare di più

Leggiamo ogni giorno dei millemila metodi per crescere figli, delle centinaia di cose che dovremmo fare per stimolare i figli, renderli autonomi, farli diventare sicuri di sè, coltivare talenti, scoprire inclinazioni e chi più ne ha, più ne metta.

Ottimo.

Stiamo evidentemente producendo una generazione di geni, psicologicamente stabilissimi, precoci, plusdotati, educatissimi e responsabili individui, non può che essere così a giudicare da quanto ci sbattiamo.

Ma davvero?!

Ma siamo sicuri?!

No, perché io più cresce mio figlio e mi confronto con bambini al confini con preadolescenza ed adolescenza, più ho seri dubbi e sto cominciando a pensare che, forse, dico forse…

non fare una mazza sarebbe stato meglio.

Bambini alla soglia dell’adolescenza che se a 2 anni si allacciavano le scarpe imparando dalla scarpa montessoriana, ora non sanno gestirsi da soli nello spogliatoio di nuoto: come si fa la doccia? Come ci si riveste? Dove sono le mie mutande?

Genitori onnipresenti.

Dal bordo piscina agli spalti dei campi di calcio, a sorvegliare i figli, i figli degli altri, gli allenatori e a voler mettere becco su tutto senza sapersi fermare davanti alla propria incompetenza o comunque competenza non richiesta.

Giustificazioni continue ai comportamenti dei figli, anche a quelli palesemente intollerabili a 3 anni, figurarsi a 10.

E il problema non è tanto che giustifichino comportamenti inaccettabili da un quasi ragazzo, ma che certi comportamenti siano ancora tenuti da chi tra qualche anno sarà penalmente imputabile: lo sapete, vero che a 14 anni lo diventano?

Staremo facendo davvero bene ad esserci sempre?

Staremo facendo davvero bene ai nostri figli a non lasciarli litigare (che se prendono un cazzotto oggi, per forza è bullismo e per forza nostro figlio ha ragione: no, il bullismo è una cosa serissima, capiamo cos’è, magari. E sì, guarda te, magari mio figlio se l’è meritato il cazzotto, magari ha fatto lo stronzo e gli servirà da lezione: ci avete mai pensato?), a non permettere loro di scambiare figurine perdendoci (possibile dover discutere tra mamme se Buffon non si può scambiare alla pari con Donnarumma?!), a chiedere continuamente nelle chat di classe notizie dei compiti (senza lasciare i bambini nel loro brodo perché non li hanno segnati sul diario)? Vogliamo andare avanti così fino a che età?!

Possibile che se mio figlio non gioca devo parlarne con l’allenatore perché non vede che Ronaldo ha tra le mani?

E se mia figlia non danza in prima fila l’insegnante non capisce che razza di etoille ha davanti?

E davvero mio figlio è così intelligente e non solo banalmente normale?

Sicuri che non mandarli in gita con la scuola o con l’oratorio o con l’associazione sportiva sia un bene per i bambini che, piccini, non possono stare senza la mamma una settimana?

Sicuri sicuri sicuri che, convinti di crescere una generazione di individui superiori, non stiamo invece crescendo una generazione di rincoglioniti?

Io, scusatemi, i miei dubbi li ho.

E seri pure.

 

 

 

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7 Comments

  • gita di tre giorni con la scuola. metà classe (tutti di 9 anni compiuti) non mandati perchè “senza di me non sa farsi la doccia e poi si dimentica di cambiarsi le mutande”. il problema è delle mamme, non certo dei figli

  • Eh, i dubbi non li hai mica solo tu… E a questo punto temo per il futuro e per il branco di incapaci che ci saranno.
    Bellissimo post come sempre.

  • Non posso fare altro che quotare tutto. Sono insegnante e ne vedo di ogni. E la colpa é per lo più dei genitori che girano con le fette di salame sugli occhi.

  • A me viene l’orticaria ogni volta che porto e riprendo mio figlio a judo. Genitori di bambini di 8 anni (8!) che entrano nello spogliatoio con loro per cambiarli!
    A volte devo proprio mordermi la lingua e continuare a ripetermi “non sono affari tuoi, non sono affari tuoi, non sono affari tuoi”.

  • Hai super ragione!!!
    Che tristezza però…
    A me è capitata quella delle figurine…una mamma è intervenuta con dei bimbi che (a suo dire!!!) all’intervallo avevano fregato suo figlio scambiando in modo non equo le doppie…
    Io ero esterefatta…saranno ben cavoli di mio figlio scambiare o meno le doppie come vuole e se davvero è rimasto fregato gli serva di lezione per un’altra volta o più in generale prendiamola come lezione di vita.
    Una mamma mi ha chiamato a ottobre recriminando che mio figlio all’intervallo a scuola non voleva più giocare con il suo…suo figlio ci soffriva.
    Letteralmente pretendeva che dicessi a mio figlio che doveva giocare con il suo all’intervallo.
    Erano in classe alla materna mentre in sezioni diverse alla primaria.
    Io onestamente le ho detto che mi spiaceva se suo figlio era rimasto male per questo fatto ma che NO, NON avrei mai obbligato mio figlio a giocare con un bambino. Io non avrei mai fatto neppure la sua telefonata. Ognuno ha il metodo educativo che crede giusto, io operò sento la necessità (sia per me che per i miei figli) di non essere ingerente in certe cose.
    Cresciamo bimbi che bilingui perchè fanno inglese già a un anno ma che crollano se a scuola la maestra gli fa notare un errore in un compito.
    Io ripeto sono preoccupata e dispiaciuta per questa generazione di figli di madri tuttologhe e onnipresenti con modalità “spazzaneve” sempre attiva.

  • Condivido pienamente, da insegnante della scuola media e da mamma di un bimbo, per fortuna, ancora piccolo… Non siamo ancora entrati nel loop delle chat di classe e già le temo!!!

  • Anch’io noto in giro molte di queste mamme onnipresenti,e credo che il loro comportamento sia legato al fatto che riversano sui figli le loro aspirazioni mancate;i figli sono il loro investimento,lui deve farcela,lui o lei deve essere il migliore….peccato va così. ..

    Io ho avuto una mamma totalmente disinteressata alla mia vita e forse era troppo;ma adesso si sta esagerando nell’altro senso

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