Cosa fare se una mamma urla

Quanto ho parlato delle abitudini da pessima madre, la maggior parte delle mamme ha “confessato” di urlare troppo. Io ci sono dei giorni che mi sento la mamma zen:può cascare il mondo, ma resto impassibile.
Ce ne sono altri che inizio ad urlare alle 7 e finisco alle 22. Ma cosa fare se una mamma urla?

I genitori sono adulti, i bambini no

È faticoso, sfiancante, debilitante.
Per tutti. E soprattutto inutile: più si sbraita, più i figli si innervosiscono, si agitano, diventano ingestibili, e via di urla.

È un circolo vizioso, che deve essere interrotto. E chi altri può interromperlo, se non l’adulto? Spetta a noi cambiare la rotta, a noi e a nessun altro. Come? Affrontandolo come se fosse una grande sfida di lavoro, e quindi studiando tutte le variabili: quando si innesta il meccanismo? In che condizioni psicofisiche siamo? E in che condizioni sono i bambini quando perdono il controllo?

Perché le mamme urlano?

Tendenzialmente si cede alle urla quando siamo stanche, stressate, nervose, quindi ovviamente la prima cosa da fare sarebbe evitare di trovarsi così. Lo so, è la parte più difficile, ma anche se sembra una mission impossible, è fattibile. Lavorando su se stesse è possibile arrivare a non portarsi a casa i problemi di lavoro, a farsi coinvolgere meno dalle emozioni negative.

Ma la cosa più semplice è sicuramente trovarsi valvole di sfogo: che sia andare a correre alle 6 di mattina, in palestra in pausa pranzo, fare yoga la sera o prendersi qualche ora per sé per un aperitivo con le amiche o un’ora di shopping, o anche solo una passeggiata nel verde, che riequilibra corpo e mente, va tutto bene, basta sia davvero un momento rigenerante.

La cosa più deleteria è non avere mai respiro: lo abbiamo detto tante volte, non serve essere wonder woman, non si può nè si deve arrivare ovunque.

Se iniziate la giornata di corsa e la finite alle 23 pulendo i pavimenti, vivaddio, è ovvio che scoppierete!

Una mamma deve pretendere meno da se stessa

Quindi la prima strategia antiurla è: fare meno e pretendere meno da se stesse.

Se riuscite a fare un po’ di sport o yoga meglio, ma vi assicuro che può bastare anche decidere che la giornata è finita appena messi a letto i bambini alle 21 (21.30? Cercate di non farli arrivare a mezzanotte, ecco, sennò casca il palco) e dedicatevi poi a voi, alla coppia, agli hobby (lettura, Netflix, ricamo, quel che vi pare!).

Una volta trovato il modo di prendervi un po’ di respiro automaticamente si ricaricano le energie, e sarete più lucide per il passo successivo.

Che è più concreto: evitare di innescare il meccanismo capriccio (o rispostaccia o disobbedienza o provocazione o quel che è) del bambino —– > sgridata——-> opposizione-disobbedienza-rispostaccia ——->minacce ——> isteria del bambino ——–> urlata e via di seguito, fino ad arrivare  alla mamma isterica che sbraita, minaccia punizioni (che poi non esegue), bimbi in lacrime e … mamme pure.

Invertire la rotta del litigio genitori/figli

Come invertire la rotta a crisi innescata?

Anche qui bisogna studiare: quando i bambini si comportano in modo tale da farci saltare i nervi? Se sono stanchi? Se li abbiamo affrontati con un tono duro? Se gli mettiamo pressioni appena svegli?

Di solito c’è sempre un motivo, una causa scatenante. Mio figlio piccolo è (e soprattutto è stato), un osso duro, durissimo. Un carattere oppositivo all’ennesima potenza, con lui ordinare o imporsi è totalmente controproducente. Se dico “riordina la camera” è sempre matematicamente un NO! o peggio, fallo tu, me ne frego, me ne vado, mi odiate tutti e via di seguito.

E così per ogni cosa, basta sbagliare un po’ il tono di voce ed è finita, idem se si arriva a sera con lui troppo stanco.

Un libro per aiutarci a urlare meno coi figli

Dopo aver messo in pratica alcuni dei consigli del libro “come parlare ai bambini perchè ti ascoltino” la situazione è migliorata nettamente, ma ovviamente non è sempre rose e fiori, in queste due ultime sere la nostra pazienza è stata messa a dura, durissima prova: complici le vacanze vanno a letto più tardi, ma questo significa maggior stanchezza sua e quindi minore capacità di controllo (sua e nostra a dire il vero).

Ha fatto scenate inenarrabili per sciocchezze (perché non abbiamo voluto vedere Lo Hobbit alle 22.30, perché gli ho detto con un tono un po’ duro “ora a letto!” e simili).

Dopo che si è instaurata la classica spirale verso l’inferno, con lui che diventa sempre più ingestibile e oppositivo, e io sempre più nevrotica e che rischiavo seriamente di menarlo, ho preso un bel respiro e son sempre riuscita a cambiare rotta.

Ascoltare i figli e anticipare la crisi

Come?

In queste ultime sere ho preso al balzo una cosa che mi aveva detto qualche giorno fa e cioè che lui “sa controllare la sua mente”. Me lo aveva detto a proposito di tutt’altro, ma nel momento clou della crisi gli ho detto: “non eri tu che dicevi di controllare la tua mente? Non mi pare che ti riesca tanto bene sennò ti calmeresti”.

“Sì che sono capace!!! (urlando e quasi piangendo) guarda!!!

E , dopo aver puntualizzato che faceva il pazzo “perché voglio non perché non so fermarmi” TRAC, si trasforma in un bimbo ragionevole, calmo e che ascolta.

Per due volte ho risolto la tragedia greca così, ma no, non funzionerà per sempre, lo so, alla terza o quarta avrà la rispostaccia che annullerà tutto, ma intanto ho salvato due situazioni critiche, meglio di niente.

Un’altra volta invece, sempre a miccia innescata e esplosione imminente, è bastato dire “Alberto, la mia pazienza è esaurita, come il flacone spray del tuo gioco Splatoon, ho bisogno di ricaricarla, aiutami tu calmandoti”.

No, non c’è una formula valida per tutti, e un conto è avere a che fare con un bambino di 2 anni o con uno di 7, ma c’è sempre un’alternativa all’urlata: bisogna tentare tentare e tentare ancora. A volte si risolve cambiando stanza e ignorandoli per qualche minuto. Scrivendo loro un biglietto, facendo un disegno. Altre sdraiandosi dicendo di dover riprendere fiato per la fatica della crisi isterica del bambino. Altre ancora accendendo la TV e mettendosi a veder un film, o aprendo un libro.

Fate qualcosa di inconsueto: loro restano spiazzati e si avvicinano, chiedono intervengono, e quindi si calmano. Ecco, forse se  c’è un segreto è proprio questo: spiazzarli. Non fare il loro gioco, invertire la rotta, rompere gli schemi.

Sia chiaro: un’urlata ogni tanto è assolutamente UMANA.

Qui parlo di qualcosa di ben diverso, parlo di isteria collettiva, quasi sicuramente sapete di cosa parlo, quell’escalation di follia che sono sicura avrete vissuto… altrimenti, beh siete fortunate!!

Forza e coraggio, a forza di tentativi vedrete che andrà sempre meglio, e se non avete bisogno di sapere cosa fare se una mamma urla, magari siete un papà, e vale tutto proprio allo stesso modo.

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