Per molto tempo ho creduto che i bambini non mi piacessero. O forse, semplicemente, per me non esistevano. Quando me li trovavo davanti, li trovavo piuttosto noiosi, antipatici, anche lamentosi e per niente di compagnia.
Poi sono diventata mamma. Ho avuto due bellissime bambine che non pensavo nemmeno di poter amare così tanto. Ma quello che davvero non avrei mai e poi mai pensato è che avrei amato ogni bambino del mondo.
Li vedo tutti, adesso: quelli belli, quelli brutti, quelli chiassosi, quelli docili. Cerco di scambiare un sorriso con ognuno di loro. Sorrido alle mamme quando piangono, raccolgo un ciuccio che mi cade vicino, faccio domande la cui risposta non è che mi interessi poi tanto, ma so che ai bimbi e alle mamme piace, parlare. Piango per giorni dopo una disgrazia accaduta a migliaia di km di distanza.
Poco più di un mese fa ho conosciuto una donna: Giorgia. Vive ad Atene, in una casa di un Villaggio SOS e condivide le sue giornate con 4 bimbi e un cane.
Quando sono entrata in casa sua, mi ha accolto con un sorriso enorme, i denti imperfetti che inquadravano un viso pieno d’amore. I bambini, loro – tre fratelli e un’altra bimba – erano silenziosi e timidi.
Il direttore del Villaggio SOS di Vari, Atene, ci ha portato a conoscere Giorgia perché al di là del dare ai bimbi una casa, la possibilità di studiare, di fare attività, di avere un futuro, SOS Villaggi dei Bambini dà loro amore.
L’amore di una mamma.
Attenzione: questi bimbi una mamma ce l’hanno. Solo, in quel momento non può prendersi cura di loro, per tanti e svariati motivi. In paesi più difficili o in casi più complessi, magari la mamma non c’è, ma in nessun caso la mamma SOS si sostituisce alla famiglia d’origine come figura genitoriale.
È una mamma come noi, con figli ormai grandi, che decide di dedicare la sua vita ad altri bambini. Giorgia ha un figlio che sta finendo l’università. Torna a casa alcuni giorni al mese, per poter riabbracciare la sua famiglia e riposarsi, e al posto suo arriva una “zia Sos” ad occuparsi dei bimbi.
La mamma SOS vive coi bimbi. Le pareti della loro casa sono tappezzate di disegni: ogni disegno rappresenta questa famiglia fatta di amore e abbracci, col cane sempre al centro. Una delle bimbe dice a Giorgia che per l’occasione è davvero elegante, e Giorgia ci confessa che le bimbe (sono due) le chiedono spesso se, quando saranno grandi, potranno ereditare i suoi vestiti, le sue scarpe, i suoi bijoux.
Mi chiedo quanta bontà, quanta pazienza e quanto cuore debbano trovarsi qui, in una persona sola, nella esile e sorridente Giorgia, per poter avere la forza e l’amore per tutti questi bimbi non suoi.
È pagata, direte voi? Certo, lo è.
Ma voi, quanto siete stanche la sera, quando dovete occuparvi di vostro figlio? E se ne avete più di uno? Se doveste lavare, pulire, cucinare per 4 bimbi della stessa età, più o meno, tutti con le loro esigenze, i loro bisogni, le loro paure. Bambini che arrivano da situazioni difficili e che trovano amore e conforto tra le braccia di una donna nuova, una donna che diventa per loro il punto di riferimento di ogni dettaglio della loro giornata.
Ce la fareste, voi? Ad avere la pazienza, la dedizione, il coraggio?
Io non lo so, ma mentre accompagnavamo Giorgia e i bambini a portare a spasso il cane, sulle colline di Atene, me lo sono chiesta: io, tra 10-15 anni, potrei diventare una mamma SOS?
Chissà, forse sì.
Intanto incontrare persone come Giorgia, che sono sparse ovunque nel mondo nei Villaggi SOS, mi ha commosso e dato fiducia nell’umanità. Siamo pieni di cose brutte, intorno a noi, ma ce ne sono anche di bellissime.
Mentre tornavamo in città, dopo la visita, Penelope mi chiede: “mamma, qual era la tua bambina preferita tra le due? La mia era quella con lo chignon”.
E Prisci controbatte: “la mia era quella con la coda”.
Io non sapevo chi fosse l’una o l’altra: non avevo visto chignon o coda, avevo visto una bianca e una nera.
Forse anch’io, come mamma, non sto facendo un brutto lavoro.
Grazie, avevo bisogno di leggere una storia così. Ultimamente mi sembra di essere attorniata solo da cose brutte, da persone negative, piene di astio. Non dico che dobbiamo essere tutti “buoni”, ma penso che una dose di umanità in più non ci farebbe male. Io ci provo nel mio piccolo a vedere il bello che c’è. E tu oggi mi hai fatto conoscere una “cosa bella” di cui non sapevo l’esistenza. Grazie e soprattutto un grazie di cuore a Giorgia per quello che fa.