Lo stipendio alle casalinghe: è giusto?

Lo stipendio alle casalinghe.

Ciclicamente salta fuori questa proposta dello stipendio alle casalinghe, a volte da qualche comitato, a volte da qualche partito, a volte da persone che con tale proposito si associano nelle più disparate forme.

Ecco che viene formulata la proposta e che la notizia circola, arriva sui social e giù di condivisioni munite di parole come “speriamo!”, “finalmente!”, “dai che ce la facciamo!”, “è giusto così”, “finalmente qualcuno che capisce che il nostro è un lavoro!”.

Ma fare la casalinga è un lavoro?

Lo è a tutti gli effetti, per la mia esperienza.

Si fatica, ci si deve organizzare, si deve fare un piano perché la casa sia pulita, le bollette vengano pagate, le varie pratiche evase, il marito abbia il tale abito per il tale giorno, ci siano le valigie pronte per la tale partenza, i figli abbiano i vestiti lavati e stirati, gli zaini pronti, le merende nella tasca, il materiale scolastico e i compiti fatti, si devono prenotare le visite mediche, bisogna iscrivere i bimbi alle attività e portarceli, e riprenderli, e portarli dal dentista e fare la spesa, e cucinare e via discorrendo.

Se non è lavorare questo, allora, ditemi, cosa lo è?

Fare la casalinga è una scelta?

A volte sì, a volte no, ma semplicemente capita perché la vita va così, magari ieri si lavorava e oggi il lavoro non c’è più, magari perché sono incinta, magari perché sono meno produttiva da che sono mamma, magari perché mi assento troppo spesso o magari perché ho un capo stronzo e fine. Capita!

Certo non è una condizione irreversibile per tutte e quindi forse sì, ad un certo punto fare la casalinga è una scelta per tutte.

Fare la casalinga, se hai figli, è fare la mamma

Sì, vero, ma solo nei primissimi tempi, fino a che i bambini vanno all’asilo. Poi fare la casalinga è occuparsi dei figli tanto quanto chi lavora part time e, spesso, persino full time.

Ma come?!

Ma certo che sì! Perché una volta che i bambini sono all’asilo dalle 8.30 al pomeriggio, ditemi, in che modo fareste la mamma in quelle ore che le altre mamme passano a lavorare? Che fate di diverso da loro?

Chi lavora tra le 8.30 e le 15.30 o le 16.30 si occupa di cose o scartoffie o di persone, giusto?

E chi fa la casalinga si occupa della casa e di tutto ciò che crede e vuole, ma non dei figli, che, appunto, sono a scuola o all’asilo.

E’ giusto dare lo stipendio alle casalinghe?

Sì, giustissimo.

Se ci fossero soldi per tutti io voterei per dare lo stipendio alle casalinghe.

E alle mamme che lavorano e ai papà che lavorano, ovvio, perché anche loro fanno le casalinghe.

Perché chi lavora si occupa comunque della casa. Tranne quando può pagare qualcuno per farlo, ma quante possono? E anche se pagano una persona una volta alla settimana per occuparsi della casa, gli altri 6 giorni chi minchia lo fa?!

Le donne che lavorano hanno case autopulenti? Vestiti autolavanti e autostiranti? Cartelle autopreparanti?

Ogni donna (e uomo) che lavora si occupa della famiglia e della casa, che lavori o che non lavori.

Molto spesso (non sempre, per carità! Ho visto cose…) le case di chi non lavora fuori sono più pulite e più in ordine di chi non lavora, ma ciò non toglie che chiunque lavori passa l’aspirapolvere, lava i pavimenti, fa i letti, cucina, stira, stende, prepara figli, cartelle, merende, segue compiti, fa TUTTO quello che una casalinga fa.

Perciò sì, io sono per lo stipendio alle casalinghe.

Ma anche per tutte le donne (e per molti uomini) che lavorano.

Perché fatevene una ragione:

non tutte le donne che lavorano hanno un aiuto.

– non tutte le donne che lavorano hanno una casa che fa schifo

non tutte le donne che lavorano hanno nonni schiavizzati

– non tutte le donne che lavorano sono servite e riverite da qualcuno

E sì, fanno molto spesso tutto quello che fa chi non lavora. Solo più velocemente, in modo più organizzato e avendo più chiare le priorità e le scadenze, per così sono costrette a fare, non perché siano migliori.

Con tutto il rispetto per chi fa la casalinga, mestiere che, comunque, non so quante donne che lavorano riuscirebbero a fare per mille ragioni.

Ma questa è un’altra storia.

 

 

 

 

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