I bambini del mondo sono tutti figli miei. Cazzate, ve lo dico io.

Ah guarda, quando vedo un bambino che sta male, lo sento come fosse figlio mio.

Come fosse figlio mio.

Se non è nero, però lo sento più mio.

Se non è sporco è meglio.

Se non arriva su un barcone, perché se invece è lì, per me può starci. E possibilmente tornare a casa sua, che magari con la sua mamma sta anche meglio, invece che stare qui da solo, no?

Se non è zingaro, perché allora anche se va a fuoco con tutta la roulotte, oh… Che devo dirvi?

Se non mendica, perché se vuole lavarmi il vetro… Vedi di levarti, ché ti passo sopra, ragazzino.

Se non si comporta male, perché quel compagno di classe della mia Bibi che l’ha morsicata è uno stronzo. La madre una merda. La famiglia uno schifo. Vedrai crescendo che fine farà.

Per un morso. Per una parolaccia. Per una zuffa.

Condanna sociale a vita.

Se il bambino è un po’ cresciuto e si fa qualche canna e magari è finito in un giro poco pulito, che muoia: se l’è cercata.

Come Desirée a Roma. 16 anni, morta drogata e stuprata da un branco di bestie.

Come Manuel a Macomer, 18 anni, morto ucciso dagli “amici” a badilate.

Come Pamela a Macerata, 18 anni, morta e fatta a pezzi da animali.

Come Stefano Cucchi, di poco più grande, ucciso da chi dovrebbe difenderci. Ma mica è importante questo, conta fosse un tossico, vero?

Certo, morite, voi non siete figli miei.

Morite, è colpa vostra e delle vostre famiglie che non hanno fatto niente per voi, è ovvio.

Morite, che il mondo non ha bisogno di voi.

Morite, ché non siete figli miei.

Perché ai miei figli non succederà.

Perché io sono una brava persona, mica come i genitori di Desirée, di Manuel, di Pamela, di Stefano.

Ragazzine ancora bambine violentate a Jesolo, 15 anni, a Castellammare, 12 e incinta, nel Varesotto, 15 anni: e i genitori?

Dove erano i genitori? Colpa loro.

E certo, uscire da sole, magari con la gonna, magari truccate.

Il ragazzino caduto a Sesto San Giovani nel condotto dell’aria condizionata: colpa sua. Eh… il selfie.

E certo, perché voi da ragazzini le cazzate non le facevate? E se le facevate era colpa dei genitori? Ed è colpa dei genitori se è caduto e morto?

I bambini di Lecco, quelli che non possono mangiare in mensa perché i genitori sono morosi: giusto. Cioè, mi dispiace, eh, ma se i genitori non pagano, che non mangino. Questi immigrati che vengono qui e vivono a scrocco. Spiace per i bambini, eh… Però…

Però…

Però un cazzo.

Non ci sono però, è che siete le mamme dei vostri figli e di quelli degli altri non ve ne frega niente.

Ammettetelo: a me dei figli degli altri non me ne frega un cazzo, morissero tutti, mi basta star bene io e i miei figli: ditelo e facciamola finita qui. No, l’ipocrisia.

I cuoricini.

I like sugli occhi grandi e tristi di bambini di cui vi frega una sega.

Oh sì, anche se a parole siete mamme del mondo, anche se vi scende la lacrimuccia sul cadavere del bambino siriano (basta che però restino lì, eh).

Oh, sì, anche se condividete tutti gli appelli, eh:

il piccolo Andrea ha bisogno di midollo, condividete!

La piccola Sara cerca sangue gruppo A, condividete!

Il piccolo Marco va operato negli USA, versiamo soldi qui, condividete!

Vi vedo, leggete la storia del piccolo bambino che quasi assomiglia al vostro e sì, click, condiviso. Vi sentite meglio. Come aveste fatto qualcosa.

Solo che non avete fatto un cazzo, io ve lo dico.

Ma davvero credete di aver fatto qualcosa di buono?

Davvero vi sentite umane?

Davvero pensate di insegnare ai vostri figli ad essere solidali con un click?

Davvero vi sentite genitori migliori di chi ha avuto un figlio ucciso brutalmente?

E vi sentite al sicuro?

E quella superiorità, quella che vi fa sentire sicure che a voi non accadrà, esattamente, ditemi:

da dove vi viene?!

E quei giudizi secchi, crudeli, spietati, affiancati da “scusate, ma io la penso così”.

Scusate.

Come se fosse un’esimente: scusa, se dico un cosa immonda.

Se uccidete, lo sapete che andate dentro anche se vi scusate, vero?

E lo sapete, vero, che esistono le tragedie?

Che esiste anche il farsi in 4 per un figlio, ma non riuscire a salvarlo?

Che esiste il fare di tutto, ma quel tutto può non servire a nulla?

Che esistono le disgrazie, le dimenticanze, le disattenzioni degli altri che si ripercuotono sulle persone sbagliate, esiste la cattiveria, esiste la vita. E la vita a volte fa male.

Che se bastasse crescere i figli in un determinato modo per tirarli su dritti, saremmo tutti buoni e bravi e belli e ci sarebbe un solo modo di crescere figli?

Ma tanto, a voi, mamme di tutti i bambini del mondo, in realtà è già tanto vi interessi dei vostri. Sì, di quelli di cui dovreste occuparvi,.

Tra uno sputo di veleno e l’altro, mascherato da cuoricini.

 

 

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