Io non lo volevo un fratellino

Posso scommettere che quasi tutti i genitori di due o più figli si sono sentiti ripetere una frase simile:

io non lo non lo volevo un fratellino/sorellina!

Si può restituire?

Per quanto si possa essere preparati, è una frase che spiazza e mette in crisi.

E’ una cosa naturale, il bambino esprime così la frustrazione di avere tra i piedi qualcuno che gli invade gli spazi e gli ruba, inevitabilmente, l’attenzione esclusiva di cui ha goduto fino a poco prima.

Io sono la secondogenita, quindi non ho esperienza di come si possa sentire un figlio fino ad allora unico, ma è evidente che deve essere un evento “forte”: in fondo bisogna dividere gli spazi, il tempo dei genitori, i neonati poi ne pretendono tantissimo, piangono e sono così “inutili” ai loro occhi.

L’allattamento, le coccole, averli sempre in braccio è sicuramente un enorme motivo di gelosia per i bambini.

Tutti (o quasi) i primogeniti confermano che i primi anni sono difficili, con gelosia, invidia, litigate … poi da più grandi si ha invece grande complicità e amicizia.

Ma il tempo passa, l’inutile neonato diventa un bambino, gattona, poi cammina, ride, parla e soprattutto, di solito adora il fratello maggiore anche più di quanto ami i genitori: avete mai notato lo sguardo innamorato di un bimbo, anche piccolissimo, nei confronti del fratello? Non è già questo sufficiente a togliere ogni dubbio?

Cosa rispondere a queste lamentele?

Sicuramente non bisogna arrabbiarsi, ma su questo credo siamo tutti d’accordo.

Bisogna accogliere la frustrazione del bambino, chiedere se ha bisogno di più tempo esclusivo e cercare di ritagliarsi dei momenti solo per lui.

Far capire che il cuore della mamma e del papà si espande ad ogni figlio:

“la mamma e il papà hanno tanto amore da dare e volevano tanto un altro bambino, magari ora ti dà fastidio perché piange o ti ruba i giochi, ma tra un po’ sarai felice di avere un compagno di giochi sempre a disposizione”.

Quando i miei mi chiedono “vuoi più bene a me o a lui?” io a volte rispondo:

“e tu vuoi più bene a me o al papà?”: restano spiazzati e capiscono che c’è amore per tutti e non per forza deve esserci una preferenza.

Tra l’altro dobbiamo ricordarci che un secondo (o terzo o quarto) figlio non è un regalo a loro, ma un desiderio nostro: quindi che lo gradiscano o meno è del tutto ininfluente: restituireste mai il vostro secondogenito?

Ovviamente no! Anzi, di solito è proprio quello che ci fa sentire completi ed appagati come famiglia.

Noi adoriamo il nostro piccolo testone, e mai e poi mai abbiamo pensato che sarebbe stato meglio averne uno solo.

Certo è più faticoso, il tempo è sempre troppo poco, tante volte mi trovo ad affrontare discorsi che vorrei fare senza la presenza dell’altro (specie ora che si avvicina l’adolescenza), mi trovo a fare compromessi o a dirimere litigi.

Ma le lunghe domeniche in casa, le serate al ristornate, le vacanze al mare o in qualche città… come sarebbero state se non avessero avuto l’uno la compagnia dell’altro?

Non possiamo avere la sfera di cristallo, non sappiamo come sarà in futuro, ma l’oggi è questo e nonostante i litigi, le lamentele e i “non lo volevo” la verità è che giocano, litigano, si menano, ma non sono soli, mai.

Hanno e avranno un complice, un testimone della loro infanzia, qualcuno che li supporterà nelle marachelle, qualcuno che ci sarà sempre.

Non agitatevi o intristitevi per un “non lo volevo”, siate grati della fortuna di avere una bella famiglia, riempitevi il cuore del suono delle loro risate.

Quello che possiamo fare è metterci tutto l’impegno ed il tempo che abbiamo, per poter creare un rapporto sereno con ciascuno di loro, poi se diventerà anche “un regalo” al primo è questione anche di fortuna.

Io nel mio lavoro vedo una quantità indicibile di fratelli litigare per questioni ereditarie: è triste, tristissimo, spesso i genitori ci hanno messo del loro con plateali preferenze (50/60 anni fa non era poi così raro) ma certo non mi ha fatto scegliere di avere un solo figlio.

Il piccolo ha 7 anni e ancora mi capita di vedere scene di gelosia (peraltro reciproche) davvero amare da digerire, e sentire frasi tipo “ma perchè l’hai fatto questo qui, non lo sopporto!!!”.

Ma è anche facile, come per tutti, lamentarsi di quello che non va, e non manifestare la gioia di quello che si ha.

Per la maggior parte del tempo giocano assieme, chiacchierano, ridono come matti, inventano storie o scherzi a noi genitori: in questi momenti di certo non vengono a dire “grazie che mi hai fatto un fratello” ma in fondo, nelle loro risate, è come se lo dicessero no?

E non sono forse i momenti più numerosi?

I miei magari si scannano mentre si mettono il pigiama, poi stanno mezz’ora a chiacchierare e ridacchiare, mentre sono nel letto.

Io sto lì, con il cuore gonfio di gioia e penso che sì, questi momenti sono un regalo enorme: per loro e per noi, perché tutte le mie giornate (o quasi, dai 😉  finiscono nella gioia e nell’appagamento totale.

 

 

 

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