Vorrei essere un papà, di quelli veri, non di quelli che se ne fregano, perché i papà veri danno il giusto peso alle cose.
Vorrei essere un papà, per non pensare alla morte per una febbre alta o a dei batteri mortali quando invece basta un antibiotico ad ampio spettro per ucciderli, mentre a me ad ampio spettro servirebbe del Valium in endovena.
Vorrei essere un papà, perché i papà bravi sanno amare più serenamente, senza perdere la testa se il neonato non si attacca al seno.
Perché non passano ore a litigare sull’uso dei tablet o sulla marca di latte artificiale migliore.
Perché per un papà… il latte è latte.
Perché il tipo di svezzamento da condurre, l’età in cui togliere il pannolino o il ciuccio o il passeggino non determineranno la riuscita nella vita e loro lo sanno.
Vorrei essere un papà perché i papà ignorano la maggior parte delle diatribe su cui le mamme si scannano e se gliele racconti… Ridono.
Vorrei essere un papà perché non se ne fregano dei figli, ma sono concreti e non si perdono ore di gioco per decidere che stile educativo sposare, per poi riderci su dandosi dell’ingenua quando è chiaro che l’unico metodo educativo da seguire è essere genitore come ci piace esserlo e come si addice al nostro bambino.
Vorrei non dover dare spiegazioni sull’ordine di introduzione degli alimenti o sul fatto che non esista più un ordine, sulla decisione di non volere altri figli o di averne 12, sull’allattamento al seno prolungato o sulla decisione di non allattare, sul parto naturale con o senza epidurale, sulla scelta di non partorire naturalmente o di farlo in casa.
Vorrei essere un padre per poter non avere una quantità di paranoie che a distanza di tempo ti chiedi se davvero fossero tue e non imposte o chissà che altro… Un po’ come quando ti svegli al mattino e i mostri della notte non esistono più e ti chiedi come tu abbia potuto crederci 6 ore prima. Eppure…
Vorrei essere un buon padre, per non perdere di vista la via distratta da mille teorie e tendenze di cui potremmo serenamente fare a meno.
Vorrei essere un padre per non arrovellarmi ore sulle parole dette a mio figlio quando in realtà lui già non le ricorda più e sono rimaste solo nella mia testa.
Quanti dubbi e quante domande spesso inutili in meno? Quante ansie in meno? Quante nubi in meno? Quanto senso di inadeguatezza in meno?
Vorrei essere come un buon padre, di quelli che fanno tanto, arrivano dove riescono e mettono il punto per il resto, perché sanno di non poter fare tutto e nemmeno ci tengono a farlo: perché loro non fanno a gara a chi si sacrifica di più, fanno a gara a chi è più felice e soddisfatto, cosa che a noi mamme viene invece tanto male.
Vorrei essere più padre, essendo madre.
Perché se è vero che essere madre è il mestiere più bello del mondo e in tante non ci rinunceremmo mai, dai bravi padri abbiamo tanto da imparare. E forse pure da quelli non tanto bravi.