Amore è… comunione dei beni

comunione o separazione?
comunione o separazione dei beni?

Amore è comunione dei beni.

Ricordate i fidanzatini di Peynet? Amore è…

Amore è essere in comunione dei beni, dicono in tante.

Ci sono donne per le quali se hai un amore, allora non esiste il mio e il tuo, altrimenti significa che non esiste l’amore. La separazione dei beni è la dimostrazione lampante che due persone non si amino abbastanza da fondere i loro conti oltre che se stessi.

La separazione dei beni è l’anticristo della famiglia.

Ma davvero?
Ma veramente devo leggere nel 2020 il commento di donne che la pensano così?

Qualche giorno fa scrivevo del costo del nido e dell’abitudine (idiota) di parametrarlo allo stipendio della donna, come se fosse normale, e in tantissime hanno sollevato la questione soldi e famiglia:
in una famiglia i soldi sono di tutti o che famiglia è?!

La mia domanda invece è: ma che famiglia è quella in cui si ragiona così?

Che famiglia è quella in cui i soldi sono un componente della famiglia tipo la bisnonna che sferruzza ricordando i bei tempi andati?
Ma i soldi da voi hanno un posto a tavola per essere così focali nel concetto di famiglia tanto che se non sono in comune non esiste una famiglia?

L’amore è avere un conto in comune e non fare conti.

Ah, dite? E perché mai?
L’amore è essere in comunione legale: quello che è mio, è tuo.
Ma davvero?

In una famiglia non esistono conti separati o investimenti e acquisti non condivisi, che famiglia sarebbe?

Beh, io non lo so che famiglia sia quella in cui tutto è di tutti e nessuno ha il suo, non lo so che voglia dire avere un solo conto su cui far confluire i soldi della coppia, ma so che non è la mia famiglia e che a me non piacerebbe proprio questo modo di vivere, MA non escludo che ci siano case in cui tutto funziona così e funzioni perfettamente.

Chi sono io per giudicare?

Nessuno.

E allora perché devo essere costretta a leggere questi neanche troppo velati giudizi su chi concepisce la famiglia e la coppia come del tutto astratta dal denaro?

A me che cosa abbia mio marito sul suo conto non interessa. E lo dico sul serio, eh! Lo amo per quello che è, ad assicurarmi un futuro ci penso io, non chiedo a lui di farlo.
A me piace comprarmi qualcosa senza che nessuno si senta in diritto di chiedermene conto.
Mi piace fargli un regalo senza che lui sappia quanto ho speso o senza che sappia che gliel’ho fatto dalla notifica della spesa via sms o whatsapp.
A me piace che ognuno decida dei suoi quattrini senza che la faccenda denaro entri in casa se non per le spese condivise.
E’ amare di meno?
E’ non avere una famiglia?
A me non sembra affatto.

Anzi, se devo dirla tutta, lasciare fuori i soldi da un rapporto a me è sempre sembrata anche e soprattutto una questione in meno di cui discutere e non ho mai visto dei contro in questo modo di vivere, di condurre una coppia e di crescere dei figli, ma solo dei pro.

Non avrei mai optato per la comunione dei beni, mai lo farei, ma non ho mai pensato di dover e poter giudicare chi invece ha fatto questa scelta.

Giuro che non riesce a fregarmene niente.

Mi chiedo perché invece chi è in comunione tenda a farlo, sentendo il proprio amore e la propria famiglia posti su un gradino superiore fatto di cointestazioni e dichiarazioni dei redditi condivise.
E si vede che saranno cose romantiche!

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3 Comments

  • Ho capito quello che vuoi dire e sono d’accordo con te.
    Aggiungo che vorrei che si riflettesse su una cosa, della quale avevamo già parlato in occasione del post su come erano cambiate le cose a seguito delle riforma (o presunta tale) della normativa sulle separazioni: molte donne, me compresa, hanno sacrificato la loro carriera in favore di quella del marito, che ora guadagna di più di quanto guadagnano loro: Queste donne hanno sì un lavoro, perché hanno scelto di non rimanere a casa, ma al contempo questo lavoro non è quello al quale avrebbero potuto ambire se avessero potuto scegliere, diciamo, “senza vincoli” (per essere brevi, perché “senza vincoli” è un’espressione carica di un milione di significati) Allora: è giusto contribuire entrambi ai bisogni della famiglia ed avere conti separati? Non è un poco merito di tante donne se il conto corrente del marito è più lauto di quello delle mogli e magari il marito può togliersi qualche sfizio in più che le mogli invece non possono togliersi? Le donne spesso fanno la scelta di “sacrificarsi” in nome della famiglia (lavorativamente parlando) e al contempo lavorano tanto quanto il marito, se non di più, per sobbarcarsi tutti gli impegni e gli oneri che avere una casa ed una famiglia comporta. Doveri dei quali gli uomini sono totalmente all’oscuro.
    Non voglio passare per venale o attribuire al denaro un posta alla mia tavola, ma solo asserire che se nella coppia nessuno si è sacrificato ed entrambi i coniugi contribuiscono in tutto in egual misura, il discorso della separazione dei beni non fa una piega, ma poiché nella nostra cara Italia spesso non è così, non bisognerebbe giudicare chi ha fatto scelte diverse, anche con “amore”. Perché in una situazione come quella descritta sopra, nella quale si decide di avere conti cointestati, di cosa si può parlare se non di amore? Forse di rispetto e stima reciproca, di condivisione?

  • Sono d’accordo con mony. Anche io ho un conto condiviso, l’ho trovata una scelta pratica per pagare mutuo bollette e varie senza dover pagare le spese per due o più conti. E ti garantisco che se a me gira di spendere 200€ di scarpe nessuno me ne chiede conto, i soldi sono lì e sono di entrambi. Punto. Che senso ha se mio marito prende che so, 500€più di me, dire che sono suoi? O miei? Sono nostri e basta, le spese le decidiamo insieme ma se ognuno vuole fare un acquisto sono affari suoi e l’altro non dice pio. Non è né più né meno amore, è solo una scelta. Si parla di parità, si dovrebbe parlare di equità. Se una donna sceglie ad esempio il part time perché anche pagando un nido non ha nessuno che segua suo figlio dopo l’orario e quindi il suo stipendio si dimezza, perché si dovrebbe dividere a metà la spesa del nido? O se si va a sviluppare una situazione come quella che descrive mony? Non voglio assolutamente dire che il matrimonio sia un modo per sistemarsi, ma il fatto che una moglie supporti un marito in scelte lavorative, vada a riempire i buchi che si creano per scelte (anche condivise) di carriera eccetera… non è che questo non conti niente.

  • Io concordo che comunione o separazione non dipendono dall’amore: se ci amiamo e andiamo d’accordo non esiste un vero mio o tuo, fatti salvi caratteri di m.., ma in tal caso sono scelte non sorprese. Ci sono altri motivi più validi di valutazione.
    Nel mio caso la comunione dei beni non sarebbe pensabile (libera professionista con una buona RC e tutela legale, ma non si sa mai…). Inoltre caratterialmente abbiamo entrambi bisogno della nostra indipendenza e lui è decisamente più oculato di me… per cui discorso chiuso. Dividiamo in qualche modo le spese di famiglia (casa spesa necessità della nostra piccina…) e fuori paghiamo un po’ a testa; per le spese importanti si contribuisce secondo disponibilità. Insomma paghiamo NOI, non io o tu pur non avendo un conto cointestato.
    Naturalmente questo vale per me che tra l’altro, a quanto leggo, sono un caso particolare perché sono quella che nella coppia ha la posizione economica e professionale migliore, fatto che nulla toglie al mio compagno e non crea dissapori, tanto lavoriamo troppo entrambi comunque…

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