Ma vale la pena per una mamma lavorare?

vale la pena lavorare per una mamma?

Vale la pena per una mamma lavorare?

Questa è una domanda mal posta.

La vera domanda in un mondo perfetto dovrebbe essere: vale la pena per un genitore lavorare?

Ma siccome questo non è un mondo perfetto, mentre tutti lavoriamo per la parità, perché sono certa che lo facciamo, ecco che ancora oggi è la mamma a porsi questa domanda dopo la nascita di un figlio e a rispondersi molto spesso di no.

La ragione che dovrebbe portare una donna eventualmente a lasciare il lavoro dovrebbe essere esclusivamente la voglia di stare il più possibile con il proprio bambino, la voglia di fare la mamma al 100%, di provvedere alla cura dei propri figli in prima persona e a tempo pieno, ma non è così se non in pochissimi casi. In tutti gli altri casi succede questo:

si fa un semplice bilancio costi/benefici che va a confrontare lo stipendio della mamma con il costo di nido e/o tata e che ha come responso la parità o poco più o addirittura poco meno.

A quel punto scatta il “ma vale la pena lavorare se il mio stipendio va tutto in nido e tata?”.

Beh, scusatemi, ma questa è una domanda stupida come poche.

Che significa “il mio stipendio va in nido”?

Il mio?

E perché il mio e non quello del padre?

E perché non una cifra da detrarsi dalla somma dei 2 stipendi di mamma e papà pro quota?

Ma che cazzo di discorso è che è il mio stipendio quello ad essere messo in discussione?

Non siamo in 2?

Se il mio stipendio fosse di 800 euro e 800 ne servissero per il nido e mio marito ne portasse a casa 1500, da 1500+800 che fa 2300 dovrebbero tirarsi fuori 800 euro per il nido, giusto?

Il nido non è un problema della mamma, il nido o la tata non sostituiscono la mamma, ma servono a sostituire la cura dei genitori per il periodo che questi non ci sono, punto.

E’ così difficile da far digerire a mamme, papà, nonni che la vera domanda non è se vale la pena per una mamma lavorare?

Anche perché, e lo dico SEMPRE quando una mamma mi chiede un parere, il nido dura poco, poi la materna costa molto meno, si tratta di tenere botta un paio di anni, magari anche meno se si sceglie la primavera per l’età 2/3, e poi? E’ davvero quello che volete? Lasciare il lavoro che in prospettiva dura 35/40 anni per 2 anni di sacrificio economico?

I bambini piccoli costano, dicono.

No, i bambini grandi costano.

I bambini piccoli costano quello che li si vuole far costare, non chiedono, non hanno grosse esigenze, ma i bambini che crescono e i ragazzi sono il vero costo. Non ci sarà da pagare una retta come al nido, ma avranno necessità che sarà difficile non soddisfare se vogliamo dare loro un futuro: sport, lingue, corsi, passioni, interessi, esperienze lontano da casa, libri dai costi importanti, musica, strumenti: davvero volete smettere di lavorare pensando che si tratta di tirare la cinghia un pochino ora?

Siate lungimiranti.

Decidete con attenzione.

Vale la pena per una mamma lavorare?

Smettere di lavorare va benissimo se è quello che si vuole, ma deve essere esclusivamente una scelta.

Una scelta legittima, ragionata, meditata e libera.

E per questo, care mie, si deve lottare anche stando attente a dare il giusto valore a sé, al proprio guadagno e a distribuire le spese di un figlio su mamma e papà.

Perché il nido non si paga con lo stipendio di mamma:

si paga con lo stipendio di mamma e di papà.

 

More from 50sfumaturedimamma

Un alleato per mamme indaffarate

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinemailConciliare davvero l’essere mamma e l’essere una donna attiva non è...
Read More

7 Comments

  • Secondo me molte mamme rinunciano a lavorare non perché la retta del nido è troppo elevata, ma perché non riescono a gestire i loro figli nonostante frequentino l’asilo: gli asili nido chiudono alle 18, orario in cui stacca una mamma che lavora a tempo pieno; i bambini che frequentano il nido si ammalano spesso, chi copre i giorni di malattia? Le estati ed i periodi di vacanza lunghi? Si può lasciare un bimbo dalle 8 alle 18 in una struttura? Io ho avuto la fortuna di trovare un altro impiego part-time, non tutti ci riescono, soprattutto in Italia.

    • Quando il bambino è malato perchè non può prendere ferie o permessi il padre scusa? Perchè dovrebbe farlo sempre e solo la madre? Mio figlio va al nido dalle 8e30 alle 16 e lo va a prendere la nonna, è un bambino super solare, ride sempre, fa gli applausi quando arriva all’asilo. Alcuni suoi compagni fino alle 18 e mi sembrano bambini serenissimi, che addirittura chiedono di fare merenda al nido quando la mamma arriva alle 4 (la merenda è alle 16e30). Ho amici che da bambini stavano al nido fino alle 18 eppure non ne hanno affatto risentito. Comunque ti domando: questo discorso che fai perchè lo applichi solo alla madre? Come mai i padri riescono sempre a gestire orari di lavoro e orari del nido? Perchè si dà per scontato che non sia un loro problema. Lo trovo allucinante. Soprattutto quando magari hanno lo stesso stipendio e quindi non è scontato che se uno dei due sta a casa debba essere la madre.

    • Chi copre o giorni di malattia? Il padre. Le donne non hanno più ferie o permessi degli uomini a parte per l’allattamento. E non credo siano tutte sposate a super manager sempre all’estero. Mio padre è del 43 eppure spesso stava a casa con me se ero malata ed faceva il giornalista in una testata nazionale, non il disoccupato. Nel 2019 ancora a credere che il bambino è malato è solo la madre a dover saltare il lavoro?

    • Chi copre i giorni di malattia? Il padre. Le donne al lavoro non hanno diritto a più ferie e permessi di un uomo quindi non si capisce perché non debbano prenderli anche gli uomini per i figli. Non credo siate tutte sposate a super manager sempre all’estero eppure tutte convinte che se il bambino è malato sia solo la madre a dover saltare il lavoro. Mio padre è del 43 eppure stata spesso con me se ero malata. Faceva il giornalista su una testata nazionale eh, non il disoccupato

  • Vale la pena è una domanda che ci si pone dando per scontato che ci sia qualcun altro che tanto mantiene tutti. Se per una non vale la pena, può non lavorare ed è più contenta benissimo. Poter scegliere di vivere come ci piace è fatastico. Ma darlo per scontato è da matti. Io sento anche spesso dire della colf “mi aiuta nelle pulizie” perchè è sconato che aiuti la donna e non la coppia. Sono tutti discorsi che presuppongono che ciò che fa l’asilo, la babysitter o la colf sia tutto lavoro che spetta solo alla madre, dove non arriva lei paga qualun altro. A quel punto mi domando che senso abbia la vita di coppia se è come arrangiarsi da soli.

  • ma io penso che quando una mamma dice “il mio stipendio va tutto nell’asilo” é un modo di dire, nel senso che se ne va una cifra pari a un intero stipendio (quello più basso che spesso è, ahinoi, proprio quello della mamma) nella famiglia, non che la mamma soltanto paga l’asilo per lavorare, e rimane senza soldi 😅 Per tutto il resto, per il senso generale del tuo post, sono d’accordo con te. Io sono mamma di due bimbi, che, un po’ per necessità, un po’ per possibilità, sono potuta rimanere a casa coi bimbi, ma lo faccio con grande piacere, perché questi anni passano in fretta e non tornano più!

    • Quello che dici è verissimo, ma in quella frase sta tutta la mentalità dei nostri tempi: a una mamma non conviene lavorare perché tutto il suo stipendio va nel nido o nella babysitter. Ma i figli crescono e gli stipendi aumentano, perciò se ci si tiene a restare nel mercato del lavoro vale la pena stringere i denti. Ma, appunto, è una scelta personale (e a volte una necessità: non ci si può permettere di perdere il lavoro, purtroppo, anche se si devono stringere i denti per alcuni anni).

Rispondi a Alice Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.