Cosa succede di sera quando si hanno figli

Che bello, è finita la lunga e faticosa giornata di lavoro e finalmente si torna a casa a rilassarsi.

No dai, quando si hanno figli il “relax” ci si è rassegnati ad accantonarlo per un po’, ma suvvia, almeno torniamo dai nostri tesori, è pur sempre rigenerarsi, no?

Mhh, non sempre aspettativa e realtà coincidono, vero?

Siete nella migliore disposizione d’animo (o ci si prova) lasciate in ufficio tutti i casini, i clienti che non pagano, il capo che è nevrastenico, il mondo che vi odia, e vi accingete ad aprire finalmente la porta del vostro nido d’amore e vedere i vostri frugoletti corrervi incontro felici e con gli ultimi lavoretti a forma di cuore preparati per voi.

Invece è più facile che la porta si apra su uno scenario da Apocalypse Now: di sicuro deve essere passato qualcuno con un lanciarazzi, trovate scarpe abbandonate già sul giroscale, appena entrate inciampate in uno zaino abbandonato in mezzo all’entrata, quaderni sparsi ovunque, anziché i gridolini di giubilo che avreste voluto sentire venite investite da urla e grida disumane.

Non fate in tempo ad entrare che la baby sitter è già schizzata fuori e non fate in tempo a dirle “ehi cia..” che sentite la macchina della suddetta sgommare via.

Cercate di appurare se ci sia una squadra di assassini sterminatori di bambini e mettete con cautela una testa in soggiorno:

Vedete un groviglio di arti che in qualche istante si chiarisce essere un intreccio di figli che si stanno inequivocabilmente menando.

“Ehi..? sono a cas…”

“mammaaaaaaaa mi ha picchiato e non ho fatto niente!!!”

“non è vero!!!! Mi hai strappato la pagina del libro!”

“e tu mi hai rotto la penna nuova!

“e tu mi hai rubato la ricarica rossa!”

“bugiardo!!! L’hai regalata a Simone!”

Emh, ok, possiamo rimandare a dopo? Com’è andata a scuola?

“Male!! Lui si è rotolato con Ivan in sala mensa e lo hanno messo in castigo”

“ma cosa dici!!! Sono solo dovuto restare 10 minuti sulla panchina”

Nel frattempo, mentre pensate che il cliente che vi ha fatto esaurire fino a 20 minuti prima forse non era così male, iniziate a raccattare quaderni, penne forbici disseminate per casa (o farli raccattare a loro, più educativo, senza dubbio, se siete pronte ai “ma ha messo disordine lui! Io non ci ho giocato, lui ha rovesciato lo zaino, io sono solo inciampato, varie ed eventuali).

Mentre il resoconto delle rispettive colpe prosegue aprite il frigorifero.

Richiudete.

Sono le 19, non avete tempo né voglia di uscire. Nel frattempo arriva il marito.

Alla cena ci pensa lui, dice, e si mette a spadellare avanzi con ancora la giacca addosso.

Nel frattempo fate i letti che non siete riuscite a fare la mattina, svuotate lavatrici, dirimete liti, firmate verifiche, ascoltate sfoghi e lamentele.

Quando finalmente si passa a qualcosa di più piacevole, tipo il gioco  “Parkour” inventato dal piccolo a ricreazione con grande entusiasmo degli amici, avete già spento il cervello.

“mamma, ma sei sicura che mi ascolti? Cosa ho detto?”

“Mmmmh, mi dicevi che hai inventato un gioco bellissimo…”

“Allora dimmi le regole: cosa succede quanto pesti la mattonella scura?

Umh… esplodi?

“Ecco, lo sapevo!! Non mi ascolti!”

Scusa ma che ne sai tu di parkour?

“ho visto i video!

Ah ottimo.

Ora di cena, tutti a tavola.

“ancora zuppa! L’abbiamo mangiata a scuola!!”

Ma come? Ho pure guardato, per una volta, e c’era cotoletta! Guarda, il calendario è appeso qui… ah ops, è ancora su gennaio.

Vabbè mangiatene un po’ e poi vi faccio una frittata ok?

Lui ne ha di più, io non voglio le carote, a me piacciono crude, l’olio è amaro, è troppo salato, manca sale, uno spande l’acqua, all’altro cadono le forchette.

“Sai mamma, a scuola lui mangia con le mani”

“E tu hai sempre la mano nelle mutande!

“Ma non è vero! E cosa vedi tu che sei dall’altra parte della sala?”

“E tu allora?”

“Io ti ho visto mentre prendevo l’acqua”.

In effetti li osservate, uno mangia praticamente con la faccia nel piatto, l’altro stravaccato sulla sedia  e vi rendete conto che sembrano cavernicoli, forse vanno riviste le priorità. Immaginate già i commenti delle maestre del tipo “come devono vivere in quella casa di selvaggi, del resto la madre non c’è mai” (dialogo puramente mentale, preciso, se le maestre giudicano o no lo ignoro e preferisco ignorarlo)

Mentre date (o urlate) lezioni di galateo sbraitando che non volete fare queste figure di cacca con le maestre, la cena (finalmente) finisce.

Il marito riordina (lo specifico altrimenti partono i “ma il padre???”. “Ma il padre supera in frequenza “ma il PD?” e pure “ma i Marò”, credetemi)

e voi pensate che finora non è stata questa amorevole reunion familiare quindi proponete:

“che ne dite di fare un bel gioco in scatola?”

“siiiii, giochiamo a Risiko?”

“no giochiamo a Superfarmer!”

“Nooo oggi tocca a me scegliere, e voglio Risiko!”

Ok sentite decido io, ok?

Seguono: litigate sul colore delle pedine, sul giro, sul dado in bilico, hai fatto 1 no era 6, tu imbrogli, tu non sai giocare, non è giusto, non gioco più.

Ok ragazzi è ora di dormire, andate a prepararvi.

Dopo 10 minuti andate in bagno e… Niente, non è cambiato niente.

Non hanno messo il pigiama, non hanno lavato i denti, non hanno lavato le mani.

Improvvisamente è tornato l’amore fraterno, che esplode solo dopo le 21, e stanno chiacchierando e ridendo fitto fitto.

Dopo varie minacce e insistenze sono a letto.

Baci, abbracci. Riabaci e riabbracci.

Esci, svieni sul divano.

“mammaaaaaa non mi hai dato il bacio”

Ribaci

“mammmaaaaaa non mi hai abbracciato!!!

Riabbracci.

Iniziano a chiacchierare, ma perché mai non lo potevano fare nelle ultime 3 ore?

Taci e accendi Netflix.

“mammaaaaaa cx%6h”

Blocchi Netflix.

Non sento!!!!!

“mamma non abbiamo l’acqua!”

Mandi il padre a portar l’acqua.

(sì lo so, dovresti dire alza il culo e prenditela – e a volte lo si fa eh-  ma se poi escono da quella stanza ci metti altri 10 minuti a rimandarceli. Sopravvivenza, a volte è solo sopravvivenza).

Riaccendi Netflix.

“mammaaaaa Darwin disturba!”

Vai a recuperare il cane o in alternativa  cazziata (idem come sopra, si sceglie tra sopravvivenza e educazione).

Riaccendi Netflix.

“Mammmaaaaaaaa”

Sono quasi le 22, loro sono a letto praticamente da un’ora, tu sei a pezzi e realizzi che anche per questa sera non riuscirai a vedere un’intera puntata della tua serie preferita.

Ti avventi nella loro camera come una furia ringhiando “cosa c’è ancora????”

“volevo solo un ultimo abbraccio, mamma”.

 

(no, non è sempre così, a volte lo è però 7 giorni su 7, un mese dopo l’altro. Se da voiva meglio, felice per voi, qui mica è molto diverso)

 

 

 

 

 

 

 

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2 Comments

  • Qui è uguale. Le cose che cambiano sono solo due. Il padre non c’è quindi me la godo solo io e quando vanno a letto, graziealcielo, non li sento più.

  • Uguale uguale. Solo che qui i due nani vogliono che resti con loro finché non si addormentano. Io prendo sonno e mi risveglio alle 11, mi fiondo nel mio letto e spero di addormentarmi immediatamente, perché il terzo nano potrebbe svegliarsi a breve per la poppata.
    Praticamente, alle 9:30 saluto il marito e lo rivedo la mattina dopo… Speriamo il mio matrimonio resista ; o )

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