Ieri sera ho dato a mio figlio del rompipalle.
Non è una novità, scherzosamente lo faccio spesso e ne ridiamo, ma ieri ha capito dal tono della mia voce che ero davvero scocciata.
E ne ha sofferto.
E quindi ne ho sofferto anch’io.
Quanto sbagliamo noi mamme?
Ho riflettuto tanto sulla quantità di errori, questo che vi ho detto compreso, che ogni giorno compio, pur essendo una mamma che cerca di fare del suo meglio nell’immenso casino che è la vita.
Non sono del genere che si vanta di fare male, io sono una di quelle che ci prova, conscia di avere dei limiti. Ogni giorno mi impongo di fare del mio meglio e ogni giorno ci provo, giorni di più, giorni di meno, a volte riuscendo a fare bene, a volte meno, a volte facendo proprio schifo, ma la verità è che non solo non sono perfetta, ma sono anche molto distante dall’esserlo e mai lo sarò.
E’ un problema questo? Io non credo.
Sono più che convinta che i figli non ci chiedano di essere perfette, ma ci chiedano di esserci, di essere presenti davvero, di amarli, di avere il nostro tempo e la nostra attenzione, di “impostarli” rispettando la loro identità, ma avviandoli al mondo nel migliore dei modi e tantissime altre cose, ma che certo non ci chiedano di essere perfette.
Eppure, se molte volte sono davvero certa che di meglio non potrei fare, tante altre mi sento una grande, immensa, infinita madre di merda che cerca solo scuse nella stanchezza e nella mancanza di tempo, di sonno e di aiuti e nelle giornate complicate che in fondo nessuno le impone di avere, se non la propria insaziabile voglia di fare e di vivere che, se da un lato credo sia una cosa meravigliosa da trasmettere, dall’altro a volte mi viene il dubbio che sia solo egoismo e forse pure un problema per i figli.
Io me lo dico che per ogni volta che dico no quando invece potrei fare, ci sono mille volte che ho detto sì, pur essendo allo stremo.
Che per ogni volta che ho detto basta, ce ne sono mille che non l’ho detto, pur non avendo più forza.
Che per ogni mio “non ho tempo”, ce ne sono mille che avrei dovuto dire e non ho detto, magari togliendomi poi un paio di ore di sonno.
Che per ogni perdita di pazienza, ce ne sono state mille in cui credevo di non averne più e ne ho trovato in una riserva nascosta.
Me lo dico, e ci credo pure, ma non basta.
Non so voi, ma io la vedo la quantità di errori di cui è disseminato il mio percorso di mamma.
Li vedo lì, tutti in fila, li posso contare, li vedo anche quando li sto compiendo e ne sono conscia, ma non posso metterci una pezza perché in quel momento non si può.
Come stamattina, quando correvo per portare mia figlia al nido non rispettando i suoi tempi e guardando con ammirazione un papà che invece lo stava facendo talmente bene che avrei voluto stringergli la mano. Infatti suo figlio sorrideva e mia figlia piangeva.
Ma io potevo farlo? No.
No perché banalmente ero in ritardo per l’ufficio.
Lo sapevo che stavo sbagliando, lo avrei trovato scritto in un qualunque manuale di pedagogia a caso, lo vedevo negli occhi di questo papà, lo vedevo nei miei di occhi, ma se avessi rispettato i tempi di mia figlia avrei tardato almeno 40 minuti in ufficio e no, non potevo farlo.
E allora quanto sbagliamo noi mamme? Tante. La verità è che di errori ne facciamo ogni giorno e che anche se facendo di meglio potremmo evitarli, al meglio non possiamo arrivare sempre e comunque, anche fossimo la miglior madre sulla faccia della Terra.
E’ per questo che qualcuno ha inventato una cosa meravigliosa: il saper chiedere scusa unito alla capacità di sapersi perdonare.
E di cercare di fare sempre di meglio.
Perché sì, ne siamo capaci.
Ebbasta tutte queste paranoie e sensi di colpa! Magari quel papà è un turnista che quel giorno lavorava di pomeriggio oppure è in ferie oppure lavora il week end e quello è il suo giorno libero.
Le madri sono umane. Il genitore si DEVE fare del proprio meglio, ma non esistono lavoratori perfetti, moglie e mariti perfetti, figli perfetti, amici perfetti, fidanzati perfetti, fratelli e sorelle perfetti. E’ IMPOSSIBILE.
Esattamente quello che si dice nel post.
Lo hai letto?