La gravidanza, periodo magico in cui si vive in una bolla di pace e beatitudine? Sì, magari!
La gravidanza per molte donne si trasforma in 9 mesi di ansia.
Prima c’è l’ansia per l’attesa della prima ecografia: andrà tutto bene? Ci sarà? Sarà uno?
Poi l’ansia per il Bi test, poi la morfologica, poi amnio sì o amnio no, poi i doloretti, poi l’insonnia, la ritenzione, il peso da controllare.
E infine gli ultimi mesi in cui ogni doloretto ci fa dire: oddio è il travaglio? E queste perdite? Si sarà mica rotto il sacco amniotico? Insomma, di giorni idilliaci ne restano ben pochi.
Molte volte le ansie sono, grazie a Dio, solo immagini mentali nostre, ma ci sono anche campanelli d’allarme da non sottovalutare.
Quando ero incinta di Alberto avevamo formato un gruppo su Facebook di future mamme “agosto 2011”.
A luglio sono nati i primi dei nostri cuccioli, ed era un’emozione e una festa, quasi come fosse nato un nipotino.
Una di queste amiche aveva raccontato di avere avuto una “rottura alta del sacco amniotico” che quindi non aveva dato la classica scena da “secchiata d’acqua” che si vede nei film, ma delle piccole perdite trasparenti che sembravano assolutamente normali. Un controllo di routine in ospedale ha svelato invece che si trattava di liquido amniotico: parto indotto e tutto è filato liscio.
Una decina di giorni dopo un’altra di noi, vedendo delle piccole perdite e ricordando questo racconto, era in ansia: e se fosse rottura del sacco?
Non è mai bello, lo sappiamo tutte, andare al PS, ci sentiamo anche un po’ paranoiche. Alla fine ha preferito farsi controllare e sì: rottura alta del sacco anche per lei.
Nulla di grave, al termine della gravidanza e individuato subito non crea problemi
Il problema è quando non ci si accorge, perché possono nascere infezioni anche gravi, o si rischia un parto prematuro.
Per questo quando Prima Lab, un’azienda svizzera leader nella diagnostica in vitro con un’ampia gamma di prodotti e strumenti di self testing che rispondono ai più alti standard di qualità – ci ha proposto di parlare di Amniocheck ne sono stata felice. Ci fosse stato all’epoca delle mie gravidanze ne avrei parlato volentieri, per questo lo condivido con voi. “Amniocheck” è un test semplicissimo che consente di rilevare eventuali perdite di liquido amniotico e quindi di togliersi qualche dubbio e magari evitare una corsa in ospedale.
Ad esempio può essere di grande aiuto dopo un’amniocentesi, momento delicato, perché quasi tutte le mamme in attesa vivono con ansia i giorni successivi a questo esame piuttosto invasivo.
Questo perché sappiamo che dopo l’amniocentesi c’è un rischio, seppur basso, di perdite di liquido amniotico ma al contempo si deve stare a riposo, quindi ogni perdita rischia di creare un’ansia difficile da gestire: un self test come Amniocheck quindi può aiutare davvero molto la nostra serenità mentale.
Si tratta di semplicissimi assorbenti-test (similissimi a salvaslip) confezionati singolarmente in una bustina di alluminio che si indossano sull’intimo quotidiano (anche in modo continuativo, basta cambiarlo ogni 12 ore) e si colorano di blu/verde se entrano in contatto con liquido amniotico.
Utilissimi anche per chi ha avuto familiarità di PROM, rottura prematura delle membrane amniocoriali, o semplicemente chi ha paura di non accorgersi della rottura delle acque anche a termine della gravidanza.
Se non si colora, si può stare serene, se si colora, può essere liquido amniotico oppure un “falso positivo” dato da infezioni batteriche. In entrambi i casi, la visita in ospedale non sarà vana.
In gravidanza le perdite sono frequenti, e un test di questo tipo può sicuramente aiutare a ridurre l’ansia e le corse in ospedale, oltre che le visite invasive.
Il test Amniocheck, insomma, aiuta a dare maggiore tranquillità in periodo in cui siamo particolarmente fragili.
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