Il fastidio per le persone che si lamentano sempre

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Ognuno di noi ha il diritto di lamentarsi, questo è vero e insindacabile. Ma a volte bisognerebbe avere la decenza di lamentarsi per cose reali, e non soltanto per farsi compatire.

Ieri leggevo che un tizio ha finto di andare alle Maldive riuscendo ad ingannare tutti grazie ai social: beh, succede anche l’inverso, sapete?

Si pensa che i social siano il posto in cui la gente si vanta, si costruisce una vita fasulla: finge di essere ricca, di essere felice, di essere bella e informa, di fare solo cose fighissime.

Oppure finge di essere sfigata, povera, infelice e via dicendo. Che, lasciatemelo dire, è pure peggio.

Anzi, è peggissimo.

Perché io potrei anche capire fingere di essere “meglio” di quel che si è, ha un senso, ma peggio? Perché? Solo per farsi compatire?

O forse perché ci si crede davvero perché non si riesce a vedere al di là del proprio naso e a cogliere la fortuna che si ha? A farsi un esame di coscienza dicendosi: perché a me i soldi non bastano mai nonostante guadagni? Perché i miei figli sembrano più terribili di tutti gli altri? Perché non riesco mai a fare un viaggio? Perché non ho amici? Perché non ho mai tempo per fare niente? Perché sono sempre stanca/o? Perché qui e perché là?

No, meglio aprire Facebook o Instagram e scrivere della terribile giornata che si è avuto, della fatica coi propri figli, lamentarsi del proprio peso, della propria povertà (perché in effetti immagino siate tutti ricchi vero?), lamentarsi di un mal di schiena… Invece che vedere la vita in positivo.

Avere un lavoro.

Un tetto sulla testa, magari pure bello.

Figli sani.

Genitori vivi.

Nessun problema di salute.

Nessun REALE rischio povertà.

In questi giorni sono proprio incazzata a morte e ogni volta che leggo cose del genere sento la bile salire e vorrei mettermi ad urlare. Ho avuto periodi in cui arrivare a fine mese non era affatto scontato e non certo perché facevo la bella vita, anzi. Periodi in cui non so veramente come arrivavo a sera, e non perché avevo un appuntamento a metà giornata. Ho anche perso un genitore, cosa che alla mia età non è ancora successo a tutti, eppure la gente si lamenta pure di avere i genitori vivi.

Ma.

Ho sempre pensato a tutte le cose belle che avevo e ho sempre cercato di pensare positivo.

Oggi una mia cara amica è sotto chemio dopo un’operazione. È devastata dai dolori, dal vomito, ha un bambino di nemmeno sei mesi a casa. Vive in un altro continente rispetto alla sua famiglia e a tutti i suoi amici.

E io dovrei lamentarmi?

La mia migliore amica sarà operata al seno tra pochi giorni. Non ha ancora figli e forse non potrà averne mai.

E io dovrei lamentarmi?

Ah, nessuna delle due scrive niente né su Facebook né su Instagram.

Una compagna di mia figlia ha avuto la leucemia.

La migliore amica dell’altra mia figlia vive in un centro di accoglienza, non ha né padre né madre e sono i suoi fratelli a farle da genitori.

Ripeto, tutte noi abbiamo il diritto di lamentarci. Dove e con chi vogliamo. Ci mancherebbe.

Ma per favore, evitate di farne uno stile di vita. Pensate a chi veramente soffre. Cercate di migliorare la vostra vita, di rimediare agli errori che fate, invece di sputare negatività su chi vi segue o vi è vicino. Perché anche se la gente vi crede, ricordatevi che c’è chi vi conosce davvero. E soprattutto: piangendovi addosso e piangendo addosso agli altri non sarete né più ricchi, né più belli, né più felici, anzi. Sempre peggio.

E chi conosce me, per dire, lo sa che non sono ricca. Però sembra eh?

Bella la vita sui social, vero?

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