Dovremmo nascere già mamme, per fare meno errori

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Chi ha più di un figlio lo sa: più si va avanti, più si impara. È normale, è così un po’ in tutto: in fondo non si nasce giocatrici di tennis, cuoche o parrucchiere, giusto? Il problema è che non succede niente se si prepara la pasta scotta, non succede niente se si sbaglia un taglio, e nemmeno se siamo delle cippe nello sport. Ma cosa succede coi primi figli?

Avrei voluto nascere già mamma per non commettere tutti quegli errori che mi sono ritrovata a compiere ogni giorno, per tanto tempo, e che forse compio ancora oggi. Perché il primogenito vive tutto per primo.

Avrei voluto sapere che passa, quando la sera piangevo e mi chiudevo in camera con la testa sotto il cuscino per non sentire le sue urla, e anche se me lo dicevano non ci credevo, mi sembrava impossibile.

Eppure passa.

Avrei voluto essere una mamma meno rigida

Avrei voluto essere meno tesa, meno preoccupata, ma anche meno superficiale: accorgermi prima di certi segnali, dare meno peso alla quantità di parmigiano e di più al peso sulla bilancia.

Avrei voluto sapere perché piangeva, che non era colpa mia, e se era colpa mia, avrei voluto sapere come rimediare, come interrompere quel pianto, come trovare una soluzione.

Avrei voluto sapere come avere il cuore più leggero.

Come pensare che in fondo sarebbe andata bene, anche se non aveva duemila giochi, anche se stava davanti alla tv, anche se non ero sempre lì a fare attività, anche se non seguivo la Montessori e in realtà seguivo un po’ tutto, perché prima di avere il primo figlio ti documenti e sei convinta che studiare basterà, come per preparare un piatto, leggi una ricetta e alla fine il piatto più o meno ti viene, ecco, coi figli non è così.

Puoi studiare quanto vuoi, puoi leggere qualsiasi libro, fare qualsiasi corso. Ma quando poi ti trovi tuoi figlio davanti, il primo figlio, ti sembrerà tutto insuperabile, ti chiederai perché quel metodo non funziona, perché alla tale riesce tutto e a te no.

Avrei voluto urlare di meno, avere più pazienza, concedermi di più

Quando sono diventata mamma sarei voluta tornare indietro, riprendermi la mia vita. Avrei voluto sentire subito quell’amore, ma è arrivato dopo, più tardi, e mi sentivo sbagliata. E nessuno mi aveva detto che è normale: è normale, quando non hai mai avuto un bambino, non sai ancora l’amore che sarà capace di donarti e come stravolgerà la tua vita. È normale non amarlo subito perché non sai cosa significherà per te, e nessuno ha il coraggio di dirtelo e anche quando te lo dicono, mica ci credi.

Vorrei essere diventata mamma essendo già mamma. No, non con il libretto di istruzioni, perché quello ogni bambino lo avrebbe diverso. Ma con la certezza che certe cose non sono un dramma: una caduta, un pasto saltato, un pianto al ristorante, un capriccio, quelli che ci sembrano errori insormontabili.

Avrei voluto sapere che essere mamma non ha a che vedere con una tetta o con un lettone, ma con gli insegnamenti, con l’educazione, col sostegno, col rispetto. Che è inutile aver allattato 3 anni, se poi si manda a fanculo il proprio figlio o gli si dà del rompicoglioni. Che è inutile aver applicato alla lettera la Montessori se poi in camera loro sembra ci sia scoppiata una bomba. Che è inutile “aver continuato la vita di prima” se poi questi bambini non sanno nemmeno stare al mondo e non rispettano gli altri.

Il mestiere di mamma si costruisce negli anni e non termina mai.

Questo avrei voluto sapere, prima di diventare mamma.

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