Quand’è che si diventa pessimi genitori (di figli criminali)?

In questo ultimo mese ci sono stati 3 gravissimi fatti di cronaca che vedono come (presunti) responsabili dei giovanissimi, e che ovviamente hanno colpito tutti ma colpiscono in particolare noi genitori, che non possiamo fare a meno di pensare: ma potrebbe capitare anche a mio figlio? O hanno alle spalle famiglie disastrose?

A quanto pare si tratta in tutti e tre i casi di famiglie “per bene”, non disagiate, non segnalate ai servizi, famiglie apparentemente normali.

Mi riferisco, in particolare, al (presunto) stupro di gruppo alla stazione Circumvesuviana, all’inqualificabile branco che ha brutalizzato un anziano invalido (qui temo che di presunto ci sia ben poco, essendo stato tutto filmato) e dell’ultimo stupro di gruppo a Viterbo.

Tante volte abbiamo parlato di responsabilità dei genitori, e di quanto troppo facilmente si getti la responsabilità sulla famiglia.

La verità è che in casi così gravi come quelli degli ultimi giorni, a tutti noi genitori viene da sperare che dietro quei delinquenti ci siano pessimi genitori.

E’ molto più confortante pensarlo, se sono stati cresciuti male almeno noi siamo fuori pericolo, a noi non potrà succedere perchè noi ci interroghiamo ogni giorno, noi leggiamo come si fa lo svezzamento, come e dove è giusto farli dormire, ci chiediamo se stiamo dando troppo o troppo poco, se sia giusto quel metodo piuttosto che l’altro.

Un’altra verità però, lo sappiamo, è che non dipende tutto noi.

Sia perchè c’è l’influenza di amici, insegnanti, episodi vissuti, e, che ci piaccia o no, il carattere. E temo che le persone cattive esistano, a prescindere dai genitori.

Sia perchè, per quanto ci si impegni, se siamo buoni genitori o no lo decideranno i figli, di solito da adulti.

Perchè noi possiamo dare tutto l’amore del mondo, ma loro potranno ritenerlo troppo.

Possiamo dare disciplina e regole, e loro potranno ritenerci genitori rigidi e freddi.

Possiamo dare esperienze, doni, opportunità, e loro le potranno farne tesoro o esserne così annoiati da cercare altro.
Insomma, si brancola nel buio, possiamo fare del nostro meglio ma non sappiamo se il frutto sarà quello sperato. Magari sarà esattamente l’opposto.

Ma questo, per l’appunto, è la vita. E’ qualcosa di non controllabile. O non del tutto almeno, perchè ci sono purtroppo persone che non notano segnali di malessere, che sono certe di essere nel giusto e non notano i danni che stanno facendo.

Ma qui, negli ultimi casi citati, credo che siamo oltre la “disattenzione”.

Qui mi verrebbe da dire che forse una pessima educazione c’è davvero.

I tre accusati dello stupro di gruppo  sulla Circumvesuviana vengono portati in questura  e i genitori (dei  presunti stupratori eh non della vittima) applaudono.

Ma che c’è da applaudire??!

A prescindere dalle responsabilità, che cavolo applaudi? Fino alla sentenza (o all’archiviazione)  l’imputazione è in piedi e il silenzio è d’oro.

E, visto che ci sono, lasciatemelo dire: le motivazioni alla base della scarcerazione (almeno quelle emerse dai giornali, non ho letto l’ordinanza) mi sembrano davvero deboli. Si dice che dai video emerge che la ragazza dopo la (presunta) violenza non dava segno di disperazione e che subito dopo ha chiamato la madre e non ha detto niente. Pare anche che soffra di disturbi specifici che possono inficiare la credibilità, per carità, andare con i piedi di piombo è d’obbligo, mi voglio fidare dei giudici, ma se si trattasse solo del comportamento post violenza non vuol dire assolutamente niente. Dopo  (e durante) una violenza,  l’unico pensiero è non farsi ammazzare, e si può arrivare anche a ridere e scherzare con l’aggressore avendo come unico pensiero “devo riuscire ad andarmene via di qui viva”, quindi, per favore, non si giudichi il comportamento come unico parametro.

In ogni caso, è orribile essere accusati ingiustamente, certo, ma non c’è comunque da essere orgogliosi di un rapporto di gruppo in un’ascensore con una ragazza con (presunti) problemi psichici. Non tanto da applaudire, ecco.

Passiamo al caso più eclatante e meno dubbio:  il branco che ha per mesi, o forse anni, picchiato, deriso, spaventato e brutalizzato un anziano. Con tanto di riprese video che circolavano ovunque e che sono state viste anche dai genitori.

Genitori che hanno avuto il coraggio di dire “abbiamo fallito ma c’è anche da dire che  non c’è niente da fare qui”. Ehh??!

Non c’è niente da fare, aspetta che andiamo a picchiare un vecchio. E tutti muti. Insegnanti, amici fidanzate (a parte una) genitori, assistenti sociali, vicini.

Ma in che razza di mondo viviamo?

Se un genitore ha visto quei video, se in qualche modo sapeva o poteva sapere, allora non ci sono se e non ci sono ma: è (anche) colpa dei genitori, che per quanto mi riguarda dovrebbero finire in galera quanto i figli. Non a caso i giudici non hanno concesso i domiciliari affermando che i nuclei familiari hanno dato prova di incapacità a controllare ed educare gli indagati.

L’ultimo genitore genio oggi: “sì, ho detto a mio figlio di far sparire il cellulare. Per cercare di aiutarlo. Sono il padre, non ho difficoltà ad ammetterlo: aiutare un figlio non è qualcosa per cui si possa essere incriminati”.

Ma solo io penso che dire ad un figlio di far sparire le prove di un reato gravissimo non sia esattamente “aiutarlo”?!

Non nel senso che do io a questa parola, almeno.

E’ difficile giudicare senza trovarsi nelle situazioni, ma credo proprio di poter dire che non aiuterei mio figlio a sottrarsi alle sue responsabilità, lo aiuterei ad affrontarle.

non aiuterei mio figlio a sottrarsi alle sue responsabilità, lo aiuterei ad affrontarle

A Repubblica questo signore dice di non aver visto i video, che il figlio “sta male” (lui!) e che potranno vederlo solo 6 ore al mese (poverino). Non riesce a dire una parola per la vittima nemmeno su richiesta, proprio non ce la fa.

Capisco il beneficio del dubbio eh, ci mancherebbe, ma qui ci sono video e foto definite dagli inquirenti “raccapriccianti”.

E nonostante questo, solo parole a difesa del figlio.

Possiamo dire, senza rischiare di sbagliare troppo, che forse in questi casi specifici non siamo di fronte a genitori modello?

Ma allora quand’è che hanno iniziato a fallire, questi genitori?

Anche quelle mamme litigavano sull’alto contatto, sullo svezzamento, sull’allattamento?

Cosa hanno fatto esattamente per arrivare a questo?

Ce lo dite per favore?

E quando hanno iniziato a perdere i loro figli?

Tutti quei genitori che oggi non sanno cosa facciano i figli adolescenti, che non hanno mai controllato i loro telefoni e le loro chat, li abbandonavano nei lettini piangenti mentre cercavano coccole, li scacciavano quando cercavano attenzioni, li etichettavano con scemo, ritardato e simili?

O forse, non è che ci impegniamo tutti a fare i genitori perfetti di figli piccoli, e poi ce ne sbattiamo altamente le palle proprio quando inizia a servire davvero?

 

 

 

 

 

 

 

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3 Comments

  • Anche a me questi fatti fanno molto pensare…. probabilmente è sbagliato, come dici tu, aiutare i figli nel senso di difenderli sempre a spada tratta e coprendo le loro malefatte… anche togliere sempre le castagne dal fuoco per loro è teoricamente sbagliato.
    L’educazione fa molto. Ma anche la personale attitudine. Fare figli è davvero un salto nel vuoto, bisogna mettercela tutta e fare davvero del proprio meglio. Si può non riuscirci lo stesso…per contro, ci sono anche famiglie disastrose da cui escono ragazzi straordinari. Chissà.

  • Penso che bisogna distinguere la responsabilità genitoriale in base a che tipo di crimine si commette. Se in un momento di cretinaggine acuta il giovane beve e mettendosi al volante fa un incidente forse, dico forse, trattandosi di incidente dovuto a poca maturità, la colpa è ascrivibile solo al giovane, o al massimo al genitore che compra l’auto grande (sempre per fare esempio).
    Ma se il crimine è in effetti uno stupro, una tortura, un omicidio con l’aggravante della crudeltà CERTO che i genitori avranno avuto le loro belle colpe, perché hanno cresciuto un essere immondo, senza alcun valore, che non ha nessun rispetto né di loro come famiglia né degli altri esseri umani. E chi come padre non mette davanti ai propri vistosi errori il figlio, è un essere ancora più immondo.
    Sono così dura, perché lo so che non possiamo completamente garantire per i nostri figli, non possiamo controllare le cavolate che andranno a fare (come io stessa facevo da giovane e forse sono stata fortunata), ma se li abbiamo semplicemente amati e abbiamo dato l’esempio di persone corrette e che rispettano l’altrui vita non può succedere che ci deludano.

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