Come si organizza una mamma che lavora e non ha aiuti

essere una mamma che lavora

Lo so che a molte casalinghe non piace sentirselo dire, ma è possibile lavorare full time o quasi senza avere aiuti (o quasi) e io lo dico.

E non lo dico per smentire le casalinghe, ma lo dico per tutte quelle mamme che si fanno queste domanda e vengono dissuase dal pensiero di continuare a lavorare dalla fatica e dalla quantità di “è impossibile”.

No che non è impossibile.

E’ difficile essere una mamma che lavora e non ha aiuti, ma non è impossibile, non in tutte le città almeno.

Io non ho suoceri, non ho più mio padre, ho mia madre che non abita vicino, ma nemmeno lontano, ma che ha 4 nipoti, 3 figli e 2 bisnonne di 92 e 93 anni a cui pensare, oltre che a se stessa, dopo una vita di lavoro e che quindi non è alle mie dipendenze. Chiaro che in caso di vera emergenza, prima di prendere un giorno di malattia bimbo non retribuita (che tutti abbiamo) sento lei.

Lavoro ora 35 ore a settimana, 7 al giorno più pausa, che fa 8.

Prima ne lavoravo 8 al giorno, più pausa, che faceva 9, stando fuori casa 10/11 ore.

Ho un marito e non ho paura di usarlo.

E poi ho il blog che pare brutto dirlo, ma porta via ore, a volte giornate, ma a fronte di guadagno.

A me, non so a voi, i soldi servono e il blog mi piace, perciò non rinuncio.

E quindi niente, faccio quadrare anche quello.

Organizzare il tempo: come farlo

Quando si è una mamma che lavora e non ha aiuti è fondamentale sapere organizzare bene sé, il proprio tempo, ma pure quello di figli e, se necessario, il tempo del padre dei vostri figli. Ma come? E’ adulto! Si organizzerà pure da solo, no?

Sì, certo, ma se non ci si interfaccia e incastra e se lui non sa che impegni ho io e lui non sa che impegni ho io non si va da nessuna parte.

E se preferite il (finto) femminismo alla vostra felicità, libere di farlo.

Ma come fa una mamma che lavora e non ha aiuti?

Come far collaborare tutti

Io del (finto) femminismo me ne sbatto e non ho neanche il tempo di occuparmene, perché sono una mamma che lavora e non ha aiuti, dunque se per stare bene devo anche chiedere a mio marito esplicitamente di prendere un figlio o l’altro e portarlo qui o lì o di fare la spesa, io lo faccio.

E che veda di farlo.

Questo non perché glielo chiedo io, ma perché i figli sono di entrambi, la casa pure, quindi può sempre occuparsi di trovare una persona al posto suo che lo faccia, basta che quella persona non sia io. Può ordinare la spesa su Amazon o Walà o dove crede se non ha tempo di fare la spesa, basta non lo chieda a me.

No, non sto ad aspettare che mio marito veda la polvere da solo, se vedo la polvere io e non ho 10 minuti per spolverare non ho che da aprire la bocca senza attaccare con quelle lagne del tipo “possibile che lui non veda la polvere/il bagno sporco/il cesto dei panni pieno/il wc da lavare?!” o “Ora aspetto finché non se ne accorge e non pulisco, vediamo quanto dura!” o cose del genere. Io parlo: “c’è da spolverare, quando hai un minuto, fallo, grazie!”.

Sapete che c’è? Funziona.

E sapete che finisce per farlo anche lui? “C’è da svuotare la lavastoviglie, non ho tempo, fai tu?”.

Ognuno fa quel che può quando può e nemmeno abbiamo più chi aiuti in casa.

Tenere in ordine

Durante la settimana si tiene ragionevolmente in ordine e si fa il necessario.

Poche cose per casa:

se avete casa invasa, fate un decluttering o non sarà MAI in ordine e non avrete MAI tempo per fare NIENTE, io ve lo dico.

Le cose tipo “preferisco stare con i miei figli che riordinare casa” mi fanno ridere: se siete veloci e avete poche cose, una cosa non esclude l’altra. Se casa vostra pare la bottega di un rigattiere, certo che quello che dite ha senso, ma fossi in voi, mi farei due domande.

Si mette in ordine tutti, senza guardare chi fa cosa, quando, come e perché.

Si fa tutti quel che serve: mia figlia di 2 anni sa far partire la lavastoviglie. Per dire.

Organizzare i bambini

Questo è un annoso problema.

A Milano è facile: scuole pubbliche 7.30/18, comunali, dal nido in avanti.

Non posso dare lezioni, però vi dico la verità: dove si vive molto spesso è una scelta.

io questa città l’ho scelta, vengo dalla provincia.

Tante mie amiche hanno lasciato Milano per la provincia per avere la casa più grande, ma non hanno i servizi base e la vita diventa un casino.

Beh, io preferisco la casa meno centrale, meno grande, ma in città e con i servizi, perché non ho aiuti, mi manca pure di non avere servizi!

Tutto è frutto di scelta. O quasi.

Anche la scelta della vita bucolica se lavori full time per me ha poco senso:

se devi uscire di casa alle 6 e ci torni alle 21, è bucolico il posto in cui hai la residenza, ma non quello in cui stai, perché semplicemente non ci stai.

E i malanni?

Si usano i congedi, esistono, non sono pochi e vi rivelo una cosa: li può prendere anche il papà, sapete?

E se non sono pagati?

Si useranno il necessario.

E anche sul lavoro parlate, spiegate, chiedete: le aziende migliorano anche con le richieste dei dipendenti.

E se serve si prende una babysitter per le emergenze, per il periodo che servirà: averne 2 o 3 fidate da poter chiamare in caso di emergenza è sempre una buona idea.

E’ facile per una mamma che lavora e non ha aiuti?

No, per niente.

Ma se volete farcela, ce la farete.

E tutti voi, bambini e genitori, avrete imparato che la felicità si costruisce giorno per giorno, ognuno la propria e insieme quella di tutta la squadra:

perché voi siete una squadra: la migliore squadra dove giocare il campionato della vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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15 Comments

  • Bravissima! Quello che emerge dal tuo post e che è una sacrosanta verità è che la vita ci pone davanti a numerosi cambiamenti e se vogliamo stare bene, essere felici e sereni, dobbiamo adattare le nostre abitudini, magari svegliarci qualche ora prima di quando avevamo vent’anni ed eravamo child free, oppure spiegare al marito che la coppia di sposini in luna di miele è diventata una famiglia e bisogna spartirsi le imcombenze di tutti i giorni. Io ho scelto di lavorare part-time, mio marito ha un lavoro in proprio che gli porta via tante ore quindi sono ovviamente più a disposizione dei bimbi, il mio secondo lavoro infatti è fargli da autista (ah ah ah) dato che abitiamo in campagna e dobbiamo muoverci in auto quasi per qualsiasi cosa. Sono stra fortunata ed ho anche i nonni a disposizione per le emergenze! Ma se dovessi sceglieredi lavorare full time, i tuoi consigli saranno davvero utili!

  • Questo articolo è solo verità e vedo tanta infelicita e frustrazione nelle critiche. Vi spiego la mia situazione così facciamoci due risate. Sono una mamma francese di 32 anni con una bimba di un anno e mezzo, abbiamo anche a casa il suo fratello di 7 anni, a giorni alternati. Ho seguito il mio marito in Italia nella sua città perché voleva stare insieme al suo figlio. Non mi pento per niente, ma è comunque vero che le possibilità lavorative dove siamo sono inesistenti, anche se ho due Laurea e parlo quattro lingue. Ho fatto colloqui con delle proposte proprio allucinante (tirocinio di 40 ore a settimana per 500 al mese senza copertura sanitaria…) Faccio qualche lezione di francese e ho iniziato quest’anno un corso di estetista che non ho potuto finire: soffro di una malattia cronica molto invalidante e ho fatto letteralmente un “burn-out”. Un anno difficile insomma. Sono stata criticata per :aver lasciata mia bimba al nido; non ho allattato, essere troppo magra/curata (sono superficiale!) volere lavorare a tutti costi; lasciare troppo spesso nostra figlia al mio marito e chiedergli di fare le pulizie a casa. Quando torno in Francia, critiche diverse: non si fa di mollare la carriera per fare la casalinga, sono troppo attaccata alla mia figlia, ho tradito il femminismo… Io ho mollato e da oggi mando tutti fare i c…. suoi! Sono felice di leggervi e vedere altre donne che non sono cani arrabbiati e gelosi. Un gran bacio

    • Cela me fait bien de te lire car pour moi c’est exactement la même chose : maman poule en France et en Italie maman qui n’est pas une vraie maman à cause du travail et d’autres choses que tu connais bien (tu peux lire certains commentaires sur ce blog…). Au moins ça m’a appris à voir les choses différemment et, comme toi, à m’en ficher complètement. Bon courage à toi <3

  • Anche io sono lontana dalla famiglia e non ho aiuti fissi. Ma ho tanta voglia di tornare a lavorare dopo il congedo di maternità. Se ci sono donne che ce la fanno, ce la posso fare anch’io (o almeno ci proverò!). Grazie dei consigli. Un abbraccio dall’Inghilterra

  • Anche io vivo a Milano, anche io zero aiuti e anche io la penso esattamente come te perché anche io mi organizzo in questo modo. I figli si fanno in due e entrambi li gestiscono così come la casa deve essere organizzata e mantenuta da entrambi. Anche se non è per nulla facile e io arrivo alla fine dell’anno scolastico (i miei figli sono iscritti al centro estivo fino a fine luglio)che sono da buttare

  • Ho tre bambini, i nonni sono lontani o molto anziani e malati, io e mio marito lavoriamo entrambi full time.
    Viviamo in una provincia che per fortuna offre molti servizi e aiuti alle famiglie e ai bambini.
    Abbiamo una tata splendida per le emergenze, il resto è come dici tu: organizzazione, poche lamentele e… pedalare!
    Non è facile, e si è spesso stanchi e “frullati”, ma è possibile.
    Per l’anno prossimo il papà ha chiesto part time perché, a differenza di me, lui può sperare che glielo concedano… scandalo!
    “Ma perché non lo prendi tu che sei la mamma?” Perché lui chi è? Non è il padre? Non ha altrettanto valore nella vita dei figli e della famiglia?
    E i colleghi che gli dicono: “Che figura! Finisci alle 14 vai al lago a prendere il sole!”
    Ma per piacere! Va a fare la spesa, a portare i bambini, stende la lavatrice e prepara la cena… lavora di più che non a fare full time.
    Il part time lo chiede per la famiglia, non per sé, e sono stufa di questa visione rigida dei ruoli di genere!
    Detto questo… torno di corsa alla mia giornata, piena ma ricca come sempre.
    Grazie.

  • Io invece vorrei far presente la categoria di uomini che lavorano 13/15 ore al giorno più il tempo per arrivare e andare via dal posto di lavoro (capannone dove tiene il camion nel mio caso) e arrivano a casa esausti e se gli si dovesse ancora chiedergli di spolverare o fare la spesa ci riderebbero in faccia o peggio…..con ragione…io faccio la casalinga…vivo tranquilla certo…e il mio lavoro e rendere il suo “fine giornata” il più sereno possibile…nel week end si gode suo figlio e se può lo segue anche alle gare in giro per la regione (quelle nazionali no per colpa delle poche ferie) Insomma, con una categoria di uomini così se vuoi lavorare o vivi nel caos e nella sporcizia e te ne freghi oppure divorzi e fai le pulizie e la spesa quando lui tiene il bambino oppure ti metti insieme a uno che fa quello che non poteva tuo marito….in tutti i casi che uno lavora o meno…avere un uomo che riesce a fare altro oltre a lavorare è la vera carta buona nel mazzo della vita. È quello l’aiuto…non è essere senza aiuti se hai un marito che spolvera, io che non ho un marito presente sono senza aiuti e senza aiuti non ce la farei.

  • Condivido pienamente e sono felice di poter leggere di qualcuno che vive la mia stessa condizione… È difficile, ma io sto bene cosi e non potrei fare altrimenti. D’altronde io stessa sono stata cresciuta cosi Non ho aiuti, ma fortunatamente un marito che divide con me tutto, siamo perfettamente interscambiabili su tutto! Quello che frega però é la stanchezza…. Bisogna stare sempre sul pezzo

  • Mio marito lavora a Milano. Dalle 8.30 alle 19/20. E no, non può uscire prima. E se anche fosse ci vuole un’ora da casa all’ufficio e viceversa.. Io lavoro a Milano dalle 9 alle 18. No, non c’è possibilità di orario ridotto. Piu di un’ora di strada per arrivare. I bambini entrano a scuola alle 9.00. Si c’è pre scuola alle 7.30.. Post scuola fino alle 18.00 ma io arrivo alle 19.15. Quando non piove.
    E li dovrei lasciare 11 ore a scuola.
    E calcio, e nuoto e catechismo.
    Si può. Ma certe volte non si può.
    Non c’è mai una sola verità.

  • Io sono mamma lavoratrice con due figli ,single,il padre non c’ è da anni e siamo monoreddito, ho pochissimi auti e spesso li devo pagare. Insomma una vita incasinata ,ho una casa che sembra spesso una bomba a orologeria e a volte il frigorifero semi vuoto perché mi dimentico che ho finito tutto e vado di riso in bianco … faccio tre cose insieme ,l altro giorno ho fatto un colloquio online col prof di mio figlio fuori dal supermercato tra spesa e lavoro .Quando sento le lamentele di chi ha un ex compagno che tiene i bambini “solo” una volta a settimana e a weekend alterni mi viene da ridere ma ovvio che ognuno vive la propria realtà. È facile :no per niente ….ma ce.la.si fa tirandosi su le maniche e guardando a quello che di bello ti danno i bambini e i ragazzi .
    Un uomo nella mia situazione si sarebbe risposato con la.prima capitata o sarebbe tornato al.paesello.da mamma e papà perxhe dubito ce l’ avrebbe fatta da solo …confermato anche dal fidanzato che faticosamente dopo anni riesce a incastrarsi nei micro tempi liberi da sola e con loro

  • Hai un marito e i soldi per eventuali babysitter… non direi che tu sia una mamma senza aiuti!
    Sei anche dipendente e quindi hai i permessi, le malattie pagate, ecc.
    Chi non ha davvero aiuti sono le mamme single con la partita iva! Soprattutto d’estate è un problema perché con le scuole chiuse se non hai nessuno che possa stare con i figli, non puoi lavorare… e nessuno ti paga niente, tanto meno le ferie!

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