Ultimamente mi è capitato di leggere cose che, in confronto, le amiche pancine scoperte dal signor Distruggere gli fanno un baffo. Sì, ok, non è carino criticare persone probabilmente socialmente svantaggiate, non scolarizzate e via dicendo, però qui si parla di tutt’altro: parlo di persone che leggono, che sono anche convinte di essere impegnate, e poi fanno cose…
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La causa ecologica e zero waste
Sono molto impegnata nella causa ecologica già da tempo e sono felice degli sforzi che vengono fatti adesso che è di moda (sì, di moda: i miei articoli su ecologia e sostenibilità non se li è mai filati nessuno, care mie). Ma per quanto possa apprezzare gli sforzi, quando leggo certe cose boh, strabilio.
Per dire, ho letto di una che al posto della carta igienica, nella sua logica zero waste, utilizzava IL MUSCHIO.
IL MUSCHIO. Significa che andava nel sottobosco a cercarlo e poi ci si puliva il culo.
Senza arrivare a questo, molte delle persone che frequentano i gruppi zero rifiuti si autoproducono la carta igienica. Anzi, la carta igienica lavabile. Non è che hanno una conceria in casa, è che comprano dei pezzi di stoffa in bambù, o spugna di cotone, ci cuciono pure delle belle stoffine colorate (come io faccio con i dischetti struccanti), addirittura alcune mettono pure i bottoni a clic (immaginatevi il lavoro) per farne dei veri rotoli da appendere al posto del rotolo di carta e poi… ci si puliscono il culo. E dopo averlo fatto, li mettono in una cesta, se va bene in un sacchetto tipo quello per i pannolini lavabili (che, badate bene, io ho usato) e li lasciano lì, merdosi, in attesa di lavarli.
In lavatrice.
Mi chiedo se insieme agli asciughini della cucina.
Ho letto di gente che non si limita a fare il detersivo in casa, o a comprarlo sfuso. No. Usano l’EDERA.
Vanno in giardino, la colgono, la fanno bollire, la lasciano in infusione tipo 24 ore nel pentolone di Gargamella e poi ci fanno la lavatrice. E io che pensavo di essere strana ad avere un vasetto coi grani di kefir a riprodursi!
Ma non è solo l’ecologia a regalarci delle perle.
La maternità ad alto contatto
Nei gruppi di maternità ad alto contatto ed evoluzioni dai 3 anni in su, si può leggere di tutto. Io sono quella contro le botte, qualsiasi schiaffetto, sono contro le urla, sono per chiacchierare, tant’è che mia mamma mi dice che sono insopportabile perché parlo e spiego troppo e a mio marito devo fare una rabbia incredibile e un giorno mi lascerà.
Oh, mi sono anche interrogata se non stessi crescendo delle squilibrate per questo motivo.
Poi ho letto questi gruppi.
Gruppi in cui i figli bisogna accoglierli, anche quando ti strappano i capelli e ti sputano in viso. Che spiegano nei minimi dettagli come sono arrivate alla crisi del duenne isterico, cercando ottocentosettantatré soluzioni, con alti e bassi degni del miglior psycho, escamotage che neanche avessi sette vite di tempo, compromessi, tentativi, sempre parlando, parlando, parlando, con questi bambini sempre più incazzati che alla fine si incazzano ancora di più e ti sfasciano casa.
E mi dico forse di serial killer ce ne sarà più di uno, domani.
E ci sono quelle che pensano di aver creato dei traumi ai bambini perché si sono pisciati una volta addosso e non l’avevano mai fatto, e allora vanno ad analizzare ogni minima attività degli ultimi due mesi ed ecco, magari è perché quel giorno ancora non dormiva e io stavo guardando La casa di carta e forse ha sentito uno sparo?
Le bufale mediche
Vogliamo parlare della medicina?
Di quelli che ancora parlano dei vaccini, poi della dieta alcalina, poi di come si sconfigge il cancro ma nessuno ce lo dice, delle medicine che non servono, del grande complotto delle farmaceutiche per farci ammalare tutti e infatti in Africa, dove non hanno medicine, stanno tutti bene ma fingono di no e gli infettano l’aids apposta così possono morire perché nemmeno le medicine funzionano?
Insomma, penso spesso che dovrei togliermi dai social. Poi penso che potrei finire a casa di qualcuno che si pulisce il culo con il muschio, perciò no, meglio essere preparata.
La carta igienica lavabile…non ce la potrei mai fare….
No nemmeno io!