Scuola media: è davvero così terribile?

Quando mio figlio era all’ultimo anno di asilo e vedevo i bambini delle elementari, non potevo credere  che l’anno dopo sarebbe toccato a me.

Li vedevo così diversi, così bruttini con i loro musetti affilati, così poco interessanti rispetto al mio tondino con le guance paffute e le parole storpiate.

E invece le elementari sono volate, i bimbi non mi parevano più così bruttini e poco interessanti, ma guardando i ragazzini delle medie, con i loro brufoli, i baffetti e discorsi scemi, pensavo che non avrei potuto sopravvivere alla fine delle elementari.

E invece sono qui, alle prese con un ragazzino delle medie, e mi sto divertendo un sacco.

Insomma, funziona un po’ al contrario che con l’erba del vicino, i figli che crescono li apprezzi solo quando ci sei in mezzo.

Le medie sono uno spauracchio, di solito più per i genitori che per i figli.

E in effetti non è un salto da poco, solo che quando ci sei dentro è un po’ come nella nebbia,  ci si vede un pochino più chiaro che da lontano.

Ma andiamo per ordine.

Scegliere la scuola media

Magari farò un post a parte, ma vediamo a grandi linee.

Innanzitutto come scegliere?

E prima ancora:  si può scegliere?

Non sempre: chi abita in provincia ha una scuola media e stop, non è che ci sia da farsi tante domande. Per chi abita in città, invece, di solito c’è quella del bacino di utenza, ma è anche possibile chiedere l’iscrizione altrove.

Oppure, ovviamente, si può valutare una scuola privata.

Come scegliere quindi? Delle medie pubbliche, spesso si sente parlar male.

I problemi principali sono la turnazione dei professori, che è oggettivamente un problema serio, specie se a cambiare di continuo sono quelli delle materie principali, e il bullismo. Che fa paura soprattutto a chi ha frequentato una scuola elementare piccina, “di paese”, dove il bullismo era qualcosa di cui si parlava come prevenzione senza che si capisse davvero cosa fosse.

O almeno, per noi è stato così: meno di 100 bambini in tutto, tutti del posto, difficile che si creassero situazioni davvero spiacevoli. Per cui anche un “spostati, asino” diventa un “c’era un bullo mamma!”

Alle medie è un’altra storia: arrivano studenti da diverse scuole, i numeri salgono, non ci si conosce più di persona. E via di storie di preparazione scarsa, professori che cambiano ogni anno quando va bene, pluriripetenti che bullizzano gli altri, droga in cortile e chi più ne ha più ne metta.

Sentire i genitori di chi già frequenta, alle medie, non è a mio avviso così dirimente come alle elementari.

I ragazzi, crescendo, raccontano molto meno, quindi è facile che i genitori siano contenti solo perché non sanno cosa succede in realtà.

O ancora, hanno beccato una sezione fortunata. Oppure hanno la fortuna di avere figli che si tengono lontani dai casini.

Ovviamente resta una buona cosa da fare, ma non mi fiderei ciecamente, ecco.

Oltre a questo vanno considerate le offerte formative:  le lingue straniere (quali? Quante ore?), le attività extrascolastiche, gli orari, la distanza da casa, la struttura.

Noi alla fine abbiamo scelto una scuola media privata per varie ragioni.

In primis, visto che alle medie fanno solo due rientri a settimana, non volevo che mio figlio fosse a spasso per tre interi pomeriggi al di fuori del mio controllo, in un’età così delicata.

Io lavoro in centro, quindi lui sarebbe stato altrove, avrebbe dovuto pranzare da solo 3 giorni a settimana e no, non mi sentivo serena.

La scuola scelta è a 15 minuti dal mio ufficio e a 3 dalla casa dei nonni, così il lunedì pranza dalla nonna, viene da me, ci facciamo una passeggiata fino alla fermata e rientra più o meno quando arriva la baby sitter di Alberto. Il mercoledì invece rientra subito, si fa il pranzo e sta da solo meno di un’ora, perchè poi arriva la nostra fantastica baby sitter. Il venerdì, mio marito torna a casa a fare il pranzo ai ragazzi, poi lui torna al lavoro e io rientro verso le 15, ormai da tempo (yeahhh) il pomeriggio sono a casa io.

Secondo, dopo 5 anni deliranti a causa della disgrafia e disortografia, volevo andare sul sicuro, e puntare dove sapevo che c’era particolare attenzione.

Da ultimo, volevo che fosse in città. So cosa significa arrivare alle scuole cittadine solo alle superiori, con il marchio del “valligiano” addosso, e volevo francamente evitarlo.

Siamo felicissimi della scelta.

Lui al momento dell’iscrizione era inferocito e depresso, perché avrebbe lasciato i suoi amici (ma in realtà vengono divisi comunque, avrebbe avuto al massimo due compagni della vecchia classe), poi quando ha visto la scuola, le sue aule meravigliose, le palestre, i campi da calcio, basket e pallavolo, gli spazi esterni sterminati, le aule di scienze, tecnica ed informatica super attrezzate… beh, ha cambiato idea e ha iniziato a fare il conto alla rovescia con gli occhi luccicanti.

In più, alla fine, altri 4 ragazzini della sua scuola, tra cui il suo migliore amico, si sono iscritti a varie medie private della città: non la sua, ma era già qualcosa, perché avrebbero fatto almeno il tragitto di andata assieme.

Devo dire comunque che son contenti tutti: ogni tanto incontro le mamme dei vecchi compagni, e sono tutte soddisfatte, e ne sono sinceramente felice.

La verità è che  passaggio di grado nel percorso scolastico arriva proprio quando serve: all’asilo son stufi dei giochini da piccoli, in quinta elementare son stufi di essere considerati bambini e non vedono l’ora di sentirsi grandi, quindi normalmente iniziano con grande entusiasmo.

E’ così dura la scuola media? Hanno così tanti compiti?

Il salto è stato inizialmente tosto, non si può negare: tanti libri, tante materie, relativa organizzazione dello zaino e  del materiale, sveglia all’alba, compiti tutti i giorni.

Ma l’entusiasmo era di gran lunga maggiore, quindi lui non ne ha minimamente risentito.

C’è stato qualche momento di panico, perché non aveva ancora imparato a gestirsi il carico di lavoro, ad esempio non riuscivo a fargli capire che se ha tempo il lunedì pomeriggio deve fare anche i compiti per il giovedì, anche se sembrano pochi, perché poi nei giorni successivi se ne possono aggiungere altri.

La prima (e unica) volta che ha dovuto stare sui libri 5 ore di fila gli è servita da lezione, e non è mai più successo.

Ora che ha ingranato, io sinceramente non trovo questo carico di lavoro esagerato.

Sento tante mamme sui social parlare di figli che stanno sui libri fino alle 11 di sera: a noi francamente non è mai capitato.

Mai fatto compiti dopo cena, e ha anche intere giornate senza avere nulla, se si porta avanti nel week end. C’è da studiare, certo, ma nulla che non riesca a fare nel week end o nel pomeriggio, e resta anche diverso tempo per il cazzeggio o lo sport.

Chiaramente non ho idea se sia la nostra scuola a dare un carico di lavoro moderato, se sia lui veloce, o se siano lenti quelli che fanno notte, mi limito a dire la mia esperienza.

E’ felicissimo del programma, i professori sono in gamba, in particolare quello di italiano storia e geografia e quello di matematica.

Fanno cose davvero fighe, ora in italiano sono concentrati sull’autobiografia, gli acrostici (sapete cosa sono? Io non lo sapevo, ma ora sono campionessa mondiale di acrostici, e sfido continuamente il povero pargolo), ovviamente per facilitare la conoscenza reciproca, viene favorita la creatività (e alcuni hanno fatto cose così incredibilmente creative che mi hanno lasciato senza parole) e fanno tanti approfondimenti davvero interessanti.

Non si è mai lamentato, nemmeno una volta, della sveglia alle 6.15, va proprio volentieri e già si muove agilmente per le vie cittadine.

Il bullismo: esiste?

Beh, purtroppo sì.

Noi siamo in una scuola privata e cattolica, dove fanno mille filippiche sull’inclusione ecc. ecc. , con regole rigidissime e sanzioni severe, eppure gli stronzi ci sono, come ci sono sempre stati ovunque.

Ieri sono andata a prenderlo e mi ha indicato uno: “quello la settimana scorsa mi ha detto che potevo anche stare nella scuola di paese e farvi risparmiare soldi, perché tanto sono un fallito” (bambino di un’altra classe, che nulla sa di lui peraltro). Io volevo andare a picchiarlo, ma non ha voluto (scherzo eh!).

Poi mi ha raccontato di un gruppetto di terza che aveva preso di mira un suo compagno “strano”: prese in giro, spintoni, dispetti, insulti classici alla madre. Alla terza volta un prof si è appostato di nascosto, li ha beccati in flagrante e sono finiti in dirigenza. Devono aver preso una cazziata storica fatto sta che ora aiutano il ragazzino in questione nell’aula di informatica e gli lasciano il posto quando sono tutti occupati.

Il bullismo c’è, ma per fortuna c’è anche l’attenzione dei prof, ovviamente spero che continui così.

La cosa negativa, è che loro – i figli- cambiano: parlano meno, raccontano meno. Ale mi ha sempre raccontato un sacco di cose, ora vedo che stenta, anche solo avermi detto del ragazzino che l’ha preso in giro con una settimana di ritardo non è da lui. Ma è normale, crescono, si stanno staccando dalla famiglia, noi dobbiamo solo drizzare le antenne e studiare i segnali.

Io lo vedo sereno, allegro, ride, è diventato molto più sicuro di sé, anche troppo a volte.

Altri problemi (fumo droghe ecc), per ora mi sento di escluderli, in tutta l’area della scuola è assolutamente vietato sia ai ragazzi che agli adulti, quindi una sola piccola folata di fumo verrebbe sentita a 10 km di distanza.

Cellulari e social alle medie?

Tutti hanno un cellulare e tutti hanno whatsapp, fatevene una ragione.

Ok, vostro figlio no, vostro figlio non si lamenta ecc ecc.

Boh, io preferisco che inizi ora, quando posso controllare tutto senza che gliene freghi nulla, piuttosto che dargli in mano una bomba a 16 anni quando ovviamente sbirciare la chat diventerebbe più fastidioso.

Per ora, è tutto sotto controllo: la chat è un profluvio di catene di sant’antonio, qualche richiesta compiti qui e là cui nessuno risponde, faccine e gift, stop.

Ho dovuto spiegargli un po’ di netiquette, perché lui tenderebbe a non rispondere alla compagna che lo saluta, a non ringraziare quando qualcuno gli manda le foto della pagina che ha chiesto.

Gli ho detto che se qualcuno mostra qualcosa di sè (il cane, il gatto ecc) è carino rispondere, mentre può scordarsi quelle stupide catene.

A scuola comunque si lascia spento nella cassettina sulla cattedra e si ritira prima di uscire, alla fine delle lezioni (anche a ricreazione non possono averlo).

L’amore ai tempi delle medie

Le ragazzine, mi dice, son sempre lì a tramare e a “fidanzarsi”, ma i maschi in prima sono ancora polli, e passano il tempo a giocare a calcio.

Quanto a lui, sono iniziati i primi “sai, piaci a una!”.

E quando io ho chiesto “dai! e chi è?”, lui:

“ah boh, mica ho chiesto”.

O è pollo o, come detto, non mi dice tutto ;-).

 

 

PS: Se siete interessati all’argomento medie ditemi cosa volete che si approfondisca!

 

 

 

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5 Comments

  • Più che interessata sono terrorizzata!!! Per come è il mio ragazzo la vedo grigia. Per fortuna, abbiamo ancora un anno e mezzo, conto che maturi un po’. Intanto sabato vado al primo open day, per iniziare a capire cosa offrono le scuole intorno a noi e magari cominciare a scartarne qualcuna….

  • Pur stasera ho incontrato una mia ex alunna della primaria che ora è in prima superiore. Ha frequentato la prima media nella scuola del paese e non si era trovata bene. Ha frequentato seconda e terza a Cagliari in una scie statale: rinata. Ha persino preso la borsa di studio. Altri alunni si sono trovati bene e hanno avuto lo stesso successo senza cambiare scuola. Ogni genitore deve vedere cosa è bene per il proprio figlio.

  • Insomma più o meno come ai miei tempi! 😁
    Mio figlio è in terza elementare ma già adesso sono consapevole che l’ingresso alle medie sarà un bel salto. Credo che, come in tutti i passaggi che riguardano i nostri figli, il nostro compito di genitori è quello di accompagnarli e aiutarli ad usare le loro ali, ovvero gli strumenti e le capacità che già possiedono.

  • Io sto iniziando a pensare alla Medie e sto cercando di chiarirmi i criteri più importanti per la scelta. Credo che questo sia il primo passo fondamentale. Mi conforta il fatto che non sia poi così tremendo: penso che noi genitori (e soprattutto mamme) siamo di solito spaventati da ciò che ancora non conosciamo! Scrivine ancora che ame interessa!! Cosi mi preparo!!

  • Appena finite le medie per la prima figlia e il mio giudizio è infine questo che riporto dal tuo post:
    “O ancora, hanno beccato una sezione fortunata. Oppure hanno la fortuna di avere figli che si tengono lontani dai casini.”
    una buona parte dell’esperienza dipende dalla fortuna: mia figlia è capitata in una brutta sezione, con compagni estremamente complicati e arroganti e ciò ha fatto si che avesse esperienza negativa. Poi grazie al suo impegno ha dato il massimo, ma questo non toglie che per lei sia stata una brutta esperienza, mentre per altre sue amiche, in altre sezioni, è stato bellissimo ogni ricordo.
    La scuola in sé presentava molti aspetti più che positivi, per cui farò in modo che il secondo figlio si ritrovi nella stessa sezione per avere la stessa classe di insegnanti, ma pregherò affinché vengano distribuiti i “peggiori” elementi tra gli studenti su più sezioni.

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