Ma questi bambini un papà non ce l’hanno?

didattica a distanza

Sono sempre più frequenti i commenti di questo tipo: “ma il papà?”, “ma tuo marito?”, “ma questi bambini un papà non ce l’hanno?”.

Ti sfoghi o semplicemente racconti un episodio o un pomeriggio o una giornata particolarmente impegnativa ed ecco il commento: ma il padre?

Parli di donne alle donne, lamenti di essere sfatta a causa di casa, figli, lavoro e frizzi e lazzi: ma scusa l’uomo?

Ecco il coretto delle pseudofemministe 3.0.

Pseudo, sì, perché questo è. Perché per me, per noi, l’uomo c’è, fa il suo, non si fa gli stracazzi suoi tutto il giorno, ma il fatto che lui esista e sia presente e faccia il padre non mi fa sentire leggera come una bolla di sapone che volteggia nell’aere, sapete?

Ma perché nel 2020 se parlo di me devo ANCORA specificare che il padre fa la sua parte?

E’ femminismo questo?

E’ parità?

Per me assolutamente no, io penso proprio il contrario.

Non è forse parità VERA POTER DARE PER SCONTATO che l’uomo faccia la sua parte senza doverlo specificare ogni volta che apro bocca?

E ci pensate mai che il padre magari c’è, ma sta facendo qualcos’altro? E questo fare qualcosa d’altro non significa che si stia facendo la segretaria sotto alla scrivania o che stia grattandosi le palle leggendo la Gazzetta dello Sport, non credete?

Se alla sera faccio i salti mortali per riprendere i figli ai diversi capi della città e lo racconto, posso farlo o per non ricevere commenti di questo tipo serve precisare che lo faccio io perché il padre dei miei bambini sta magari facendo nel mentre la spesa, attraversando la città a sua volta per tornare, dopo essersi fermato a pagare la mensa e a ritirare il gatto dal veterinario o dal commercialista al mio posto o a fare l’ISEE o varie ed eventuali?

Ma davvero?

Non mi capacito degli attacchi quotidiani di questo tipo a donne, noi comprese, sferrati da donne che si reputano femministe.

Femministe de che? Ragazze, siete indietro.

Questa forma di presunto femminismo è in realtà un modo, l’ennesimo modo, di attaccare le donne, di essere donne contro le donne e soprattutto di dare per scontato che le altre donne, tutte o quasi, siano donne stupide e inette, piegate a 90° al volere maschile.

Queste donne non ascoltano, non leggono, non si informano prima di aprire bocca, ma hanno un solo obiettivo: attaccare tutte quelle poverette che secondo la loro distorta visione delle cose non praticano e non propagandano la parità.

Peccato sia il contrario.

Questa sottospecie di femminismo è solo una (ennesima) forma (per di più stupida) di sessismo volta peraltro a screditare le altre donne, quelle che la parità davvero ce l’hanno nel DNA.

Ed è questo il punto.

Io parlo di me, parlo alle mamme, parlo di quel che sento, che provo, delle mie difficoltà come donna ed è esattamente questo che voglio fare.

Punto.

L’uomo è presupposto abbia fatto il suo, stia facendo il suo, non è proprio presa in considerazione una diversa opzione.

Forse non è chiaro, ma a me, a noi, del mondo maschile, dei papà, dei mariti, dei compagni, non interessa proprio quando si affronta un discorso tra donne.

Non si sta parlando con loro e soprattutto non si sta parlando di loro.

Gli uomini in questi discorsi neanche sono contemplati.

E perché?

Perché li ritengo superiori? No.

Perché li ritengo esenti dalle beghe familiari e filiali? No.

Perché li detesto? No.

Non è che io non li consideri perché sono una povera stronza sottomessa che stando in guepiere in ginocchio pulisce le scarpe al marito leccandone le suole al suo attesissimo rientro a casa.

No.

E’ che io esisto. Io sono una persona e ho la mia testa e la mia autonomia di pensiero, non ho bisogno di ribadirlo in ogni mia frase, in ogni mio pensiero e in ogni mia esternazione. E’ scontato che sia così.

Perché per me, nella mia famiglia, la parità E’ SCONTATA.

Non devo affermarla ad ogni cazzo di frase, commento e addirittura pensiero, perché è parte di me, del mio essere, della mia vita, della mia coppia e della mia famiglia.

Ma vi è mai venuto in mente?

Ma davvero è femminismo per voi oggi dover affermare ANCORA DI CONTINUO che il papà deve avere un suo ruolo? Presumere che questo uomo questo ruolo non lo eserciti già?

Ma non si era andate oltre? Perché tornare indietro?

Io capisco che ci siano coppie, ahimè tante, in cui il maschilismo impera e che sia importante parlare di questi temi, e infatti lo faccio, lo facciamo, di continuo pure, ma questo è un discorso diverso dal presumere che di uomini si debba sempre parlare anche e soprattutto quando si parla tra donne.

Piuttosto, ci sarebbe da chiedersi perché chi si professa femminista a suon di attacchi di questo tipo senta sempre così impellente la necessità incontenibile di parlare di uomini.

 

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