CoronaVirus e bambini in quarantena: davvero li paragoniamo ai cani?

confino covid bambini

In questi giorni di confino a causa della pandemia di Covid19, hanno spopolato gli articoli e i post su – a quanto pare – i grandi protagonisti di questa quarantena. I bambini.

Riviste di tutto rispetto come Wired hanno scritto che i grandi dimenticati – dalla gente, dai decreti del Premier Conte – sono appunto i bambini, ridotti a contare meno dei cani perché almeno i cani si possono passeggiare, mentre i bambini vanno tenuti in casa.

Impazzano blog, pagine Fb, account Youtube e profili Instagram in cui trovare attività da far fare loro. Disegno, quiz, yoga, cucina, qualsiasi cosa pur di tenerli impegnati, con conseguente sfoggio – sempre sui social, of course – delle attività proposte e delle supercazzole che siamo capaci di inventarci.

Con successiva condivisione di: ma a questi bambini chi ci pensa?

I bambini hanno bisogni primari, in particolare quelli più piccoli. Dormire, mangiare, giocare, stare coi genitori. Mi sono interrogata a lungo, quindi, su quanto fosse necessario questo bisogno di uscire, come i cani, per la passeggiatina. Esattamente per? Correre? “Stancarsi”?

Sì, ci sono bambini che hanno effettivamente più bisogno di darsi da fare, ma non so voi, in casa mia ci si è sempre dati da fare anche dentro quattro mura, perché i bambini posseggono un qualcosa che noi abbiamo dimenticato da tempo: la fantasia. Certo, fanno casino, urlano, saltano, disfano i letti e via dicendo. Ma il problema quindi è loro, o forse nostro e della nostra sopportazione?

In questi anni di maternità e di blog mi sono resa conto, e sempre di più, che spesso siamo noi a farci problemi. Siamo noi a doverli distrarre, ad andare nel panico perché non hanno abbastanza attività da fare. Pensate a quando sono neonati, soprattutto i primogeniti. Quante di noi hanno comprato ogni tipo di aggeggio per intrattenerli, la palestrina, la sdraietta, i giochi musicali, passandoli da una cosa all’altro che altrimenti si annoiano. Un giorno, siccome avevo avuto un primo figlio che sembrava richiedesse un sacco di attenzioni, mi sono detta: e se invece lasciassi perdere tutto e vedessi cosa fa?

Sì, la capacità di impegnarsi da soli la si insegna fin da neonati, anche se sembra strano. E funziona. I bambini capaci di annoiarsi sono quelli che non sono stati iperstimolati.

Mi fa un po’ sorridere che solo poche settimane fa, parlando di attività extra-scolastiche, si scagliassero tutte contro i “troppi impegni” dei bambini, ed oggi quelle stesse mamme passino il tempo a cercare di intrattenere questi bambini in ogni momento libero che hanno, quando poi devono pure lavorare da casa. Non è un controsenso?

Tornando quindi alla questione che affligge tutti, tanto da farne delle petizioni, convincere sindaci (come quello di Firenze) a concedere delle ore di libertà, vi dico la mia.

Tutti noi abbiamo bisogno di aria, di sole, di camminare. Penso agli anziani, che hanno realmente bisogno di muoversi per la loro salute. Mia mamma, abituata a camminare ogni giorno ma obbligata oggi a stare in casa COME TUTTI NOI.

Usate questo periodo di confino per insegnare ai vostri figli e per imparare voi per primi ad annoiarvi. A passare giornate a non fare niente (perché io non so voi, ma onestamente in settimana tra compiti e lavoro non c’è così tanto tempo, e quel che c’è lo si passa un po’ a giocare, un po’ a leggere, un po’ alla tv, un po’ in videochiamata con gli amici), a godere del silenzio, ad usare la creatività per sfogare le energie, soprattutto bambini non più piccolissimi.

State vicini ai vostri figli, e non avranno bisogno di molto altro. Ma dovete essere voi i primi a crederci, a capire che la vita non deve essere piena di cose da fare per essere bella. Che la più grande bellezza è essere insieme, in una casa, con abbastanza cibo e tutto il resto. Che poco importa se tutti noi dobbiamo rinunciare a qualcosa, bambini compresi.

Che i bambini non sono cani, e per fortuna.

Che a volte siamo proprio noi adulti a convincerci e convincere i nostri figli di certi bisogni essenziali, quando le cose sono molto più semplici di quanto si pensi.

Questo periodo passerà, e torneremo a fare passeggiate, a bere aperitivi e a fare tante altre cose. Ma magari avremo imparato ad avere meno bisogni di quel che pensiamo, e ci saremo convinti di poter semplicemente stare insieme a chi amiamo, senza bisogno di molto di più.

Almeno, io ve (ce) lo auguro.

More from 50sfumaturedimamma

10 falsi miti sulle mamme che lavorano

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinemailL’eterna diatriba… meglio la mamma che lavora o quella che “si...
Read More

9 Comments

  • Io sinceramente non capisco perchè ogni tot salta fuori il paragone tra bambini e cani. E’ una cosa veramente ridicola. I bambini qua, i cani là.. non lo capisco. E non solo durante la quarantena eh. Ogni tot.. ecco che qualcuno paragona i bambini ai cani. In questo particolare frangente, i cani devono uscire perchè ovviamente non possono fare i loro bisogni sul tappeto di casa, né si può insegnare al cane ad usare il wc. Mi pare ovvio. Gli umani devono in stare in casa, c’è poco da fare, se vogliamo evitare di ammalarci tutti e rischiare di morire tutti. I bambini hanno bisogno di uscire? Beh pure chi soffre di depressione, di claustrofobia, chi ha patologie e ha bisogno di camminare per mezz’ora al giorno etc.. ce ne sono di persone che avrebbero bisogno di uscire per salute. Allora andrebbe permesso a tutti, e si tornerebbe al punto di partenza. Tutti scleriamo a stare sempre in casa (anche io lo sto patendo), ma ora non ci sono altre soluzioni. Poi anche io mi stupisco… prima tutti a lamentarsi che i bambini sono troppo impegnati, hanno troppe attività etc.. adesso tutti a cercare mille attività con cui riempire tutto il giorno..?!

    • Non potrei essere più d’accordo con te.
      Onestamente anch’io non capisco il paragone e ti dirò di più, non capisco nemmeno la gente che usa i cani per uscire. Io preferisco stare in casa perché quando sono dovuta uscire poi mi sono sentita sporca, sarà stupido, ma l’idea di doverlo fare due volte al giorno mi metterebbe ansia. Perciò se avessi un cane, lo farei per carità, ma non ne sarei felice. Così non mi verrebbe mai mai in mente di portare in giro i figli in questo momento. Capisco che non siamo tutti uguali, ma ci è richiesto questo, punto. Come dici tu di persone che hanno anche più bisogno di uscire ce ne sarebbero molte, prima dei bambini…

  • Finalmente qualcuno che la pensa come me! Chi ha un tetto e uno figlio sano (o più), può pure smettere di lamentarsi per una situazione così incontrollabile e più grande di noi. Stare a casa tutto il giorno con i bimbi è più faticoso per noi più che per loro. Ma se smettiamo di lamentarci e capiamo l’importanza di questo periodo di chiusura forzata, riusciremo anche ad apprezzare questa stanchezza serale, che però è davvero ripagata dalla gioia di un bimbo che finalmente non deve correre da una parte all’altra e ha mamma e papà tutti per sé. Almeno per un po’. Poi sarà sì bello ricominciare ma magari con un ritmo più lento e meno frenetico.

    È chiaro che chi ha situazioni svantaggiate non può applicare le stesse considerazioni. Ma chi invece semplicemente sta a casa e in salute, può lamentarsi meno. Spegnere la TV (perché ci si lamenta anche dell’angoscia dei bimbi a sentire queste disastrose notizie.. Spegnete la tele!!!) e sedersi per terra a farsi trasportare dall’infinita fantasia dei nostri bimbi. Loro sì che sanno insegnarci come adattarsi a nuove necessità.

    Ciao! Francesca

  • Ma secondo me la questione é che non tutti hanno la fortuna di una casa con spazi adeguati ai bambini, quindi questi bambini costretti in piccoli appartamenti senza sbocchi all’esterno, avrebbero bisogno di un po’ d’aria e spazio. Io mi sento fortunata perché le mie figlie hanno la loro cameretta dove possono giocare liberamente e la terrazza dove prendere un po’ di sole. Loro non hanno bisogno d’altro e, in effetti, non ho nemmeno tempo di far fare loro le attivitá suggerite dalle maestre, perché si intrattegono con giochi che inventano loro, e stiamo parlando di 2 bambine de 3 e 4 anni e mezzo… ma, ripeto, siamo privilegiati.

    • Io mi ritengo privilegiata per tante cose (salute nostra, della mia mamma, di mia suocera, lavoro sicuro) ma non certo per dove vivo.
      Condividiamo 70mq in 4, le mie figlie hanno 8 e 10 anni quindi “occupano spazio”, viviamo al quarto piano di una palazzina e abbiamo finestra solo sull’interno, che danno sulle finestre degli altri. Per aprire una finestra devo mandare il gatto da un’altra parte sennò mi salta di sotto. Mio marito è in call dalle 8 alle 19 ogni giorno tranne il weekend.
      Eppure mi sento fortunata lo stesso perché una casa ce l’abbiamo, amiche delle mie figlie che vivono in comunità e devono stare in sei (una famiglia) chiusi in una stanza. Torneremo a correre, per adesso apro le finestre (gatto permettendo, pure a lui piace l’aria), metto la musica e balliamo.

    • Beh ma anche qua è questione anche di scelte. Io sento gente lamentarsi perchè ora sono in 5 in 50 mq e non possono uscire. Beh scusate, sarò impopolare, ma io 3 figli vivendo in 50 mq non li avrei mai fatti a prescindere! Non lo ritengo uno spazio adeguato per viverci in 5 persone e non avrei mai costretto 3 figli a vivere in uno spazio così ristretto, indipendentemente da quarantene varie. Adesso lamentarsi che si è stretti in poco spazio e non si può uscire non ha senso.

      • Non sono per niente d’accordo. I prezzi delle case variano molto a seconda della zona, ma soprattutto le case non sono fatte per passarci 24/24 ore 7/7 giorni. Si può vivere in spazi più limitati una vita normale. Sai quanto costa una casa al metro quadro dove vivo io? Tra i 10 e i 15k euro a seconda dei quartieri, nel mio sui 12/13. Ma il lavoro è qui. Per me 70mq vanno più che bene per avere una vita dignitosissima, ma non avevo previsto di rimanere rinchiusa in casa per settimane (e nonostante questo, a me va bene comunque, non chiedo di uscire).
        Purtroppo le variabili sono molte e se si vive in 50mq in 3 magari c’è un motivo, non sono i mq a fare la felicità di una famiglia.
        Tra l’altro ripeto, dove vivo io vivere in 4 in 50mq è cosa abbastanza comune. Molti miei conoscenti italiani si scioccano di me che vivo in 70… mi fa molto sorridere, onestamente. Soprattutto considerato quanto tempo passiamo in casa a cose normali.

        • So bene quanto costano le case, anche dove vivo io le case non sono economiche per nulla, e infatti nemmeno io ho una casa grande. Ma non mi viene manco in mente di fare 3 figli per farli stare in uno spazio ristretto. Per me non è uno spazio adeguato a starci in 5 persone, a prescindere dalla quarantena e dal fatto che ovviamente normalmente non si vive in casa 24 ore al giorno. Perdonami ma che sia una cosa comune non significa necessariamente che siano spazi adeguati e che tutti ci stiano bene.. anche a casa di mia nonna 60 anni fa vivevano in 10 persone in 3 stanze allora che vuol dire.. ma mia nonna mica era contenta. Che non siano solo i mq a fare la felicità ovviamente no, ma posso dire che io da ragazzina ho patito tantissimo non avere uno spazio adeguato per me in casa (nonostante in casa mia ci fosse affetto e amore eh), e a sentire alcune mie amiche, pure loro hanno patito tanto crescere in spazi piccoli, e non mi sognerei mai di mettere 3 figli in 60 mq. Poi comunque 70 mq in 4 come dici tu, è già una cosa diversa da 5 in 60 mq! (Ovviamente sto parlando di casi in cui si ha un lavoro e si può pianificare l’avere figli etc , prima che qualcuno tiri fuori situazioni di disagio sociale, di rifugiati etc..non è a queste situazioni che mi riferisco)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.