Didattica a distanza: come procede (male), come dovrebbe procedere, se ci dessimo tutti una svegliata

Per molti ragazzi è quasi un mese che la scuola è chiusa, per tutti è chiaro che non si riaprirà il 3 aprile, probabilmente neanche dopo Pasqua, e qualcuno è già rassegnato a non rientrare del tutto, per quest’anno scolastico.

E’ evidente quindi che la didattica a distanza è fondamentale.

Ma cosa si intende per didattica a distanza?

Finora per molti insegnati, specie della primaria, il tutto si è risolto con compiti da inviare settimanalmente e adios, fine.

Nessuna correzione, nessun passo avanti, nessun contatto.

Così non va bene, è ovvio.

Sono insorte le mamme, è intervenuto anche il MIUR: no, non si intende questo per didattica a distanza.

E’ infatti stato specificato che bisogna

 continuare a perseguire il compito sociale e formativo del “fare scuola”, ma “non a scuola” e
del fare, per l’appunto, “comunità”. Mantenere viva la comunità di classe, di scuola e il senso di
appartenenza, combatte il rischio di isolamento e di demotivazione. Le interazioni tra docenti e studenti
possono essere il collante che mantiene, e rafforza, la trama di rapporti, la condivisione della sfida che si
ha di fronte e la propensione ad affrontare una situazione imprevista.

Fondamentale a livello psicologico, innanzitutto.

Il mio grande, prima media, ha iniziato le videolezioni il lunedì (scuole chiuse il giovedì precedente).

Erano -e ahimè sono ancora- due ore massimo al giorno, ma sono FONDAMENTALI.

I ragazzi si riuniscono prima delle lezioni, chiacchierano, ridono, si ritrovano.

Il piccino non ha mai visto nè sentito nessuno della sua classe per tre settimane. Ieri hanno fatto 10 minuti di saluti, 4 bambini per volta.

Li ho visti a disagio, imbarazzati.

Sono piccoli, certo, ma è anche la prolungata assenza ad averli bloccati.

Ma ovviamente, inizia ad essere fondamentale anche procedere nel programma.

Se il grande va avanti, il piccino NO.

Ho fatto un confronto con il quaderno di terza elementare di suo fratello, siamo indietro di un mese e mezzo circa.

Potrei (e vorrei) insegnargli io, seguendo i quaderni di Ale non sarebbe difficile, ma a che pro, se gli altri restano indietro?

Il MIUR ha precisato

Dall’altro lato, è essenziale non interrompere il percorso di apprendimento. La declinazione in modalità
telematica degli aspetti che caratterizzano il profilo professionale docente, fa sì che si possa continuare a
dare corpo e vita al principio costituzionale del diritto all’istruzione. Ma è anche essenziale fare in modo
che ogni studente sia coinvolto in attività significative dal punto di vista dell’apprendimento, cogliendo
l’occasione del tempo a disposizione e delle diverse opportunità (lettura di libri, visione di film, ascolto di
musica, visione di documentari scientifici…) soprattutto se guidati dagli insegnanti. La didattica a distanza
può essere anche l’occasione per interventi sulle criticità più diffuse

Non è pensabile che perdano 3 mesi di scuola, così, puf.

Resterebbero lacune incolmabili.

Maestri, professori, vi prego intervenite,  e fatelo adesso.

Videolezioni on line, in streaming o registrate, ma fatevi vedere e sentire!

Lo so, non tutti hanno accesso ad un pc, ci sono famiglie con 3 figli o più, ma bisogna provarci, bisogna fare il possibile e anche di più.

Le mamme nel frattempo, sono stremate.

Un figlio ha compiti che arrivano a caso, un altro con compiti il venerdì da spalmare su tutta la settimana (e dobbiamo farlo noi se i bambini sono piccoli, non si può pretendere che sappiano organizzarsi da soli: pensate a chi ha 3 figli e pure un lavoro)

Perchè non provare a suddividere voi maestri già per giornate?

Ok mandare una volta a settimana, ma dateci un’idea di come spalmare il lavoro per ricordare le giornate di scuola.

Non riuscite a fare dirette con bambini di 7/8 anni?

E registratele vivaddio!

Non sarà la stessa cosa, ma voi spiegate l’analisi grammaticale, noi faremo il resto.

O devo mettermi io (non stipendiata) a insegnare nomi e articoli? Ma perchè???

Se ancora non riuscite (ma vedete di imparare, è riuscito mio padre a 75 anni a fare una diretta, potete farlo anche voi suvvia) almeno dateci dei link per andare avanti con gli argomenti, qui non ne possono più di fare pensierini sulla primavera e addizioni e sottrazioni.

Ok, metteteci pure schede da stamapre, ma considerate che non tutti hanno una stampante.

E non tutti hanno i libri di testo, alcuni li hanno lasciati a scuola non immaginando quanto è poi accaduto, meglio mettere anche il pdf della pagina.

Genitori, facciamo la nostra parte: se non avete una stampante COMPRATELA.

Per la maggioranza dei genitori non sono 40 euro una tantum a fare la differenza. Ci sono stampanti con abbonamento toner incluso e gratuito per un tot di mesi, ad esempio questa HP. Non creiamoci problemi aggiuntivi.

Se avete problemi chiedete ai rappresentanti, ma non scambiateli per tecnici informatici: non funziona la connessione? Chiedete all’amica, al marito, all’amante, ma lasciate in pace la rappresentante!

Qui la faccenda è lunga, dobbiamo tutti darci una svegliata, ma in primis, scusate, gli insegnati e soprattutto quelli della primaria, che da quanto sento sono i più fermi.

TROVATE IL MODO E TROVATELO IN FRETTA!

Nel nostro gruppo facebook leggevo di scuole di paese che garantiscono 20 ore a settimana di videolezioni: vi invidio, tanto.

Noi ne abbiamo 10 scarse, e già sono vitali, per i motivi che ho detto sopra, ma anche perchè in quelle due ore io potrei fare altro (se non dovessi fare la maestra del piccolo): ad esempio LAVORARE. Perchè scusate ma io non ho uno stipendio a fine mese se non faccio il mio lavoro e in queste condizioni non riesco a farlo.

Nel nostro gruppo abbiamo iniziato ad elencare video utili alla didattica, ma posso dire che trovo assurdo che dobbiamo cercarceli da soli?

Non so in che modo mio figlio potrà recuperare oramai quasi due mesi di programma arretrato, ma so che se non si riprende in fretta sarà un disastro.

 

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3 Comments

  • Da mamma e rappresentante ti dico che ho la fortuna di avere sia in 3 elementare che in 1 maestre che si sono da subito attivate per video, audio etc. Dall’altro lato ho visto ostruzionismo dai genitori per la poca voglia di mettersi a gestire o comprendere i sistemi informatici a loro disposizione. Sul serio, alcuni genitori sono memo smart dei miei genitori che han capito come funzionano molte piattaforme tipo classroom.
    Non sempre è colpa della scuola, che tra l’altro si adegua alla situazione di volta in volta.

  • Anche noi che abitiamo in un piccoli paese vicino a pisa siamo stati fortunati. Mi figlia frequenta la prima elementare.
    Le insegnanti seppur non giovanissime si sono subito attivate. L’ ultimo giorno di scuola immaginando cosa sarebbe accaduto hanno caricato tutti i libri nello zaino dei bimbi.
    Da subito attivato il registro elettronico c’e’ stata una prima settimana di adattamento sia per noi che per loro, poi ci siamo settantenni questo modo loro carivanpnil venederdi sera i compito di ogni materia spalmato i sulla settimana in modo da dare un’ organizzazione alla giornata, con qualche compito facoltativo per i più veloci. Allegano materiale didattico tipo schede o esperimenti di scienze che eseguono sia i bimbi che gli insegnanti in modo da poterli confrontare. Per inglese e letteratura consigliano video su you tube caricato su una playlist condivisa. Disegni da fare ecc… noi il fine settimana scannerizziamo e fotografiamo quanto fatto e giriamo tutto per mail alle maestre che correggono i compiti e danno consigli. Una volta alla settimana videoconferenza con meet con bimbi e maestre per farsi un saluto e piccole lezioni giusto per non perdere il contatto. Non è facile ci vuole impegno ma se tutti si collabora ne può uscire qualcosa di buono e credimi io sono tutto tranne che una mamma tecnologica.

  • Mah.. io ho tre figli: prima media, quarta e prima elementare. Un lavoro che ora è telelavoro. Una casa da mandare avanti. Un marito che lavora non da casa. Non ho un giardino, solo un terrazzo.
    Sono in Lombardia.
    Questa esperienza della scuola a distanza mi ha molto provata. Tanto che un giorno sono crollata e non sono riuscita a smettere di piangere per un’ora di fila. E menomale che l’ho fatto.
    Alle medie, mia figlia ha visto l’insegnante prevalente (italiano-storia-geografia) con il contagocce. Nelle prime settimane ogni professore è partito usando strumenti diversi, tanto che praticamente bisognava fare la caccia al tesoro per sapere quali erano i compiti da fare. Il famoso registro elettronico, sempre usato dai prof prima del lockdown, improvvisamente non era più il riferimento (e non lo è anche adesso). Un’insegnante mi ha pure chiamata al telefono per sapere perché mia figlia consegnava i compiti in ritardo. E io le ho buttato addosso tutta la mia frustrazione.
    Il mezzano ha fatto una media di un’ora di videolezione alla settimana (si, alla settimana), che nelle ultime tre settimane è stata elevata a tre ore alla settimana.
    Non parliamo poi del piccolino: un’ora di chiacchiere alla settimana, che poi sono evolute in chiacchiere e pseudo interrogazioni. Mio figlio è timido e al pc parla pochissimo, anzi non vuole nemmeno attivare la telecamera. Un disastro.
    Ci sono stati fortunatamente degli insegnanti che si sono adattati alla situazione e si sono organizzati. Ma purtroppo non è la normalità. Io temo che questa situazione avrà molti strascichi nel prossimo anno scolastico e sono preoccupata soprattutto per la socialità dei miei figli e per il loro benessere mentale, oltre che per le lacune che irrimediabilmente accumuleranno.
    Fortunatamente i miei figli non faticano a scuola, ma comunque si ritroveranno in classi che sono rimaste indietro. E visto che la scuola italiana sta sempre e solo passo degli ultimi, credo che le lacune si allargheranno a macchia d’olio.
    Mi chiedo anche che cosa stiano facendo gli psicologi che fanno servizio nelle varie scuole.. Boh

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