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La smartworker
La smartworker mette la sveglia alle 6 per poter lavorare in pace almeno 2 ore.
Alle 6.05, mentre sta per sorseggiare la prima Moka di caffè, si sveglia il primo figlio. Non riesce a finire la frase con cui lo minaccia di tripla dose di compiti se non torna a letto che si è svegliato anche il secondo.
Il caffè è freddo, il figlio grande vuole le fette biscottate con il burro, il piccolo i biscotti con il latte caldo, il grande si incavola perché lui il latte lo beve freddo.
Mentre i due si spintonano si rovescia il latte, pulisci, sbraita, minaccia metti in lavatrice la tovaglia e sono già le 8.
Lei ha scritto due righe dell’atto che deve preparare entro le 12.
Prova a telefonare e “mamma mi scappa la cacca”!
“mamma l’ho fatta!”
Alle 9 iniziano le video lezioni, bene, due ore di pace!
“mamma si è bloccato! Mamma non sento, mamma si è chiuso!”
La mamma smartworker segna le X sul calendario come i carcerati.
Finirà la quarantena alcolizzata e con un paio di figli in meno.
La casalinga ritrovata
E’ una di quelle lavoratrici che non può fare smartworking.
Non le pare vero di avere del tempo!
E quindi si mette a fare le pulizie di primavera, il cambio armadi, a tinteggiare e a sfornare torte, pane e pizze.
Alla sera è isterica perché non ha avuto neanche tempo di sedersi, ha piazzato i figli davanti alla tv, è più stanca di quando lavorava fuori casa
Finirà la quarantena chiedendosi come qualcuna possa davvero scegliere di fare la casalinga.
La cuoca
La cuoca, avendo finalmente tanto tempo a disposizione, pensa che può per una volta cucinare qualcosa di diverso dai ravioli pronti e sofficini.
Così la mattina si mette a impastare il pane, alle 10.30 sobbolle il ragù, alle 14 sta impastando la pizza, alle 15 si fa merenda con pane caldo e salame, alle 16 con la torta carote e mandorle, alle 17 inizia a preparare i cornetti sfogliati con 13 ore di lievitazioni, che vanno piegati ogni 3 ore, notte compresa, alle 20 la pizza, alle 22 la torta ricotta e cioccolato.
Finirà la quarantena con 30 chili in più e un blog di cucina.
La riempitempo
La riempitempo ha il terrore che i figli si annoino, che non apprendano, che si atrofizzino
E quindi sta tre ore su facebook a cercare lavoretti da fare con i figli, due su youtube a cercare video sull’analisi grammaticale, poi altre tre a cercare corsi di yoga con bambini e percorsi divertenti da creare in casa per farli correre e stancare.
Alla fine arrivano le 7 di sera, i bimbi si son arrangiati da soli tutto il giorno: mamma, oggi ci siamo divertiti tantissimo!
L’ansiosa
L’ansiosa è terrorizzata dal Coronavirus.
Sta collegata ai tg dalle 8 di mattina, disinfetta le zampe del cane, immerge figli e insalata in amuchina, tiene la spesa tre giorni sul balcone e poi la disinfetta, tiene la mascherina anche in casa e non apre la finestra per paura del virus.
E’ in ansia perchè i figli non escono, non prendono il sole, rischiano il rachitismo, non fanno scuola, si spaventano per la situazione, resteranno traumatizzati per l’isolamento, la reclusione, le notizie negative (eh, se tieni la tv accesa sui notiziari dalla mattina alla sera può essere in effetti).
Finirà la quarantena tra lexotan e valeriana.
La mai contenta
La mai contenta si lamentava perchè non aveva tempo, ora si lamenta perchè non ha tempo o perchè si ne ha ma non il tempo che intendeva lei.
Si lamentava che non poteva mai stare davvero con i figli, ora si lamenta perchè si, ci sta, ma vuoi mettere, non è come uscire, andare al parco, a visitare qualcosa.
Si lamentava perchè non poteva mai cucinare, ora si lamenta perchè sta sempre a cucinare.
La lamentosa finirà la quarantena come l’ha iniziata: lamentandosi.
La fancazzista
La fancazzista ha trovato il Bengodi: può non fare una beata minchia e le si fanno pure i complimenti.
Si svacca sul divano alle 10 di mattina (quando si sveglia) , nel frattempo i figli hanno fatto colazione con quello che hanno trovato. Poi in 5 minuti distribuisce i compiti e torna a leggere, guardare serie tv, sonnecchiare, cucina se ne ha voglia, la sua attività fisica è passare dal letto al divano.
Ascolta musica, legge libri, legge favole, si gode il tempo senza sensi di colpa.
Finirà la quarantena con un certo dispiacere: resterà fancazzista come prima, ma senza approvazione sociale, peccato.
La sportiva
La sportiva si sveglia con il saluto al sole, prosegue con la lezione di yoga su zoom, corsetta intorno al soggiorno, su e giù quattro volte dai 7 piani del condominio, 1 ora di stretching addominali.
Insalata a pranzo e poi yoga con i figli, pilates, meditazione, addominali e un po’ di fitbox per scaricare la tensione.
La riconoscerete senza alcun dubbio sulla spiaggia quest’estate (ammesso che ci si possa andare).
L’accaparratrice
L’accaparratrice a gennaio ha comprato 4 scatole da 100 di mascherine perchè non si sa mai.
Poi ha comprato 7 confezioni da mezzo chilo di lievito perchè ha letto che non sio trova, ma lei l’ha trovato e quindi lo prende tutto.
Prende anche 15 confezioni da 20 di carta igienica perchè ha letto che in USA va a ruba, quindi loro ne sanno, meglio farsi furbi.
Sente che in certi posti scarseggia il sale e via carrelli di sale.
Poi non importa se non è mai uscita di casa e non usa mascherine, se non ha mai fatto una pizza in vita sua, e se mangia scondito per la ritenzione.
Lei intanto ha la dispensa piena e voi no.
Lei è furba.
E finirà la quarantena scema ed egoista come la ha iniziata.
La maestra
La maestra è l’incubo dei figli.
Alle 6.50 suona la sveglia, perché non si deve perdere la regolarità.
7.50 iniziano le lezioni. E non importa se le maestre hanno attivato la didattica a distanza, per lei non sarà mai sufficiente.
Confronta il programma con quello degli altri anni, e recupera, recupera, recupera.
Fa dettati, assegna letture, analisi grammaticale e logica.
Fa interrogazioni e verifiche con tanto di voto e relative punizioni.
I figli possono guardare solo documentari di approfondimento o film storici.
I figli fanno le x sul calendario perchè non vedono l’ora di tornare a scuola.
Sono la smartworker, ma mi piacerebbe essere la casalinga ritrovata, senza isteria serale però.
Manco io: la mamma che lavorava e continua a lavorare anche in quarantena, come biologa prima non mi si filava nessuno adesso a quanto pare si sono accorti che la ricerca è indispensabile, lasciando il figlio a casa a fare lezione on line e sperando che guardi lo schermo del PC e i libri invece della PlayStation. Poi torna a casa fa quello che ha sempre fatto in casa. È un po’ più riposata perché non ha da portare il figlio alle mille attività sportive e non come prima e se non fosse che deve circolare con una risma di autocertificazioni
in macchina tutto sommato non noterebbe quasi la quarantena. Finirà la quarantena andando a lavorare cosi come l’aveva iniziata ma più consapevole di quanto sia bella la normalità
Smartworker presente con un po’ di giada perché i cantieri non possono essere smart… Alla fine almeno non avrò l’ansia x possibili contagi e tanto apprezzamento x la normalità (sogno un caffè al bar, anche a 2 m di distanza)
Se io sono stata l’esatto mix delle prime 4 tipologie secondo voi è problematico??? 🙂