Le cose che i genitori hanno odiato di più della Didattica a Distanza (o DAD)

didattica a distanza
  1. La linea

I “mi senti?” “Mi vedi?” “vedo ma non sento!” “maestra sento male!” “maestra sento ma non vedo!” “la voce era a scatti!” “non ho sentito!” “chiudete i microfoniiii” ce li ricorderemo finchè campiamo.

Quando il piccolo ha videolezione ogni volta, ogni santa volta, salta la linea.

Ma perché solo a te, mannaggia la miseria, e al grande mai niente?

Sguardo diabolico suo: “ nooooo, sei tu?? Chiudi tu la connessione??!!”

Nega ma lo sguardo diabolico e il mezzo sorrisino perculo resta. Decido che è meglio non sapere, in fondo manca poco più di una settimana.

  1. La scuola 24h/24

Almeno per chi ha due figli o più, la scuola non ha più un inizio e una fine.

Inizi la mattina cercando di raccapezzarti tra le varie attività: lezione di uno, compiti dell’altro, poi c’è il tema, poi devi consegnare il compito del piccolo, devi fare la foto, dopo due ore ti accorgi che non si è caricata, recupera il quaderno, intanto inizia la lezione, il grande deve fare esercizi di motoria e filmarsi, tu cerchi di lavorare, ma niente, arrivano 110 messaggi di classroom, e i bastardi arrivano due volte, via mail e via notifica classroom:

“scadenza matematica domani ore 9″

“commento privato maestra”

“commento privato Nicole”

“corso cancellato”

“corso aggiunto”

“corso modificato”

E questo non stop, 24h/24 sabato e domenica inclusi.

  1. L’organizzazione

Il grande ha lezione alle 8.30, il piccolo dorme ancora, si sposta il piccolo nella nostra camera, poi però non può più entrare per due ore, quindi se ti dimentichi i vestiti sta in mutande fino all’intervallo.

Intanto il grande fa lezione con gli scuri ancora chiusi, i letti sfatti e i vestiti ovunque. Lo minacci attraverso la porta di dare una sistemata. Il secondo deve iniziare i compiti, ma per quanto ti sgoli non succederà mai una volta che si sia organizzato: metà delle cose è senz’altro rimasto in camera.

Allora bussi, quello spegne telecamera e microfono che sia mai i compagni sappiano che hai una famiglia, prendi quello che serve, esci, consegni il libro “non ho la matita”, toh questa penna, no questa no, voglio la mia matita, urli, strepiti, ribussi, rispegne telecamera e microfono, rientri, prendi la cazzo di matita, riesci.

10 minuti dopo la prof ti scrive “alessandro disattiva spesso la telecamera, le ricordo che la partecipazione sarà oggetto di valutazione”.

Imprechi.

Quando la giornata dovrebbe essere finita iniziano le lezioni del piccolo, ma a piccoli gruppi divisi, mentre un gruppo fa italiano l’altro fa matematica, quindi io regolarmente entro in quello di italiano se ha matematica, in quello di inglese se ha storia e via così.

Avrò il premio di miglior stordita della classe.

Sono tornata al lavoro da un mesetto, ieri, consapevole che sono sempre più ignoranti e selvaggi, son stata a casa per seguirli un po’ meglio.

La sera alle 7 mi frulla in mente qualcosa, sapete quando avete una brutta sensazione ma non sapete perché?

Poi si accende la lampadina: ho scordato le video lezioni del piccolo! Praticamente l’unico giorno che sto a casa ci si scorda del tutto le lezioni, meglio se lavoro và.

  1. La tecnologia

Uno usa classroom, uno pure ma i compiti vanno mandati via mail, mandi via mail e ti risponde la maestra che c’è classroom, ops hai confuso le classi.

Stampi il pdf e la maestra ti dice che c’era il documento google e che bastava compilare quello.

Prima non serviva mandare i compiti, poi capiscono che i bambini se ne sbattono alla grande e cambiano rotta: mandare tutti i compiti.

E così passi 3 ore al giorno a far foto e a caricarle su classroom, che ci mette circa 10 minuti a caricare una singola foto. E tu ne hai  25.

Il piccolo non ha tutti i libri, quindi li abbiamo sulla piattaforma on line “bambinofelice.caz”: la password deve essere di 12 caratteri, di cui 2 numeri un carattere speciale uno maiuscolo.

Il grande idem, ma ha le materie scientifiche su “saroungenio.it” (pw 8 caratteri, no maiuscole, sì numeri e caratteri speciali)  quelle di italiano su “futuroleopardi.com” (pw anche 6 caratteri, sì va bene anche “sonoio”, tanto basta che ti iscrivi).

Ho un’agenda con 112 password, e le sbaglio e dimentico comunque tutte, perché ogni volta resetto e scordo di segnare quella nuova.

Intanto il grande deve filmarsi a ginnastica: mamma vieni a filmarmi, devo fare 100 salti alla corda, il percorso con gli ostacoli, il salto in alto e quello in lungo, ma serve in risoluzione a 600 e timelaps a 12:90 con interval 0.2 sec.

Ehhhh????

Nel frattempo segnali alla prof che purtroppo la mattina non si riusciva a connettersi a meet, la prof risponde “mi dispiace ma è la terza assenza di Alessandro, devo tenerne conto in pagella”

A dire il vero mi dice che è la prima…

“Oh scusi, ho sbagliato riga”

I problemi non sono solo nostri, se non altro.

E per fortuna che prima del lockdown avevo comprato la stampante con ricarica in abbonamento (di cui 6 mesi gratuiti, se la Canon fallisce sapete di chi è la colpa)..

  1. I compiti

Di compiti ne abbiamo già parlato, sorvoliamo sui “ dopo, c’è tempo, oggi no, non ho il libro, non ho la matita, non ho il temperino, non era per oggi, questo no, giuro che domani”.

Il bello è che per dare pepe i prof si sono inventati cose divertentissime tipo:

Fare la carta riciclata per tecnologia

Figo penserete.

Peccato che va costruito un telaio, anzi due, uno con una specie di zanzariera ma in metallo (tagliadita), l’altro che combaci perfettamente, va messa a bagno la carta vecchia, va frullata, va messa la colla, va filtrata, se non la volete grigio topo serve un colorante, compra la barbabietola, magna la barbabietola.

Insomma, una gran rottura di palle.

Poi c’è il contest di fotografia sulle riproduzioni dei quadri celebri, c’è il disegno per la festa della pace, c’è il racconto sulla quarantena, c’è il lavoretto per la festa della mamma del papà e tra un po’ pure dei nonni.

(Ho deciso che non voglio lavoretti, tanto mi toccava farmeli, le maestre capiranno).

Infine, tremate: le ricerche.

Su tutto, religione le fa fare su  Mosè, Indù, film vari, pure su Pollon tra un po’.

Ginnastica, prima di scoprire i filmati di esercizi in timelapse 6:12 o quello che è dava ricerche: basket, pallamano, pallanuoto, pallavolo.

Geografia ha dato ricerche per ogni regione italiana + powerpoint su una a scelta.

Ora, le ricerche potevano essere utili ai nostri tempi, anni 80/90, si andava in biblioteca, si cercava, figo, a me piaceva.

Adesso.

Ale hai fatto la ricerca sul basket?

Sì, ovvio.

“La pallacanestro, conosciuta anche come basket (AFI: [ˈbasket][1]; abbreviazione del termine in lingua inglese basketball), è uno sport di squadra in cui due formazioni di cinque giocatori ciascuna si affrontano per segnare con un pallone nel canestro avversario, secondo tante regole prefissate e con un punteggio che varia dalla posizione di tiro.

Nasce a Springfield (una cittadina statunitense) nel 1891, grazie all’idea di James Naismith[2], medico ed insegnante di educazione fisica canadese. Dalla fine del XIX secolo, il basket si è diffuso in tutto il mondo, grazie all’attività propagandistica della Federazione Internazionale Pallacanestro, fondata nel 1932[3]. È uno sport olimpico dalla XI Olimpiade, che si tenne a Berlino nel 1936”.

Mhh, apro google, digito  pallacanestro: “la pallacanestro, conosciuta anche come basket (AFI: [ˈbasket][1]; abbreviazione del termine in lingua inglese basketball), è uno sport di squadra in cui …..”

Ale ma porca di quella miseria, ma è ovvio che non devi copiare da Wikipedia no?

Scendi almeno alla quarta pagina se vuoi sperare che il prof non abbia altre 23 ricerche uguali!

6. I figli

L’ultimo grave problema sono i figli.

Figli svogliati, ignorantelli, dispettosi (buttarsi fuori dalla chat è il lanciarsi le palline di carta 2.0).

Come diceva una saggia vignetta che girava nelle scorse settimane grazie alla DAD abbiamo finalmente capito che il problema forse non era la scuola ;-P

(- 7 all’alba)

Written By
More from Morna

L’istinto di una mamma. Di DSA, disgrafia & co.

Share this...FacebookPinterestTwitterLinkedinemail Quando una mamma pensa che in suo figlio c’è qualcosa...
Read More

2 Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.