Tutto quello che mi ha negato la quarantena

coronavirus quarantena

Da otto settimane mi ripeto che questo periodo dovrebbe insegnarci qualcosa, o far venire i nodi al pettine. Che è un momento da cui prendere il meglio, il tempo coi figli, il tempo in coppia, i pranzi insieme, le mani in pasta, le serie tv fino a tardi, le sveglie tranquille, il riposo, a volte. Poter restare semplicemente senza fare niente, perché non c’è niente da fare. Questo periodo ci ha regalato infinite chiamate video con persone a cui non telefonavamo mai, ci ha fatto scoprire le lezioni di zoomba online, ci ha permesso di fare cose che rimandavamo da tempo perché c’era sempre qualcos’altro da fare. E ora non c’è.

Già, tutto vero. Però poi ci sono giorni così in cui più che vedere cosa mi ha regalato questa quarantena, vedo quello che mi ha negato. Tutte quelle cose che avrei dovuto, potuto, voluto fare e invece non ho fatto. Otto settimane della mia vita che sono passate così, senza che quasi me ne accorgessi, una routine che però sembra un lontano ricordo: solo a me sembra che fosse ieri, eppure che tutto sia al tempo stesso così lontano?

Cosa mi sono persa a causa della quarantena

Una mattina, guardando Instagram, mi sono accorta di essermi persa la primavera. Mi sono accorta di aver perso la fioritura dei ciliegi e delle magnolie, di non aver raccolto petali con le mie figlie, di non aver fotografato niente in giro per la città. La primavera, quel periodo così bello eppure così effimero, temporaneo, sfuggente, mi è sfuggita davvero. Mi è passata accanto senza che potessi vederla, non so nemmeno se si sia fermata perché io ero rivolta dall’altra parte, chiusa in casa come mi hanno detto di stare.

Perché io non sono mai uscita, a parte due volte per la spesa.

Mi sono persa le chiacchierate con le mie amiche. Quelle di corsa al mattino, quelle all’aperitivo, quelle a cena. E a niente è valso scambiarle con quelle virtuali, perché quando hai bevuto quel bicchiere insieme e poi ti sei messa alla finestra a fumare una sigaretta guardando la città che si muove di fronte a te, mentre gli altri parlano poco più in là, i bambini giocano in un’altra stanza, e tu ti confidi cose che non avresti mai detto, ecco quando è così non è che puoi rimpiazzare tutto con uno schermo.

Mi sono persa la mia bici. La guardo dalla finestra mentre il telo sventola e la scopre un po’. Amo profondamente la mia bici, che non solo mi permette di spostarmi, ma pure di sfogarmi, di ammirare, di faticare, di sentirmi libera. Mi manca la libertà di poter andare dove voglio. La quarantena mi ha negato la libertà di poter andare dove voglio.

Mi sono persa due viaggi già programmati. Uno era il mio regalo di compleanno dell’anno scorso, uno era il weekend del mio compleanno. Me li sono persi e nessuno potrà mai ridarmeli. Li ho guardati andarsene cancellati dalle mail delle compagnie aeree, sapendo che non torneranno più. Forse li faremo, ma non importa: la quarantena mi ha negato la possibilità di costruire ricordi che non ci saranno mai e che pure erano stati a lungo sognati, programmati, costruiti. Al loro posto giornate tutte uguali, scandite da compiti/zoom/pulizie/colazionipranzicene.

Mi sono persa i sabati e le domeniche mattina in palestra, a fare quello che mi piace fare. La quarantena mi ha tolto l’opportunità di migliorare, ha interrotto tutti i miei sforzi di mesi, obbligandomi ad azzerare tutto.

Mi sono persa le nuove opportunità: di incontrare persone, di imparare cose, di fare cose con le mie figlie, con mio marito, con le mie amiche, con chiunque volessi vedere e non ho potuto vedere.

Mi sono persa l’occasione di stare accanto a chi ne aveva bisogno, perché accanto non potevamo stare. Quando normalmente avrei suonato un campanello, o avrei detto dai, andiamo a bere qualcosa così ti svaghi un po’. La quarantena mi ha negato la possibilità di aiutare le persone vicine come faccio di solito e nessuna chiamata Whatsapp, aperitivo alla finestra, messaggio, regalo consegnato potranno mai rimpiazzare tutto questo.

Abbiamo tutti rattoppato qualcosa, non abbiamo costruito niente di nuovo. 

Siamo tutti sopravvissuti come potevamo, facendo tesoro del nostro vissuto. Le persone più risolte e con una situazione familiare positiva sono andate avanti tenendo botta, le altre forse un po’ meno. Ma è stato sempre e comunque un rattoppare.

Questo virus ci ha negato molte cose, e per quanto ognuna di queste sia superficiale e risolvibile – non parliamo nemmeno di chi ha perso qualcuno, quello è proprio un altro discorso – due mesi della nostra vita sono stati congelati e noi non abbiamo fatto altro che trattenere il respiro in attesa di poter rimettere di nuovo la testa a galla.

E tornare a vivere delle vite fatte di alberi in fiore, e viaggi per il mondo, e bicchieri di vino alla finestra.

Perché se c’è una cosa che forse la quarantena ci ha dato è proprio questo: la consapevolezza che quegli attimi che viviamo con tanta scontatezza, come fossero dovuti, sono molto più preziosi di quanto avevamo creduto.

In fondo forse è vero che ti accorgi di quanto tieni a qualcosa – qualcuno – quando questo ti viene tolto.

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1 Comment

  • È vero, andando di corsa anche ora per lavoro, famiglia, casa, spesa non ci ho pensato molto….Ma ho perso due weekend fuori, cinque giorni da mia mamma nella mia terra d’origine e mi accingo a perdere parecchi soldi per la vacanza all’estero che avevamo già programmato per inizio agosto. Qualunque sarà la situazione tra tre mesi, non credo che ce la sentiremo di prendere un aereo con un bambino e una 67enne al seguito….spero solo di recuperare tutti questi viaggi un giorno, i soldi ormai sono persi…cerchiamo di tenere duro ancora…saluti a tutti

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