L’allattamento è uno dei momenti più importanti per la costruzione di un profondo e intimo legame tra madre e figlio. Subito dopo il parto, infatti, la prima cosa che si fa generalmente è quella di porre il neonato sul corpo della madre direttamente a contatto con la pelle, favorendo così immediatamente l’avvio della prima poppata e accrescendo, di conseguenza, il senso di sicurezza e di fiducia reciproca.
Molte donne tuttavia temono questo atto perché credono che sia inevitabilmente fastidioso e che porti all’insorgenza delle famose ragadi. Ma cosa sono le ragadi davvero? E perché si vanno a creare? Probabilmente è un bene chiarirlo.
Innanzitutto va sottolineato che tale fenomeno non è la norma, bensì si verifica semplicemente a causa di un attacco inadeguato della bocca del piccolo che, per di più, può essere corretto da personale competente. Secondo poi esistono utili metodi per favorire la guarigione della ragade come l’applicazione di un po’ del proprio latte sulla lesione o, in alternativa, di specifici oli.
Dunque, non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura perché allattare ha, invece, diversi aspetti estremamente positivi da non trascurare. Vediamo quali.
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1. Durante l’allattamento la mamma non deve evitare alcun cibo
Se a preoccuparvi sono le restrizioni alimentari, sappiate che non funziona come in gravidanza. Nessun alimento è pericoloso per il bambino, quindi vale la solita regola generale di seguire un’alimentazione sana, varia ed equilibrata. Anzi la dieta ideale durante l’allattamento al seno deve fornire circa 500 kcal in più rispetto al pre-parto dato che allattare è un’attività piuttosto dispendiosa dal punto di vista energetico.
Gli unici accorgimenti da tenere in considerazione quindi sono sempre gli stessi: evitare cibi ricchi di zuccheri e grassi saturi, troppa caffeina e alcool. Prediligere piuttosto alimenti magri e ricchi di acido folico, iodio, selenio, zinco, vitamine A, C, D, E e K.
2. Il latte materno è l’alimento più salutare e completo che esista per il bambino
Il latte materno è un concentrato unico e inimitabile di sostanze essenziali per un ottimo sviluppo del piccolo. Esso, infatti, viene prodotto dalle ghiandole delle mammelle a partire da circa metà della gravidanza e modifica la propria consistenza e composizione con il passare del tempo per meglio adattarsi alle esigenze di crescita del neonato.
Durante la gravidanza e nei primi giorni subito dopo il parto il latte secreto (detto colostro, dal colore giallastro e dalla maggiore densità) contiene importanti fattori protettivi che aumentando le difese immunitarie del bambino sono in grado di salvaguardare la sua salute futura e difenderlo dalle infezioni.
Man mano che trascorrono i giorni, poi, inizia la cosiddetta fase del latte di transizione (più acquoso e dal colore biancastro) che lo porterà progressivamente ad assumere il tipico colore bianco e a divenire quello che viene definito come latte maturo o montata lattea.
Diversi studi, riconosciuti a livello nazionale e internazionale, hanno dimostrato che il latte materno:
- riduce l’incidenza e la durata delle gastroenteriti;
- riduce il rischio di sviluppare allergie;
- riduce il rischio di diabete, obesità (anche di natura genetica) e tumori del sistema linfatico;
- protegge da infezioni respiratorie e otiti;
- migliora la vista, la conformazione della bocca, lo sviluppo psicomotorio e intestinale (riducendo anche le occlusioni).
3. È vantaggioso anche per la mamma
Non crediate che l’allattamento sia un’azione a favore solo ed esclusivamente del piccolo, al contrario anche la mamma ne otterrà privilegi.
In primis va sottolineato il grande risparmio economico. Per non parlare poi della praticità di poter far mangiare il proprio bambino in qualunque momento (dato che il latte materno è sempre pronto, alla giusta temperatura), ovunque e assumendo la posizione che più si ritiene comoda (semi-reclinata, “a rugby” da seduta o in fascia così da avere le mani libere per altre attività).
Inoltre allattare:
- aiuta a perdere il peso accumulato in gravidanza e a stimolare la naturale contrazione dell’utero (riducendo anche il naturale sanguinamento post-partum);
- riduce il rischio di sviluppare osteoporosi;
- e previene alcune forme di tumore al seno e all’ovaio.
Soprattutto per queste ultime ragioni l’OMS raccomanda alle donne di effettuare – in mancanza di controindicazioni – l’allattamento esclusivo almeno fino al 6° mese di vita del piccolo (quando è possibile introdurre cibi complementari), potendo comunque tranquillamente proseguire fino a quando entrambi le parti lo desiderano (anche fino ai 2 anni di età e oltre).
E se dovesse capitare che la mamma non ha molto latte a disposizione va bene anche integrare l’alimentazione del bambino con altri prodotti (quindi procedere con l’allattamento non esclusivo). In tal caso, comunque, potrebbe rivelarsi molto utile conservare del latte materno – estraendolo nelle prime settimane con la spremitura manuale o con il tiralatte – così da poterlo utilizzare più avanti.
Ad ogni modo si consiglia sempre di allattare fin dall’inizio il bimbo a richiesta (anche di notte), così da non far calare i valori di “prolattina”, ormone che continua a stimolare la produzione di latte.
La suzione a richiesta, infatti, non solo è il più potente galattagogo in assoluto ma evita anche l’accumulo di latte che – non venendo drenato dal seno – può creare un doloroso ingorgo mammario, o peggio una mastite (vera e propria infiammazione di parte del seno, spesso accompagnata da arrossamento di una zona della mammella, febbre, mal di testa e dolori muscolari e che richiede l’assunzione di antinfiammatori e, in alcuni casi, di antibiotici).
Quindi decisamente meglio non fissarsi sul rispetto di precisi orari d’allattamento. Fin quando il bambino aumenta gradualmente di peso, fa dalle 8 alle 12 poppate in 24 ore, è soddisfatto dopo le poppate, bagna almeno 5-6 pannolini di urine trasparenti e fa la cacca giallo-oro e morbida, sicuramente sta assumendo tutto il latte di cui ha bisogno.
Grazie, questo articolo l’ho trovato molto utile