Quelle cose che i non genitori non possono capire

chi non ha figli

Non è una polemica eh, è un dato di fatto! Ci sono cose che, per quanto uno possa provare empatia, se non ha figli, c’è poco da fare: non capiranno. Vi starete chiedendo quali sono queste cose… il parto? Naaa, troppo facile. La perdita di sonno? Naaa, lo sanno tutti. Ve lo dico io quali sono, e poi direte che ho ragione.

Le cose che chi non ha figli non capisce

L’interesse per la cacca

Anche se il non genitore è ipocondriaco e analizza le sue ad ogni evacuazione, non potrà mai capire cosa succede alla mamma che vede nel water le feci che so, rosa fucsia. Perché l’interesse di un genitore per la cacca del figlio è paragonabile solo a quello dei calciatori per le veline.

I pidocchi

No, cari: se non avete figli, non importa se li avete avuti pure voi, o se il cane ha avuto le pulci. Ve lo assicuro, perché io li avevo avuti pure grandicella e pure le pulci ai gatti, eppure… eppure non potrete mai capire quel girone infernale in cui dovete sopravvivere dal momento in cui vedete la prima lendine.

La birra (o il bicchiere di vino) la sera

No, non vale che abbiate avuto una giornata dura in ufficio. Perché il genitore ha avuto la giornata dura in ufficio e poi torna a casa e ha la giornata dura a casa, e pure la serata. Se l’è cercata, certo, per carità, ma a parte che grazie a lui qualcuno vi pagherà la pensione, ma a parte ciò, è proprio qui il punto: non potete capire, non potete capire la goduria di quel momento in cui tutti sono a letto, regna finalmente il silenzio e ti stappi quella bottiglia che hai sognato per tutto il giorno.

Il pensiero fisso, costante, alle cose da fare

Se la vostra to do list si esaurisce a pagare le bollette, far tosare il cane e telefonare alla nonna, avete già la risposta. Un genitore (poi va beh, purtroppo solitamente più una mamma) ha tutta una serie di cose in testa che non gli bastano tre cervelli. E infatti si deve segnare tutto, sul frigo, sull’agenda, sul cellulare, pure sul braccio se serve, altrimenti ciao. E se per caso non suona la sveglia, non è che arriva in ritardo al lavoro, ecco.

Cercare il locale che ha lo spazio per il passeggino

Quando prenoti senza manco sapere dove stai andando, entri in un posto a caso e poi bevi e mangi fino a scordarti che esisti, non potrai mai mai mai capire cosa significhi cercare un posto in cui possa entrare anche il passeggino, magari in cui si possa camminare, perché se il bambino ha più di un anno mica ti sta fermo lì, e tu gli vai dietro, e non devi disturbare, e però pure tu vorresti bere e mangiare fino a scordarti che esisti però no, esatto, non si può, si torna lì. E chi non ha figli non può capire, non può capire quanto sia fondamentale la leggerezza della bevuta con gli amici. Perciò godetevela, godetevela proprio, questa leggerezza.

Andare in spiaggia

Quell’esperienza mistica che è andare in spiaggia con figli sotto i 6 anni non potrete mai capirla, solo forse farvi un’idea qualora accompagnaste degli amici, ma comunque provereste solo un lieve disagio, niente di paragonabile a cosa vive un genitore che decide di andare in spiaggia coi figli. Non si può nemmeno spiegare, perciò che ci provo a fare.

Gli orari

Se un adulto ha orari che variano, e hanno poca importanza in linea di massima, un adulto con figli piccoli vive in una dimensione parallela in cui se sgarri di un minuto crolla tutto come quando togli una pedina del domino. Quindi, quando vi dicono che devono andare, o che è l’ora del pisolino, o che il figlio deve assolutamente cenare, credeteci, non è uno scherzo.

Quella brutta sensazione quando ti capita qualcosa e c’è un non genitore nei paraggi

Ecco, questa probabilmente è davvero la cosa che non potrete capire MAI MAI MAI. Quella sensazione sgradevole di sentirsi giudicati SEMPRE e comunque, un po’ perché si è deciso di mettere al mondo figli e quindi son cazzi nostri (ripeto: PENSIONI, ma volendo anche cura per il cancro o cose così, ricordatevi che anche Pasteur è stato figlio di qualcuno, pure Steve Jobs, pure Cristiano Ronaldo), ma poi per tutte quelle cose di cui sopra per cui si viene guardati come fossimo delle merde sempre. Vai al ristorante? Disturbi. Però se non ci vai, sei noioso. Se piangono, se parlano, se corrono, se ruttano, se cacano, se cantano, se ballano, se respirano: i bambini, si sa, rompono i coglioni, e quindi i genitori verranno sempre guardati di traverso, soprattutto quelli che si portano dietro i figli piccoli.

Quindi, non genitori, fate una cosa: anche se non capite, non importa, siate compassionevoli. Che l’empatia dovrebbero regalarla alla nascita insieme al primo bagnetto.

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