Molte mamme che hanno difficoltà con i figli, anche GROSSE difficoltà, cercano confronto e conforto su internet, sui gruppi, sui blog.
Può essere utile, ma anche pericoloso.
Qualsiasi cosa raccontiate, statene certe, le risposte sono sempre queste:
– “Uh è normale! Anche il mio” e via con la descrizione.
– “Ma sono TUTTI così, non preoccuparti!”
– “è una fase, passerà”
– “Non è che sei ansiosa tu? Perchè sai, i figli vedono i genitori…”
– “Il mio è molto peggio e ha tre anni di meno, stai serena”.
– “e cosa dovrei dire che ne ho due (tre quattro, dodici…) così?”
Indipendentemente dal fatto che abbiate raccontato che vostro figlio mangia solo pasta in bianco da 4 anni, che balbetta, che si rotola sul pavimento del supermercato perché non prendete l’ovetto di cioccolata, che piange per andare a scuola, che se la fa addosso a 9 anni o che una mattina si è svegliato parlando aramaico, statene certe: le risposte saranno quelle di cui sopra.
SEMPRE
Dopo 8 anni di blog e 12 di vita in rete da genitore credetemi, lo so.
Tendenzialmente non c’è nulla di male, intendiamoci.
Può essere davvero che la cosa di cui la mamma si lamenta o che la preoccupa sia una cosa comune e che sentire che lo è aiuti a rasserenarla.
Ma non è sempre così semplice.
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A volte è solo uno sfogo
Se una mamma si sfoga dicendo che non ce la fa più a svegliarsi 5 volte per notte con suo figlio di 6 mesi è davvero così utile sentirsi dire “è normale, il mio lo ha fatto fino a 12 anni, io ne ho tre e si svegliano 5 volte per notte tutti a orari sfalsati, io ho avuto 6 gemelli, di cosa ti lamenti che io manco vado a dormire, vedrai quando ha 18 anni ed esce in macchina”, ecc?
Forse quando si sente/legge una mamma a terra sarebbe meglio dare consigli che vi hanno sinceramente aiutato (chiama tua mamma per dormire almeno una notte di fila, prova a togliere biberon, a darlo, a tenere più fresco…) o semplicemente un “ti sono vicina, non dormire è terribile”.
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A volte NON è normale
No, non è sempre normale.
Non è sempre “son tutti così anche il mio, il mio allora, è una fase”.
NO, a volte una mamma vive davvero qualcosa di non ordinario, non comune, non tollerabile.
Eppure non mi è mai capitato, MAI, di leggere “accidenti, no così dura per me non lo è mai stato”.
MAI.
Per carità, c’è da dire che non è facile descrivere una situazione, perché non si rende l’intensità, la frequenza, la sofferenza più o meno grande che accompagna un episodio.
Se io dico “mio figlio fa tragedie per fare i compiti” può essere normale, in effetti, ma possono essere davvero tragedie, può lanciare libri, può strappare quaderni, può rotolarsi sul pavimento, urlare, battere la testa sul muro.
Se dico “è sempre incazzato” può essere inteso come “ha spesso il muso” ha un caratteraccio, ma invece magari è DAVVERO sempre incazzato e no, non è normale esserlo.
Non c’è una soluzione, sia chiaro. Non voglio dire che bisogna smettere di commentare, solo andrebbe fatto un piccolo sforzo di empatia, se una mamma è in difficoltà si sostiene, non si affossa. Se un comportamento ci sembra eccessivo, con tatto si può dire: il mio non ha fatto così, forse potresti parlare con la pediatra ecc.
Dire sempre a tutto che è normale, non è di aiuto.
Ma un consiglio voglio darlo alle mamme che sono preoccupate per il proprio figlio.
Essere preoccupate “non è normale”. Non date retta a chi vi dice che è una fase, che per loro è peggio, che tu sai solo lagnarti, e simili.
Controlla, guarda, studia, cerca fonti serie, aspetta un congruo lasso di tempo e se hai dubbi, senti uno specialista.
Se tuo figlio torna sempre (e intendo SEMPRE o quasi, non due volte a settimana, non tre episodi in un anno, ma praticamente tutti i giorni, magari da anni) a casa da scuola senza aver scritto i compiti forse è distratto e casinista, ma forse è miope, forse è dislessico, forse è adhd, forse ha problemi di udito.
Se lo chiedi ti diranno “il mio è all’università e ancora si perde” ma fregatene, se a te sembra strano, approfondisci.
Se tuo figlio non riesce a interagire con gli altri bambini (e richiamo sopra, non al mare in mezzo a sconosciuti, non alla festa della vostra amica di infanzia che non ha mai visto, non per un periodo di un mese, ma spessissimo, a scuola, al parco sotto casa, da tanto), è escluso, preferisce restare da solo, sta sempre con gli adulti e ha interessi anomali probabilmente è timido e cambierà, ma potrebbe essere asperger, plusdotato, avere un disturbo di ansia sociale.
Se inciampa ovunque, è goffo, non è coordinato, non sa prendere una palla, non sa vestirsi o si sporca sempre quando mangia anche se ha 10 anni probabilmente è goffo e cambierà, ma magari è disprassico.
Se odia leggere e odia la scuola, magari è svogliato, preferisce giocare, ma potrebbe essere dislessico.
Se vi risponde male, ha crisi di rabbia, è un bastian contrario, può essere che abbia un caratteraccio, può essere “una fase” oppure può essere disturbo oppositivo provocatorio, asperger, problemi di gestione della rabbia ecc.
Non si può correre dallo specialista ad ogni dubbio, è ovvio, si cadrebbe nella paranoia.
Dovete solo fidarvi di voi stesse: se sentite di non essere voi ansiose, se un comportamento invece che migliorare peggiora, se davvero non vi sembra normale, se vedete che alla faccia del “è una fase” quella fase non passa mai, se lo vedete sofferente… non fasciatevi la testa, aspettate un po’ ma poi agite.
Come?
Tendenzialmente si parte dal pediatra.
Ma non è detto che colga quello che dite, come dicevo sopra non è facile descrivere una situazione.
Se minimizza ma non siete serene la persona adatta può essere uno/una psicologo infantile, un/una neuropsichiatra, un/una logopedista. Basta che siano persone competenti.
Non è difficile capire la macro-area che fa al caso vostro (autismo, dsa, ansia, fobie ecc) e cercare uno specialista di conseguenza, piuttosto se avete dubbi cercate mamme che ci siano passate, invece che accontentarvi dei “uh tutti così”: cercate finchè trovate una descrizione in cui vi trovate e chiedete, senza timore.
Chi ci è passato e sa cosa vuol dire non sapere dove sbattere la testa sarà felice di aiutarvi.
Tutto vero! Con figlio 1 ho dovuto rimboccarmi le maniche e studiare tanto. La pediatra sottovalutava, x tutti erano solo capricci… Non trovavo la giusta casella (non xké volessi incastrarlo in qualche definizione, ma per avere gli strumenti giusti per aiutarlo), finché sono arrivata su un sito fantastico (genitori crescono) che mi ha fatto conoscere le teorie scientifiche di una dottoressa americana, e da lì su un gruppo fb di origine americana ma in pratica internazionale e finalmente un approdo. Ero esasperata dai continui “ma è normale, il mio fa peggio, è una fase”… Sti ca…. Mi veniva da dire “ve lo lascio per 3 giorni e poi ne riparliamo!”
Io credo che un genitore, se ha un dubbio, c’è della verità. Poi bisogna capire se si ha il coraggio/forza di affrontare questo dubbio o fare finta di nulla.
sono contenta che abbiate trovato una risposta!
Ah voglia. Non dorme? Uh il mio non ha dormito per 10 anni… Peccato che dopo mesi e mesi di notti insonne ho cominciato a sviluppare ansia e non dormivo più neanche quando lui dormiva. Mi ha salvato la pediatra che mi ha indirizzato dalla psichiatra. Avevo depressione post partum.