Ma cosa vi hanno fatto i bambini?

 

Che da questa pandemia non “ne usciremo migliori” credo sia ormai un’ovvietà.

Ma la dose di cattiveria da cui mi sento circondata in questo periodo mi sta davvero preoccupando.

Se una mamma dice su facebook di non sapere come fare con la Didattica a distanza perchè è sola e non può permettersi un congedo al 50% si sente dire “la scuola non è la tua baby sitter gratis”.

Se un papà dice che è impossibile lavorare da casa con due figli sotto i 5 anni si sente dire, nella migliore delle ipotesi, che non era obbligato a fare figli.

O che dovrebbe ringraziare di avere un lavoro, che la gente sa solo lamentarsi, che la gente ha scoperto che stare a casa con i figli è una rottura di palle, che “non vi abbiamo costretto noi a fare figli quindi non rompeteci le palle”.

Mi chi vi ha chiesto qualcosa, esattamente?

Se diciamo che è impossibile lavorare in smartworking con i figli, cosa togliamo a chi figli non ne ha?

Se diciamo che è faticoso stare tutto il giorno in casa con didattica a distanza e lavoro,  pulizie, pranzi e giochi vari cosa togliamo a chi ha scelto di non avere figli?

Provate voi a lavorare con due o tre figli connessi al pc, con la connessione che salta, la stampante che si blocca, figlio 1 che piange perché deve riconsegnare la scheda compilata, figlio 2 che urla perché non si apre il link, e magari uno di due anni che deve essere intrattenuto.

Arrivano 10/15 mai al giorno per ogni figlio con i lavori fatti, quelli scaduti, quelli da fare, quelli da stampare, quelli da correggere in classe, quelli da fotografare, quelli da mandare via mail e quelli invece da caricare su classroom.

In aggiunta alle nostre mail, ovviamente: io lavoro con tre agende davanti, la mia e quella dei figli, e appena arriva una mail segno. Prima o poi mi troverò in Tribunale con il sussidiario di quarta elementare.

Provate voi a lavorare con un bambino di tre anni, che dovete piazzare davanti ad uno smartphone perché voi dovete finire un atto, un contratto, gestire un’emergenza.

Provate a gestire una conferenza mentre dovete cucinare due volte perché uno ha pausa alle 12 e l’altro alle 13.

Non sapete che significa, è ovvio, ma neanche abbiamo mai preteso nulla nè vi abbiamo mai accusato di nulla, quindi che senso ha inondare la rete di commenti cattivissimi?

Che senso ha scrivere, con nome e cognome “dei vostri figli non me ne frega niente?” (figli che peraltro un domani ti pagheranno la pensione, sfigato: ma chi ti ha chiesto niente?).

Se domani la casa di riposo dove è ricoverato vostro nonno o vostro padre con l’Alzheimer vi dicesse che chiude “per l’emergenza sanitaria” e vi dovete riportare a casa i vostri cari, sarebbe facile?

Certo basta prendere un badante (a 1000 euro al mese).

E comunque son certa sarebbe più facile gestire il nonnino che 2, 3 o 4 figli.

E purtroppo non si tratta solo di non genitori, ci sono anche genitori non empatici.

“io non ho nessun problema con la DAD non capisco tutte queste lamentele”, certo, grazie Madre perfetta che non lavora, ha 3 pc, la fibra e 3 camere + uno studio, ma non sono tutti nella tua situazione lo sai?

Lo sai che ci sono genitori stranieri, analfabeti, che non hanno soldi per prendere un pc?

Lo sai che ci sono famiglie che spendono 50 euro al mese di toner per la stampante e non è da tutti?

Lo sai che ci sono bambini che facevano l’unico vero pasto a scuola?

Che ci sono bambini che vivono con genitori violenti, depressi, alcolizzati, con malattie mentali, per i quali quelle ore fuori casa erano vitali?

Il problema, forse è bene ripeterlo, non è che non sopportiamo i nostri figli.

Non è che “abbiamo scoperto ora che non sappiamo gestirli 24 ore” (i week end, durante le vacanze e le malattie ce li siamo sempre gestiti benissimo senza rompere le palle a nessuno).

E non è neanche che con i figli tra “gli zebedei” non possiamo berci un caffè o vedere l’amante.

Il problema è che la scuola SERVE ai nostri figli e serve A NOI che grazie alla scuola possiamo uscire di casa e andare a lavorare (per pagare con le nostre tasse i servizi di cui tutti usufruiscono peraltro).

Non è una baby sitter gratuita, no, è un diritto per loro e per noi: chissà perchè da sempre si cerca di far coincidere gli orari scolastici con quelli lavoratavi, che coincidenza, eh?!

Certo, la DAD può funzionare per un breve periodo di emergenza, ma quello che ci fa incazzare è che nessuno ci ha mai dimostrato che il contagio parte a scuola.

Il contagio pare invece partire da casa.

Peraltro la gente se ne va tranquillamente a spasso, i bar sono aperti (almeno da asporto) e no, non vogliamo togliere diritti a nessuno, ma capirete che ha poco senso poter uscire per uno spritz (ok purtroppo nel bicchiere di plastica ) invece che per andare a scuola.

I bambini davanti a uno schermo fanno fatica, si perdono, si distraggono.

Non hanno il confronto con i pari, non giocano, non litigano, non si azzuffano in cortile.

Non imparano a crescere.

Non è normale, non è naturale che i figli stiano 24 ore con i genitori, spesso nervosi perché, purtroppo, in quelle 24 ore con i figli devono farci stare 8 ore di lavoro, le pulizie e i pasti per tutti.

Anche “vostra nonna” non stava sempre con i figli, c’erano una ventina di cugini o bimbi del vicinato  che facevano le veci del cortile della scuola, quando era vacanza.

Non ricordo un periodo con figli in casa 24h, ditemelo voi, a me non viene in mente (no, neanche in tempo di guerra: sapete che le scuole erano aperte?).

Non è una guerra tra genitori e non genitori, tra chi ha più o meno.

Ognuno ha la sua lotta, io non  vado a insultare i ristoratori che manifestano (anzi, cerco di prendere da asporto più che posso per aiutare).

Perchè tanto astio versi i bambini?

Perché allora tanto astio verso di noi, che vogliamo solo il bene dei nostri figli (e dei figli di tutti)?

 

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6 Comments

  • Una società dove non si tiene conto dei bisogni di tutti, o non li si comprendono, è una società incivile. Non è nemmeno l’astio il problema, ma piuttosto la mancanza totale di comprensione di come gira una società che ha mille bisogni e figure. Oltretutto i danni psicologici che stanno avendo sono accertati, e lo posso testimoniare in prima persona perché ho una figlia che sta avendo tanti effetti collaterali, per questo clima e questa chiusura nel fiore della sua vita, ed è seguita da un terapeuta.

  • È la prima volta, da un anno a questa parte, che mi sento davvero capita. E soffro come una matta perché vorrei essere una madre migliore per le mie figlie ma la società è la situazione o meglio come la situazione viene gestita, mi sta facendo diventare la peggiore per loro e per la mia famiglia in generale.
    Grazie.

  • Io mi sento tanto presa in giro. Viviamo in Veneto, zona rossa, ma l’unico vero cambiamento sono le scuole chiuse. Tutto il resto continua ad essere aperto (bar fabbriche…). Lo so che l’economia deve girare e non so quali siano le soluzioni. Siamo a casa con 3 figli, 2 in dad (uno in prima elementare e quindi devo stare seduta vicino a lui, uno in quarta più autonomo ma va comunque seguito) + un quasi tre-enne. Abbiamo dovuto alternarci io e mio marito con ferie lui e congedo io (a 0€ perché, visto che entrambi possiamo lavorare in smart working, non possiamo ottenere il congedo al 50%… certo, si lavora e si bada ai figli, dove sta il problema, come no).
    In tutto ciò i miei figli sono stanchi, nervosi, ansiosi, tristi… E poi leggo di uno studio che conferma la “non pericolosità” delle scuole
    Lo so, c’è sempre di peggio, ma io mi son rotta i @@@ni

  • Nemmeno io capisco tutta questa cattiveria che circola. Io mamma stanca che lavora, con figli piccoli provo compassione per chi vive da solo. La pandemia mette alla prova tutti quanti in modi diversi..

  • I miei figli, sono la cosa più preaziosa che possegga! Grazie per le parole del tuo articolo, spero ogni donna che abbia avuto l’onore di diventare mamma le legga e ne faccia tesoro.

  • Io vedo che con la DAD oltre ai bambini, sono spesso le mamme a dover rinunciare al lavoro per restare a casa con i figli. Io ho 2 figli in 2. elementare e mi sono vista costretta a lasciare gran parte del mio lavoro per poter stare a casa con loro. Loro sono bravi e nonostante le mille difficoltà riescono a seguire il programma, ma io nel frattempo ho perso lavoro e clienti. Sono libera professionista e non so se e quando potrò recuperare.
    Spero che passi entro quest’estate per poter riprendere, anche se non sarà facile.

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